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Direzioni opposte – analisi della Mirotic Trade

Cosimo Sarti by Cosimo Sarti
6 Settembre, 2019
Reading Time: 5 mins read
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L’ossessione di stabilire chi abbia “vinto” una trade è tanto assurda quanto diffusa. La buona notizia è che questo non vuol dire che non ci sia una squadra che ne tragga beneficio ma che, anzi, possono addirittura guadagnare qualcosa entrambe le squadre. Sbalorditivo. Non sempre accade ma questo sembra essere uno di quei casi in cui ogni parte ottiene quello che vuole.

Chicago cede:

  • Nikola Mirotic
  • Seconda scelta 2018 proveniente dalla stessa NOLA (segue spiegazione)

New Orleans cede:

  • Omer Asik
  • Prima scelta 2018 (Top-5 protected)
  • Jameer Nelson
  • Tony Allen
  • Swap delle seconde scelte nel 2021

Nikola Mirotic: “Threekola” è il cosiddetto centerpiece di questo scambio. Con più di 16 punti a partita e abbondantemente oltre il 40% dall’arco, in soli 25 minuti di gioco è chiaramente il miglior giocatore dei Bulls a questo punto della stagione; 210 cm di altezza con una tecnica da esterno e una barba così folta si vedono raramente. Ma c’è un “ma” ovviamente, anzi, una intera vagonata di “ma”, altrimenti perchè privarsi di cotanto ben di dio? Il primo “ma” viene da Bobby Portis gli ha letteralmente spaccato la faccia con un pugno durante il training camp e nonostante i due abbiano giocato bene insieme, Niko pare non aver gradito il gesto, spingendo per essere scambiato. Il secondo “ma” riguarda la situazione nel reparto lunghi dei Bulls: Nonostante le sopracitate ottime caratteristiche da lungo tiratore, a Chicago c’è la versione super saiyan di questo giocatore ovvero il rookie Lauri Markkanen: più alto, più grosso, biondo, occhi azzurri. L’ultimo “ma” riguarda il contratto di Mirotic, di un anno a 12,5M con team option per il secondo anno alla stessa cifra. Con Mirotic intenzionato ad allontanarsi il più possibile da Portis, il rischio di perderlo senza ottenere niente in cambio era troppo grande per una squadra in fase di rebuilding.

Seconda scelta 2018 (NOLA): I Pelicans in estate avevano scambiato Pondexter (3,5M, in scadenza) e una seconda scelta 2018 per i diritti su Ater Majok, ormai 30enne che gioca nella lega libanese. Ora la seconda scelta di NOLA torna a casa.

Omer Asik: Al centro ex-Bulls rimangono altre due stagioni dopo questa a 11.5M, ma solo 3M di questi sono garantiti nell’ultimo anno del contratto. Questo significa che i Bulls potranno tagliarlo fra una stagione rimettendoci solo 3M in spazio salariale, oppure scambiarlo come un contratto praticamente in scadenza in estate all’interno di altre eventuali trade. L’impatto in campo è ormai minimo a causa degli infortuni degli ultimi anni, ma il contratto non è di gestione troppo complessa nella situazione in cui si trova Chicago.

Prima scelta 2018 (Top-5 protected): La scelta al primo giro del Draft 2018 dei Pelicans dovrebbe essere fra la #15 e la #20 visto il record della squadra. I Bulls puntano su di un calo dovuto all’infortunio di Cousins, ma in caso New Orleans crollasse fino alla lottery e si accaparrasse poi una delle prime cinque scelte, i Bulls non potrebbero utilizzarla. Si tratta comunque di un evento altamente improbabile, quindi questa prima scelta rimane il principale asset ottenuto da Chicago. Nel caso in cui l’evento improbabile si verificasse, i Bulls otterrebbero una scelta Top-8 protected nel 2019, che diventerebbe Top-10 protected nel 2020 e poi Top-9 nel 2021. Se ancora la scelta non fosse finita al di fuori della protezione, a Chicago spetterebbero solamente le seconde scelte del 2022 e 2023 dei Pelicans.

Jameer Nelson, Tony Allen: Semplicemente contratti minimi da veterani in scadenza. Anche se forse Jameer Nelson potrebbe avere un qualche tipo di valore come playmaker di riserva sia per i Bulls che in uno scambio. Tony Allen, nativo di Chicago, verrà con ogni probabilità tagliato immediatamente. Per NOLA liberarsi di questi due giocatori è fondamentale, visto che permette alla squadra di fare un’offerta per Greg Monroe senza ricadere nella Luxury Tax.

Swap seconde scelte 2021: Chicago avrà la scelta al secondo giro migliore fra la propria e quella di NOLA nel 2021. E se Anthony Davis dovesse lasciare la Lousiana potrebbe rivelarsi una seconda scelta molto vicino alla #31.

