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Centro 3.0: Bam Adebayo

Edoardo Conti by Edoardo Conti
6 Settembre, 2019
Reading Time: 7 mins read
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Negli ultimi anni i Miami Heat non hanno potuto contare su molte scelte al Draft per via di una politica pericolosa e anticonformista in una Lega così avidamente ancorata alla ricerca del talento. Lo scambio che tre stagioni fa ha portato Gòran Dràgic in Florida ha vanificato ogni tipo di progettazione a lungo termine nel tentativo di competere da subito, motivo per cui quando capita di scegliere sulla base di qualche evento straordinario come la rincorsa dall’11-30 dello scorso anno, il Front Office cerca di scegliere bene.

Chet Kammerer fa parte di questa organizzazione dal 1996 ed è uno tre uomini di fiducia a cui Pat Riley affida il compito di parlare nei colloqui privati con giocatori e allenatori collegiali nelle settimane che precedono i singoli allenamenti. La triade formata da Chet, il figlio Chad e Alonzo Mourning fa sempre la stessa domanda chiedendo quale dei ragazzi a roster eccella per etica lavorativa. A Miami vi è una ricerca spasmodica e maniacale di giocatori idonei ad abbracciare l’ideale della Culture, uno status mind che trascende i canoni tradizionali del lavoro formando un organizzazione elitaria sotto il profilo disciplinare e professionale. Non sono ammessi Fake Gym Rats.

John Calipari, allenatore dei Kentucky Wildcats, ha risposto per due volte Bam Adebayo, lungo di 208 centimetri per 217 di apertura alare che dopo una buona stagione da Freshman (13.0 punti, 8 rimbalzi & 1.5 stoppate) ha fatto generare paragoni con Dwight Howard e Shawn Kemp. Bam (il suo vero nome è Edrice ndr.) è un giocatore moderno con eccellenti margini di miglioramento che hanno portato la dirigenza a selezionarlo nonostante il need del gruppo fosse sbilanciato verso un esterno. Il GM dei Miami Heat è rimasto fortemente impressionato dalla voglia del giovane che ha espressamente richiesto di lavorare con il gruppo, scelta che viene generalmente evitata da alcune lottery pick che temono di sfigurare contro professionisti affermati. Nella sessione di tiro ha chiuso con 60 triple segnate su 100 tentativi (stando a Chet sarebbe già stato un successo ne avesse segnate 45) alimentando le speranze di crescere lontano dal ferro per un mix di caratteristiche fisiche & tecniche che, se affinate, potrebbero risultare devastanti.

Adebayo è un ibrido dotato di atletismo ed eccezionale esplosività con le quali chiude egregiamente a canestro (81.4% su alley oop) portando presenza verticale per creare second chances in un attacco che non presenta nessuno scorer puro. Il 15% della sua produzione stagionale proviene da alzate dei compagni che insieme ai pick & roll (19.6% dei suoi possessi), le ricezioni al gomito e gli hand-off rappresentano le situazioni in cui viene maggiormente coinvolto. Quando si tratta di bloccare, il timing nel posizionamento e il contatto con il difensore sono di gran lunga migliori rispetto a quelli di Whiteside, pubblicamente rimbrottato da compagni e allenatore nel corso dell’anno.

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In questo possesso il contatto con il difensore (Green), la pazienza nell’attendere il ball-handler (Waiters) e il timing nel rollare sono perfetti. 

L’ importanza di portare buoni blocchi, nel 2018, è ancora fondamentale: nel mese di Dicembre il prolungato infortunio di Whiteside ha regalato importanti minuti al rookie che insieme ad Olynyk ha portato gli Heat da 9.1 screen assist a sera (10cimi in NBA in quel momento) a 14.7, primi per distacco nel lasso di tempo intercorrente tra il problema al polpaccio di Hassan e il suo rientro. Tornato in squadra Whiteside è passato da 2.7 a 3.1 screen assist di media (attualmente primo in squadra) dopo diversi colloqui con Spoelstra il quale ha un debole per le winning plays che non finiscono a tabellino. O meglio, non finivano.

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Al limite della legalità questa clip rende molto bene la fisicità dei blocchi di Bam che aprono autostrade al ferro per i compagni. Draymond Green viene letteralmente abbattuto dopo il contatto spalla a spalla. Giocata maschia. Adebayo è il 25esimo miglior centro-bloccante NBA con 2.9 screen assist a sera in venti minuti di impiego. 

