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All-Around Giannis

Alessandro Ravasio by Alessandro Ravasio
6 Settembre, 2019
Reading Time: 6 mins read
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La topica è un luogo di tutti i luoghi, è una zona della nostra mente dove la mente stessa archivia degli schemi fissi attraverso i quali possiamo conoscere qualcosa. In retorica, per esempio, la topica è uno schema preconfezionato dal quale il retore può attingere per impostare il discorso. Il locus amoenus è un caso famoso di topica che è stata usata molto spesso nella letteratura, nell’Odissea come in molte parti della Divina Commedia. La topica è un po’ anche la nostra forma mentis, il nostro modo di vedere le cose per cercare di far rientrare ciò che non comprendiamo in uno schema predefinito al fine di giungere ad una conoscenza più accurata. Con Giannis Antetokounmpo ogni nostra topica è andata a donne di facili costumi.

Facciamo un piccolo passo indietro. Nelle ultime due stagioni eravamo entrati nell’ottica che Jason Kidd, allenatore dei Milwaukee Bucks, potesse far giocare Giannis come playmaker. Già il solo fatto che noi potessimo abituarci all’idea di vedere un ventenne greco di 2 metri e 11 con un’apertura alare di 2 metri e 30 essere il playmaker di una franchigia NBA ci fa capire il cambiamento culturale che stiamo vivendo in questi anni di pace&space e small ball. Questa strategia ha pagato molto nelle ultime due stagioni, in cui Giannis ha avuto un miglioramento costante ed esponenziale in tutte le voci statistiche – da quando è entrato in NBA ha migliorato anno dopo anno ogni sua voce statistica – fino a fargli vincere il Most Improved Player e ad essere inserito nel secondo quintetto All-Nba nella scorsa stagione.

In questa stagione, coach Kidd ha deciso di spingere ancora oltre l’esperimento Point Giannis e di iniziare la fase due della rivoluzione: All-Around Giannis. Come scritto infatti nelle nostre Bold Predictions in questa stagione il ruolo che coach Kidd ha disegnato per Antetokounmpo è che può giocare in tutti i ruoli possibili. Sia in attacco che in difesa Antetokounmpo ha raggiunto un livello tale di completezza e di fiducia nei propri mezzi che è in grado di giocare e di difendere qualunque ruolo su un campo da basket. Nell’era in cui la versatilità è il valore più ricercato in un giocatore che vuole stare in campo quando si decidono le partite, Giannis Antetokounmpo è La Versatilità.

Quello che più colpisce di lui durante questo inizio di stagione è il senso di ineluttabilità che ogni suo possesso in attacco trasmette sia allo spettatore che agli avversari in campo. In qualunque punto del campo lui prenda palla, l’inevitabile corso degli eventi, porta a pensare che in qualche modo lui arriverà al ferro per mettere a referto altri due punti. Non importa chi abbia di fronte o quanti giocatori ci siano tra lui e il ferro: Giannis arriverà comunque al ferro. Lo sa lui, lo sappiamo noi, lo sanno gli altri. Tutto questo con gli avversari di turno consci che lui non sia in grado di tirare e che quindi gli lasciano almeno un metro di spazio aspettandolo in area. Niente da fare, lui vi schiaccerà comunque in testa.

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http://www.theshotmag.it/wp-content/uploads/2017/11/video-n°2.mp4

Potete scegliere il comportamento da Baynes che preferite: far finta che lui non vi abbia schiacciato in testa e passare la palla al compagno per far partire il contropiede (nota a margine: Baynes era genuinamente convinto che il greco avesse sbagliato la schiacciata) oppure potete provare a opporvi all’inevitabile, destino e perdere. Il fatto che sul secondo tentativo Giannis abbia sbagliato la schiacciata non toglie il fatto che abbia mandato al tappeto un esemplare da 115 kili di australiano.

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Questo è il concetto di inevitabile sublimato in un video. Antetokounmpo e i Bucks stanno giocando contro i derelitti Atlanta Hawks quando, sul +21, il #34 riceve palla in post, in una situazione classica per Milwaukee. Quello che non è classico è il fatto che un giocatore triplicato possa spostare i suoi tre avversari per una comoda schiacciata. Come detto, inevitabile.

