#1 TORONTO RAPTORS
1) Si dà generalmente per scontato che i Raptors si sciolgano nei Playoffs, viste le esperienze degli ultimi anni. Il nuovo stile di gioco mostrato in questa stagione dai canadesi permetterà a Lowry e DeRozan di essere efficaci come lo sono stati in Regular Season?
Rispetto alle stagioni precedenti la franchigia canadese ha cambiato modo di giocare, adottando uno stile più moderno, di cui hanno beneficiato sia i risultati della squadra che il duo DeRozan-Lowry. Entrambi infatti avevano sempre deluso le aspettative nella Post Season, principalmente perchè il loro stile di gioco li portava a prendersi quasi l’intero peso offensivo della squadra sulle spalle, forzando in isolamento contro le difese più chiuse. Le medie al tiro ne avevano risentito drasticamente, così come era diventato troppo semplice marcarli raddoppiando. Toronto in questa Regular Season invece ha ampiamente dimostrato di non dipendere più dai punti dei due giocatori e, se il problema di entrambi era soprattutto mentale, è verosimile supporre che questo macigno che è stato tolto dalle loro spalle possa renderli più efficienti. Sempre ammesso che riescano ad esprimere questo gioco anche ai Playoffs.
2) Toronto è il peggior #1 seed della storia della Eastern Conference?
Ogni Regular Season fa storia a sè, ed i paragoni con il passato sono un rischio. Per questo motivo, senza dover andare a consultare gli archivi NBA, basterebbe pensare a come il #1 seed dello scorso anno fosse occupato da una squadra che aveva fatto molto peggio di questi Raptors e che aveva solo un All-Star a roster. Infatti, banalmente, il primo dato che salta all’occhio sono le sole 53 vittorie di Boston dell’anno scorso, secondo peggior record nella storia della lega per una prima di Conference. Sia l’efficienza offensiva che difensiva dei canadesi poi è stata superiore a quella dei Celtics: i primi hanno fatto registrare un Offensive Rating di 111 a fronte di un Defensive Rating di 103, mentre i secondi hanno chiuso con un Offensive Rating di 108 ed un Defensive Rating di 105.5, con un Net Rating di soli 2.5 punti, ovvero un possesso di differenza. Boston contro le tre squadre più forti della Western Conference aveva segnato un record negativo di 2-4, mentre Toronto ha tenuto un record positivo di 4-2; e si potrebbe anche continuare con altri termini di paragone. Dati alla mano, basta fare un salto indietro di un solo anno per capire che questi Toronto Raptors non sono il peggior #1 seed della storia.
3) Quali aggiustamenti difensivi può pensare Casey per fermare LeBron in un’eventuale serie?
Toronto ha nel roster un paio di giocatori che possono tenere testa a LeBron. Coach Casey dovrà gestirli al meglio e farli ruotare in marcatura su di lui per tutto il corso della partita. Il primo è il veterano Serge Ibaka, fisicamente dominante e capace di difendere sia lunghi che piccoli grazie al suo atletismo, alla muscolatura possente ed ad una notevole velocità di piedi. Il secondo è il rookie OG Anunoby: con 229 centimetri di wingspan (tanto per dire, Anthony Davis si ferma a 227 cm) montati su un massiccio ma agile corpo di 203 centimetri e 107 chili, ha le doti fisiche e atletiche per difendere su chiunque, nonostante la poca esperienza. A questi giocatori poi va poi abbinato un sistema capace di limitare le scelte di LeBron, costringendolo a forzare giocate rischiose. Perchè, che lo si ami o lo si odi, è innegabile che James sia un giocatore che non si può fermare, ma solo rallentare.
4) Il roster di Toronto non è particolarmente profondo. Quali giocatori troveranno maggior spazio nelle rotazioni durante i Playoffs?
In questa stagione la panchina è stata determinante in molte vittorie dei Raptors. Escluso quindi il quintetto titolare, i principali giocatori a cui Casey ha affidato molti minuti sono stati Fred VanVleet, Delon Wright, CJ Miles, Pascal Siakam e Jakob Poeltl. Oltre a questi c’è solo Powell che vanta un un minutaggio superiore (15.2 a partita) ai 10 minuti. Per questo è lecito aspettarsi che sia lui, insieme ai cinque sopracitati, a chiudere il giro delle rotazioni del coach. In particolare, VanVleet, Wright e Siakam superano i 20′ di media, e saranno loro quelli chiamati maggiormente in causa da Casey per far rifiatare i titolari. Un rischio per certi versi, visto che anche il coach è consapevole si tratti di giocatori poco esperti che devono dimostrare quelle qualità mostrate in Regular Season. Molti occhi saranno puntati su VanVleet, undrafted al primo vero anno in NBA che si è ritagliato 20 minuti a partita ed è riuscito a chiudere in Top 10 praticamente in ogni statistica avanzata.
5) Il cambio di gioco di Toronto può portare Dwane Casey a vincere il titolo di Coach of the Year?
Dwane Casey è il coach dei Toronto Raptors ormai da sette anni e, nelle sei stagioni precedenti, soprattutto a causa delle rocambolesche serie di Playoffs, ha più volte sentito scricchiolare la propria panchina. In estate, dopo le voci di un suo possibile addio tanto acclamato dalla tifoseria canadese, si è sprecato in promesse secondo cui si sarebbe impegnato a dare un volto totalmente diverso ai giocatori. E in effetti cos’è stato. La squadra sembra molto più concentrata rispetto agli anni precedenti, forza meno possessi con isolamenti delle sue star, ha velocizzato il gioco (tredicesimi nella lega per pace) ed ha aumentato il numero di assist del 28 percento rispetto alla stagione precedente, aumentando le triple segnate ((11.8 contro le 8.8 della stagione precedente)) pur mantenendo lo stesso 36% di realizzazione. Tutto questo è servito a conquistare il primo posto della Eastern Conference, infrangendo decine di record di franchigia. E’ probabilmente incappato in una stagione favorevole, e sicuramente almeno un altro paio di allenatori hanno fatto altrettanto bene, ma è innegabile che ci sia stato un profondo cambiamento nel suo modo di intendere il basket e i risultati lo hanno premiato. Quindi, perchè no, Casey Coach Of The Year.