L’analisi della trade è molto semplice per quanto riguarda le esigenze delle squadre: i Pelicans cercavano un lungo di qualità da affiancare a Davis e Chicago cercava una prima scelta che fosse almeno sotto la #20. Entrambe hanno ottenuto quello che cercavano, ma le trattative non sono state prive di intoppi. La base di partenza era Mirotic per Asik e una prima scelta. Le prime scelte di medio livello non vengono scambiate solo per liberarsi di un contratto come quello di Asik, brutto ma non troppo lungo nè esageratamente costoso (vedi Noah, per liberarsi del quale i Knicks probabilmente cederebbero la loro prima scelta). I Bulls per Niko chiedevano una prima scelta ed erano disposti ad assorbire un contratto indesiderato, anche perchè non avrebbero avuto alternative: quale squadra in corsa per i playoffs (e quindi presumibilmente ben strutturata) sacrificherebbe un giocatore utile per ottenerne un altro, con tutti i problemi che possono scaturire modificando il roster? Il contratto di Mirotic è abbastanza breve, per cui non sarebbe mai potuto essere appetibile per una squadra in costruzione, visto che cedere una scelta molto alta per un 27enne con al massimo un anno e mezzo di contratto non avrebbe alcun senso. Per cui la tipologia di scambio più realistica per i Bulls era “prima scelta + un contratto scomodo per Mirotic”.

Con l’infortunio di Cousins e la necessità di rimanere competitivi ma abbattere il monte salari in vista del suo rinnovo, i Pelicans hanno messo insieme un pacchetto che conciliasse i loro bisogni con le richieste di Chicago. L’affare sembrava concluso pochi giorni fa, eppure Nikola Mirotic ha fermato tutto con la no-trade clause che gli spettava per aver firmato un contratto di un solo anno. Il motivo è di natura economica: senza la certezza di vedersi garantito il secondo anno di contratto da NOLA, Niko rischierebbe non solo di rimetterci quei 12,5M, ma avrebbe anche la certezza di perdere il diritto a venire rinnovato con i Bird Rights, dovendosi accontentare di cifre minori. Invocando immediatamente l’opzione per il secondo anno di contratto, i Bulls avrebbero tolto a Mirotic la possibilità di annullare lo scambio, poichè la no-trade clause era, come abbiamo detto, legata alla durata contrattuale di una singola stagione. I Pelicans, però, hanno preteso la restituzione della propria seconda scelta in cambio dell’obbligo di avere Mirotic sotto contratto per un anno in più, aggiungendo anche i contratti in scadenza di Nelson e Allen per stare alla larga dalla luxury tax ma concedendo lo swap delle seconde scelte nel 2021.

Per i più appassionati a questioni di natura tecnica, ecco come esattamente si è svolto lo scambio secondo le regole dell’attuale CBA NBA. Chicago è riuscita a ottenere una piccola vittoria grazie al fatto che lo scambio è in realtà avvenuto attraverso tre diverse transazioni.

1° Scambio: Innanzitutto, i Bulls estendono il contratto a Mirotic per il secondo anno, impedendogli di utilizzare la No Trade Clause.
Mirotic (12,5M) per Asik (10.595.505 $) + 1st rounder 2018. I Bulls assorbono il contratto di Asik con la Trade Exception derivata dallo scambio di Butler a Minnesota, di cui ora rimangono solo 861.893 $. Tuttavia in questo modo Chicago crea una nuova Trade Exception di 12,5M grazie a Mirotic che sarà valida per un altro anno, al contrario di quella di Butler che sarebbe scaduta in estate. In pratica, hanno guadagnato sei mesi in cui potrebbe capitare l’occasione buona per fare un nuovo scambio in condizioni ottimali dal punto di vista salariale.

2° Scambio: 2nd rounder 2018 (NOLA) per Jameer Nelson (1,429,818 $). Così facendo, i Pelicans ottengono una piccola Trade Exception di valore pari al contratto di Nelson.

3° Scambio: I Bulls tagliano Pondexter per aprire una posizione nel roster.
2021 2nd round swap per Tony Allen (1,471,382$). E’ interessante che siano tecnicamente i Bulls a inserire lo swap nello scambio anche se in pratica saranno loro la squadra a beneficiarne: questo accade perchè, essendo uno scambio, ogni squadra deve cedere qualcosa. Come per la fase precedente dello scambio, si crea una Trade Exception del valore del contratto di Tony Allen. Per concludere, i Bulls tagliano Allen.

Due squadre dalle direzioni opposte hanno ottenuto quello che cercavano, in questo caso vincono tutti. Tranne i Bulls le loro partite e, visto che le ambizioni di raggiungere i playoffs si sono schiantate al suolo insieme alla faccia di Dunn un paio di settimane fa, questo passo indietro guardando al futuro si era reso necessario.

 

 

Tags: Chicago BullsJameer NelsonNew Orleans PelicansNikola MiroticOmer AsikTony Allentrade
Cosimo Sarti

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Il Laocoonte della redazione di The Shot dal giorno della sua fondazione, imperverso inascoltato su tutti i canali di comunicazione disponibili.

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