Babbo Natale sta per atterrare sopra le nostre case, si sta per infilare nei camini per portare doni ai più bravi e carbone, tonnellate di carbone a chi come me bravo non lo è da un pò. Ma prima di salire sulla sua slitta è passato per la redazione di The Shot e mi ha detto:”Robè – Babbo Natale abita a San Pietro, per chi non lo sapesse – devi damme na mano, me devi scrive qualcosa sui premi de fine anno in NBA, perché io ho da fare sto momento e non posso passare da LeBron o da KD a dirgli quanto so bravi”. E chi sono io per dire no a Santa Claus? Però ve l’ho detto che sono un po’ biricchino e quindi ecco a voi i regali, anzi i premi, per i giocatori NBA da parte di Babbo Natale. Ma con il tocco di “The Shot”. Ovviamente.
Premio alla “Miglior difesa che non è una difesa”: LeBron James.
Piccola premessa doverosa: James tra qualche giorno compirà 33 anni e nonostante questo sembra in continua crescita e dopo un avvio disastroso i suoi Cavs stanno tornando ad essere la squadra da battere ad Est. Il Re viaggia a 28.2 punti, 8.3 rimbalzi, 9.3 assist, 1.1 stoppata a partita, 1.5 palle rubate col 41% da 3 punti ed il 57% dal campo,entrambi career high. Non sembrano esserci pecche e il suo regno sembra molto lontano dal voler finire, ma difensivamente non sembra volersi applicare più di tanto, così come tutti i Cavs: il Defensive Rating di 110.6 è lì a dimostrarlo. Il che non vuol dire che non sia un ottimo difensore, ma semplicemente che si sta “riposando” per i momenti cruciali, come hanno fatto i grandi prima di lui, da MJ a Kobe. Ecco diciamo che, forse, contro i Mavs si è riposato un po’ troppo e quindi tra un premio di MVP e l’altro ci possiamo inserire il premio per la “miglior difesa che non è una difesa”. Congratulazioni.
Premio “Mamma prendo un cazzotto e torno più forte di prima”: Nikola Mirotic.
7-1. Il record dei Bulls da quando Nikola Mirotic è tornato in campo: l’unica sconfitta per 115-112 è contro i Cavs. I Bulls non trustano il project, anche se col senno di poi sarebbe meglio provarci visto il talento a disposizione nel prossimo Draft. Il merito di questa rinascita dei tori non è né del finlandese che assomiglia al lettone di New York che a sua volta assomiglia al tedesco di Dallas, né di Dunn, bensì dell’unico uomo che ha avuto il coraggio aggredire il pugno del mansueto Portis con la faccia. Le numerose fratture riportate dalla barba di Mirotic non hanno però compromesso il suo talento e anzi gli hanno conferito il ruolo di talismano dell’ imbattibilità o quasi. Dal suo ritorno l’ex Real viaggia a 19 punti, 7.4 rimblazi, 52.5% dal campo, 48.9 da 3 ed un PER del 25.8 (Durant ha 24.8 e Lillard 22.8 ad esempio – anche se con più partite giocate). E che questo sia solo il primo di tanti premi stagionali per te, Nik.
Premio “LaVar Ball che non parla dei Ball”: Lavar Ball.
Che LaVar Ball non parli dei Ball è cosa più unica che rara, ma da quando ha iniziato a parlarne Lonzo ha iniziato a fare vedere netti miglioramenti. E quindi ti prego LaVar smettila di parlare dei Ball. Nelle otto gare di Dicembre l’ex UCLA sta viaggiando a 11 punti di media, 6.5 assist e 6.8 rimbalzi, con un accettabile 41% dal campo ed un migliorabile, ma non pessimo, 31% da tre. Cifre che danno speranza ad un ragazzo che stava tirando con il 30% da 2 e il 24.3% da tre punti nel mese di Novembre. Ed è per questo che abbiamo deciso di non premiare lui ed i suoi sforzi, ma suo padre unico vero artefice di quel reality che è la famiglia Ball. Abbiamo istituito questo premio per spronarlo a smettere di rompere le scatole con frasi come “Lonzo è meglio di Steph e porterà i Lakers ai Playoff al primo anno” ma allo stesso tempo vogliamo incentivarlo a continuare il trash talking contro personaggi altrettanto pacati come lui e quindi non potevamo non premiare la faida con Sir Charles Barkley. Faida vinta da LaVar, ovviamente, per K.O. tecnico dopo aver pronunciato le seguenti parole: “He (Barkley) better stay behind that TNT thing… and eat them doughnuts”. Insomma cosa c’è di più bello e terminale di LaVar che invita un Hall of Famer a stare seduto a mangiare ciambelle? Gioco, partita, incontro LaVar.
Premio “Non so chi cazzo sia, ma che partita”: Maxi Kleber.
A Mark Cuban piacciono i tedeschi e ha deciso che deve averne almeno due, perché quello forte è vicino al ritiro e non vuole trovarsi a secco di crucchi che vanno in giro con calzini e sandali nel deserto texano. Ed ecco perché Maxi Kleber, tedesco di Wuzburg (déjà-vu?) ed ex Bayern è un giocatore dei Mavs. Se non sapete chi sia o che ruolo giochi non è così grave, però sappiate che è un’ala grande (again?) con un discreto tiro da fuori (again and again?!?)che sta viaggiando a cifre “spaziali”: 5.9 punti e 3.5 rimbalzi.
Ma allora come ha fatto a vincere questo ambizioso premio? Ecco la risposta:
https://www.youtube.com/watch?v=fStlxT7SIjo
Premio “Momento Natalizio 2K17”: Magic Johnson e Isiah Thomas.
Il Dream Team del ’92 era composto dai migliori giocatori NBA, e alcuni dei più forti di sempre: Magic, Bird, MJ, Pippen, Ewing, Drexler, Malone…
All’appello mancava solo un giocatore che a cavallo tra gli anni ’80 e’90 era probabilmente uno dei 4 giocatori più forti sulla faccia della terra: Isiah Thomas. Motivo dell’esclusione? Vi basti pensare ai Bad Boys di Detroit, alle Jordan Rules e a tutte quelle piccole scaramucce che ci si scambia tra atleti competitivi ai massimi livelli. Che Jordan, Pippen e Bird non simpatizzassero per il due volte campione NBA Thomas era scontato ma che a tradirlo e a porre il veto sulla sua esclusione fosse stato lo stesso Magic, con il quale ci si scambiava baci prima della palla a due, era qualcosa che all’epoca Isiah non contemplava neanche lontanamente. Per rapportarlo ai nostri giorni è come se LeBron avesse lasciato fuori Wade dalla spedizione USA di Pechino 2008, altro che il Banana Boat.
Una vera e propria faida che è andata al di là del semplice basket, una faida che tirava in ballo la famiglia, la sieropositività di Magic, la morte del fratello di Isiah per HIV e tutte quei commenti, quelle voci smentite o meno che non hanno fatto altro che allontanare quasi irrimediabilmente questi due grandi giocatori.
Ma la magia del Natale è anche questo, vedere due fratelli sedersi l’uno davanti all’altro e semplicemente far pace.
“Sei mio fratello, lascia che mi scusi con te se ti ho ferito e se non sono siamo stati insieme, Dio è buono e ci ha riuniti”.
Buon Natale.