Lo schema preparatorio del disegno di una figura umana è pieno di inestetismi. La conformazione a blocchi di busto, arti e viso può ricordare un Pinocchio stilizzato, ma è la bozza con cui si definiscono le sue proporzioni. Prima di arrivare ai Pacers, il gioco di Oladipo sembrava esattamente fermo a quella fase in cui il disegnatore ripulisce certi errori, li ricommette, cancella, ripercorre le stesse linee sbagliate e cancella di nuovo.
La focalizzazione del suo posto in campo ha avuto una brusca interruzione – proprio come se la mina della matita si spezzasse quando il disegnatore tratteggia i primi contorni – la scorsa stagione a OKC, quando non solo non stava più al centro del progetto tecnico, ma era diventato il terminale nervoso periferico di quel centro.
Alla curva di sviluppo di Oladipo non è stato concesso di vedere quanto sarebbe incrementata o scesa durante la sua permanenza a Orlando. Al primo anno ai Magic è entrato a far parte del primo quintetto delle migliori matricole NBA, al secondo ha invece segnato 18.5 punti, che oltre ad essere il migliore balzo realizzativo tra i ragazzi della draft class 2013 può anche valere come attestato di rendimento per guadagnarsi la fiducia di un front office NBA per almeno un altro paio di stagioni. Tuttavia, Hennigan (GM di Orlando) dopo una terza stagione di Oladipo leggermente in calo come scorer – nonostante la percentuale dei possessi di squadra utilizzati da lui (lo USG% in questo caso fa capire che segnava di meno, perché di meno erano i palloni che toccava) fosse anch’essa in diminuzione – decide di mescolare aspettativa e immediato cedendo Oladipo ai Thunder per 62 partite di Ibaka.
Condividere il back court con la point guard più dominante sulla palla della lega, non è un terreno fertile dove far prosperare il proprio gioco per una guardia con caratteristiche simili. In questa parentesi a OKC, Oladipo ha fatto registrare la media punti più bassa (15.9 punti a partita) dai tempi della sua stagione da rookie e ha visto i minimi storici anche in quelli che ha scolpito come punti di forza: rubate (1.9) e viaggi in lunetta (2.3).
Westbrook ha gestito 99.5 possessi a partita, mentre Oladipo ne controllava 46.7. Di fronte al più ampio divario per numero di possessi tra 1° e 2° opzione offensiva di una squadra NBA, l’unica soluzione rimasta è stata traslare in spot up shooter. Con il più alto numero di tiri da 3 tentati in una stagione nella sua carriera, il 43% di realizzazione sulle triple in angolo e rilasciando la maggior parte delle sue conclusioni dopo 2-3 secondi, non si può dire che non ci abbia provato. Anche se i suoi sforzi hanno sempre avuto un fondo di incostanza, come il rendimento nei tiri da fuori in catch and shoot e la serie contro i Rockets in cui ha tirato con il 28% da tre e non è stato assolutamente in grado di pareggiare l’onda d’urto della second unit più forte della NBA.

“Quando giochi vicino a Westbrook, può creare tante opportunità, ma in altre occasioni è più impegnativo”: ha affermato il GM dei Pacers, Kevin Pritchard, alla conferenza stampa introduttiva del 6 luglio per presentare Oladipo e Sabonis appena arrivati nello scambio che ha portato Paul George ai Thunder.
Snaturare il suo stile ha tolto tutta la profondità al suo gioco, come se fosse regredito a un piano bidimensionale per colpa di una mano che si è scordata di fare le ombreggiature.
Quello che sta avendo in questi primi due mesi di regular season a Indiana è un tratto sicuro intorno alle ellissi e alle altre figure geometriche senza armonia. Un bilanciamento dipeso non solo dall’ambiente, ma da un percorso iniziato in estate.
RICOSTRUIRSI
Come spiegato nel dettaglio nel pezzo di The Ringer scritto da Kevin O’Connor, a inizio maggio Oladipo ha deciso di fare uno screening muscolare e osseo simile alla scannerizzazione completa di un disegno attraverso la stampante 3D, con l’intento di progettare un programma individualizzato e capire se ci fossero squilibri a livello motorio.
Al DBC Fitness di Miami, è stato sottoposto a 64 misurazioni ortopediche, che hanno evidenziato quanto per esempio sovraccarica le ginocchia flettendole in una maniera non appropriata, o l’ampiezza esagerata nel muovere le anche durante il salto. Tendenze da poter correggere. Come una pessima dieta ad alta concentrazione di carboidrati.

Per integrare il lavoro di definizione muscolare, si è allenato per 13 settimane praticando esercizi tutt’altro che ortodossi. L’idea generale era di focalizzare questo lavoro sul rimanere bassi, stabilizzare i suoi pull-up e i jumper in allontanamento per reagire a difese che fisseranno come priorità: proteggere il perimetro e fare attenzione al portatore di palla. I progressi dal palleggio che stiamo vedendo arrivano proprio da questa mole di sessioni con i conetti, utilizzati per forzare Dipo ad entrare a piena velocità, fermarsi per posizionare il conetto senza perdere l’equilibrio.