In difesa Pat Riley ha pescato un jolly di rara versatilità capace di marcare cinque posizioni in campo, vicino e lontano dal canestro: il fisico NBA Ready e la muscolatura adamantina gli consentono di assorbire contatti contro power forward fisiche sotto le plance (meno dai cinque, è leggermente undersized) mentre la mobilità laterale gli permette di cambiare e aiutare velocemente sui blocchi senza pagare dazio contro esterni più agili e veloci, una mano dal cielo per gli Heat che nelle ultime stagioni sono stati trucidati dagli handler avversari in situazioni di P&R centrale.

E’ un coltellino svizzero polivalente in cui Spoelstra riversa una fiducia immensa rendendolo perno delle giocate fuori dai time-out anche in fasi cruciali della partita, come a Toronto dove Adebayo è diventato il primo rookie nella storia della franchigia a chiudere con almeno 16 punti, 15 rimbalzi e 5 stoppate. Tra i rookies è tredicesimo per tiri contestati a partita (6.7), sesto per rimbalzi (5.5), 25esimo per True Shooting Percentage (56.9%) e ottavo per stoppate.

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Julius Randle qualche settimana fa ha provato a bullizzare Adebayo e non è finita bene. 

 

Le braccia chilometriche lo rendono un ostacolo insormontabile nelle penetrazioni al ferro e in situazione di 1 contro 1 dove arrestare il palleggio può risultare una condanna contro una piovra di 118 chili.

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In questa stagione Spoelstra ha utilizzato come difensori primari su Giannis sia James Johnson che Adebayo spegnendo il greco tutte e tre le volte e ottenendo tiebreaker favorevole sui Bucks. Guardate il baricentro basso nel fronteggiare l’uomo e l’equilibrio nel contestare il fade-away senza rovinargli addosso. 

 

http://www.theshotmag.it/wp-content/uploads/2018/03/ADEBAYO-BLOCK-VS-BUCKS.mp4

La sua verticalità aggiunge ulteriori centimetri alle leve superiori del corpo fino ad oscurare la luce del sole. No easy buckets. 

 

Il suo bagaglio difensivo è inoltre deliziato da piedi velocissimi come non se ne dovrebbero vedere in armadi a quattro ante come lui: sempre in equilibrio, veloci e posizionati verso l’attaccante. Questo prodigio fisico ha la possibilità di marcare esterni senza farsi battere sul primo passo grazie al perfetto equilibrio bilanciato tra spalle, baricentro e piedi, come testimoniano gli ottimi contenimenti su Jimmy Butler, LeBron James e Stephen Curry riportati nel video. 

http://www.theshotmag.it/wp-content/uploads/2018/03/ADEBAYO-VS-STARS.mp4

 

  • Adebayo V Jimmy Butler : Nella prima clip guardate la forte aggressività di Bam che prima ritarda la ricezione del pallone e poi è bravissimo ad allungarsi per  recuperare sul back-door impendendo a Crawford di servire Butler a centro area con le braccia che sporcano la linea di passaggio. Iniziata la singola marcatura porta il suo uomo verso l’aiuto di Waiters ma dopo la virata per eluderlo resta attaccato e verticale assorbendo il contatto senza commetter fallo. Nessuna sbavatura  in termini di coordinazione, e siamo solo alla sesta partita tra i professionisti.

 

  • Adebayo V LeBron James : Su una situazione di cambio con James Johnson si instaura il duello con LeBron presso la linea di fondo. Un cronometro prossimo allo scadere facilita il compito ma Bam è bravo a contenere il primo passo e restare coi piedi per terra sulla finta contestando il Jumper dall’angolo.

 

  • Adebayo V Curry : Altra situazione di cambio in cui Adebayo finisce su Curry con Dràgic a marcare Zaza sotto il ferro. In questo caso nonostante la chiara differenza di centimetri non vi è separazione tra i due corpi con Bam che resta letteralmente appicciato a Curry senza farsi battere dal miglior ball-handler della Lega costretto a scaricare fuori. Nessun salto sulle finte e piedi rapidi.

Diversamente dal compagno di reparto Whiteside, alle volte pigro e apatico, il linguaggio del corpo di Adebayo è sempre propositivo e reattivo su entrambe le metà campo per sporcare passaggi e volare in mezzo a selve di braccia per rivitalizzare possessi perduti con quella cattiveria e fame che speri di trovare in una matricola al primo anno. La sua voglia è stimolante per ambiente e compagni, Winslow & Richardson in particolare, con cui ha formato il miglior trio difensivo in squadra con un Defensive Rating di 97.2.

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Taj Gibson non si aspettava minimamente di vedersi rubare quel rimbalzo. 