Stavolta gli sforzi stanno ripagando per davvero. Oladipo sta mettendo con il 45.5% i tiri da 3 in palleggio, l’anno scorso li convertiva con il 32.7%. Molti più difensori infatti passano davanti sui blocchi per prevenire quel palleggio-arresto e tiro sempre più insidioso.
Avere point guard incollate al fianco ma poco attrezzate per poterlo limitare sul 1°-2° passo hanno creato anche più linee di penetrazione. Le conclusioni nella restricted area sono lievitate per efficienza dal 55.7% della scorsa stagione, al 61% di realizzazione in quella corrente.
COME HA CAMBIATO I PACERS, COME I PACERS HANNO CAMBIATO LUI
Gran parte della produzione in attacco di Oladipo arriva dall’immediata trasformazione di una palla recuperata in contropiede. Rimane attivo sulle linee di passaggio, ma non a dispersione fisica – come la pedalata di un ciclista nell’ultimo chilometro che lo separa dal traguardo – continua.
I Pacers sono la terza squadra NBA per punti generati in contropiede e le migliori opportunità si attivano proprio quando la pressione esercitata dal back court fa chiudere il palleggio al portatore di palla avversario. Indiana è riuscita a realizzare parziali di 20-25 punti facendo rimonte clamorose nel mese di dicembre, perché dal terzo quarto alzavano a tal punto l’intensità sul pallone con Joseph come principale uomo in marcatura individuale sul portatore, dal causare un collasso.
Ai Thunder la capacità di disturbatore di Oladipo era offuscata da Roberson e Russ, a cui erano affidati gli esterni avversari più forti fisicamente e più ball dominant. In questo nuovo contesto, invece, svolge una funzione difensiva molto simile a quella di Westbrook. Marcando quasi sempre la seconda opzione offensiva, può aiutare Collison e Joseph appena si ripresenta l’occasione utile per un raddoppio.
Per assurdo, Oladipo ha riscritto il proprio stile, cambiando anche quello dei Pacers. La scorsa annata Indiana era diciottesima per numero di possessi giocati a partita. Il pace non ha potuto che avere un’impennata con un giocatore che si può detonare con quella rapidità in campo aperto. Quest’anno sono al 10° posto, giocano anche più altruisticamente (dal 24° al 12° posto per passaggi effettuati a partita) e impiegano meno tempo su singolo possesso ad entrare nell’attacco.
Tutto questo non sarebbe possibile se avesse altri compagni. A OKC Oladipo giocava al fianco di 2 big man tradizionali e di ali non in grado di allargare il campo efficacemente. A Indiana virtualmente ogni ala e big sa tirare da 3. Al Jefferson è l’unico ad aver registrato almeno 100 minuti totali in campo da inizio stagione a non essere pericoloso a 7.25 m dal ferro.
Turner e Sabonis non sanno solamente tirare da fuori, ribaltano il lato da grandi passatori. Sugli handoffs, danno la libertà a Oladipo di operare senza dover fare principalmente una cosa: tirare in catch&shoot. Avere altre opzioni per Olapido, sgombera la mente e gli consente di essere più funzionale proprio in queste situazioni, quelle che a OKC doveva fare forzatamente GIF
MACCHINA CLUTCH
Prima dei 47 punti segnati contro i Nuggets, Oladipo aveva già rallentato il tempo sigillando 3 finali di partita in equilibrio con tre tiri segnati allo scadere che come marchio indelebile hanno riportato una W. Due di questi li ha messi battendo gli Spurs e i Cavs, due squadre che mirano a qualcosa in più di una qualificazione ai playoff.
La vera sfida sta nell’affrontare il re dei clutch scorer e tenergli testa. A volte la sfortuna risiede anche nella possibilità di non giocare l’ultimo possesso.
Non c’è squadra NBA con il margine più alto di punti segnati durante l’overtime dei Pacers. Anche perché in questa stagione, solo altre due squadre hanno giocato quel numero di partite fino ai tempi supplementari, vincendole.
A fare impressione è il volume di gare finite sul filo del rasoio per i Pacers. 17 partite in cui Indiana si è trovata a 5 minuti dalla sirena ad essere sopra o sotto di soli 5 punti. E tra i giocatori che ne hanno disputate almeno 15 in situazione di clutch, Oladipo ha la stessa identica media punti di Russ.
Per come sta andando a rimbalzo difensivo e avvia il contropiede, un disegnatore di identikit farebbe fatica a non rappresentare graficamente i primi lineamenti di Russell Westbrook.
Sui mismatch contro i big man, ha sviluppato un lieve movimento in esitazione con cui trova il punto di cedimento strutturale e quello in cui estendere il secondo passo. In una forma meno al tritolo di Westbrook, ma parecchio simile.
Lui stesso ha dichiarato recentemente al giornalista Joseph Spears di Indy Star di aver preso Westbrook come modello per dare il 115% in campo, senza che Westbrook fornisse alcun consiglio specifico diretto a Oladipo. L’attuale record di 19-16 dei Pacers non sarà dovuto esclusivamente alla sua ascesa come nuovo uomo franchigia. Ma questo dicembre, ha mostrato che la trade di Pritchard non è di quelle da cestinare. Anche se ci vorrà un’altra metà di stagione per giustificare la perdita di Paul George, Oladipo ha finito il ritratto di sé e lo sta dando a una squadra che sembrava destinata alla ricostruzione.