 

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Dopo l’errore di Ellington il possesso è mantenuto vivo nonostante quattro difensori Bulls : Dottor Octopus

 

Se la fase difensiva è già una certezza in attacco parliamo di un prospetto ancora molto grezzo che crea i suoi punti sfruttando l’agonismo e la sua interminabile energia viva: il cosiddetto high motor che si porta dietro dai tempi del Liceo. Nel 2015 lo scout Evan Daniels realizzò un sondaggio per individuare i migliori prospetti dell’High School chiedendo a 84 allenatori collegiali quale ragazzo in uscita dalla scuola avesse, secondo loro, il miglior motore. Bam attirò le attenzioni di molti finendo secondo in questa particolare classifica.

A questi livelli però devi costantemente migliorarti ed è indispensabile ridurre le ingenuità da rookies (eccessiva foga, saltare sulle finte, falli rapidi) e costruire tiro affidabile che possa allontanarlo dal canestro. In questa stagione sta tirando con il 25% dai quattro metri e il 33% tra i 15 e 19 piedi senza nessuna tripla realmente provata se escludiamo i tiri presi allo scadere del cronometro da metà campo. Come con Winslow (che quest’anno ha mostrato sensibili miglioramenti) la chiave di volta sarà la creazione di un Jumper che finisca sugli scout avversari, obiettivo non impossibile vista l’armonia con cui esce dalle mani il pallone al momento del rilascio. La meccanica ad esempio è molto più fluida e naturale di quella Richardson, tra i migliori tiratori in squadra con il 38.2% da tre quest’anno.

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Tuttavia, quello che rende Adebayo una gemma preziosa è il room a disposizione per incrementare il bagaglio offensivo verso ogni tipo di direzione, non solo il tiro ma anche playmaking e ball-handling. Nel caso abbiate avuto la possibilità di seguire i Miami Heat, vi sarà capitato di vederlo portare il pallone nell’altra metà campo per cominciare il possesso o addirittura eseguire un coast-to-coast dopo una giocata difensiva senza spezzare il flow del contropiede. L’educazione nel trattare il pallone lo rende il prototipo del giocatore moderno. Un potenziale Point Center che palleggia come un esterno e permette di cambiare assetto tattico in ogni momento della contesa sposando alla perfezione gli ideali di position less propugnati da Spoelstra.

La chimica con Olynyk conferisce al Front-Court un perfetto mix di spaziature e fisicità nel pitturato connotato da maggior mobilità rispetto a Whiteside che oltre a non sfruttare sempre la gravità creata fatica ancora a leggere i ribaltamenti per i compagni. Se riuscirà ad evolvere lontano dal canestro, gli effetti collaterali potrebbero essere devastanti considerato che sa già passare molto bene il pallone. Ha buona visione di gioco e propensione a compiere scelte rapide per i compagni i quali vengono spesso serviti dal gomito sui tagli, un’arte di cui sono massimi interpreti Adams a OKC e il compagno Olynyk.

In 65 gare da professionista ha già dispensato 98 assistenze (Whiteside 142 in 265 ) con 10 partite con almeno 4 assist (career-high di Hassan, solo una volta sopra un assist quest’anno) e una media di 3.8 assist su 100 possessi, primo tra i centri al primo anno e addirittura quarto tra le matricole dietro solo a Tatum, Collins e Mitchell. In sostanza, pessime notizie per Whiteside che in due anni verrà cordialmente salutato.

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Questo bullett pass in no look per Ellington che arriva tagliando è il mio assist preferito di Bam

 

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In questa clip ho riunito tute le situazioni che fanno sfregare le mani a Spoelstra : la capacità di portare il pallone, di correre il campo chiudendo al ferro e, in futuro, arrestarsi per un pull-up Jumper dalla media in versione Point Center. In America per un prospetto del genere si dice : no ceiling 

 

In conclusione possiamo affermare che Adebayo è il rookie giusto al momento giustissimo per i Miami Heat, che stanno attraversando un periodo di transizione prolungata dove non manca il tempo per crescere e monitorare giovane talento senza rinunciare a competere, contesto ideale per prospetti con questo tipo di etica lavorativa. In attesa dei Playoffs, palcoscenico ben più impegnativo, non ci resta che gustarci giocate come questa. 

http://www.theshotmag.it/wp-content/uploads/2018/03/MONSTER-DUNK.mp4
Tags: Bam AdebayoEric SpoelstraJohn CalipariKentucky WIldcatsMiami HeatPat RIley
Edoardo Conti

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