Ci sono tanti motivi che hanno consentito a Giannis di raggiungere questo livello. Innanzitutto un talento e un fisico unici nella storia del gioco. È vero che si tratta di un bulldozer quando si lancia in area, ma il merito non va solo a madre natura. Durante le varie off-season Antetokounmpo ha lavorato duramente sul suo fisico, passando dagli 80 chili di quando è entrato nella Lega agli attuali 100. Questo però non può essere chiaramente sufficiente, infatti questo corpo da statua greca è dotato anche di una coordinazione e di un ball-handling straordinari per uno della sua stazza. Stazza che è in parte causa dei suoi problemi al tiro: il suo fisico è un unicum nella storia del gioco, mai nessuno ha provato a diventare un tiratore con quel corpo. Le spalle così muscolose, le braccia praticamente infinite e due badili al posto delle mani non sono la dotazione classica del vostro tiratore ideale. Questo significa che Giannis non avrà mai un jumper affidabile? No, perché comunque coordinazione e una buona meccanica in relazione al suo fisico non gli mancano, semplicemente dovrà continuare a lavorare per trovare un movimento di tiro che gli dia un minimo di costanza.

Il problema della eccessiva muscolatura che influisce sulla meccanica, e quindi sulle percentuali al tiro, non è nuovo: anche Lebron James nella prima parte di carriera ha affrontato un problema simile tanto che dall’estate del suo ritorno a Cleveland ha lavorato per perdere peso con dei miglioramenti significativi al tiro. È da almeno tre stagioni che si aspetta che Giannis riesca a tirare decentemente per farlo diventare un’arma incontenibile, ma la realtà è questa. Reggie Miller ha recentemente dichiarato che secondo lui il giocatore perfetto sarebbe Giannis Antetokounmpo così come è ora unito al jumper di Miller stesso. Una fusione per niente male. Già ora è uno dei migliori attaccanti puri della Lega ed è un nome forte per il titolo di Mvp, anche perché non può vincere due volte il Mip, con un jumper quantomeno nella media non ci sarebbero davvero limiti alle possibilità offensive di questo 23enne. È comunque incredibile come un giocatore che non sa tirare, solo il 40% per lui con i jumper, riesca comunque ad avere una percentuale dal campo del 60%; figlia appunto delle sue incredibili qualità nei pressi del ferro (85% secondo Basketball Reference).

Altri motivi del suo miglioramento riguardano invece gli altri componenti della squadra: Malcom Brogdon, dopo aver vinto il Rookie of the Year lo scorso anno, si sta rivelando uno dei giocatori più importanti di Milwaukee. Dotato di ottimo QI cestistico, sa perfettamente qual è il suo ruolo e come svolgerlo al meglio. In particolare lui e Tony Snell, che ha abbracciato totalmente il suo ruolo di 3&D, stanno tirando molto bene da tre (51% da tre combinato tra i due in questa stagione secondo Basketball Reference) rendendo Milwaukee la quarta squadra da dietro l’arco di tutta la Lega (39.9% secondo Nba.com). Menzione speciale anche per Thon Maker: il centro selezionato a sorpresa con la decima chiamata allo scorso draft è salito di livello in questa stagione. Ha ancora molti aspetti da migliorare ma già ora è uno dei pochissimi centri puri a saper tirare così bene da dietro l’arco (37% come lo scorso anno ma raddoppiando i tiri presi). Avere tiratori così efficienti appostati sul perimetro ha consentito a Giannis di attaccare l’area consapevole di due cose: in primo luogo avere l’area più sgombra visto che i difensori non possono lasciare i tiratori a cuor leggero, e inoltre di poter sempre trovare qualcuno sugli scarichi quando la difesa collassa su di lui.

In questa stagione Giannis sta portando sempre meno la palla dall’altra parte, lasciando questo compito principalmente a Brogdon, Middleton e Dellavedova. Come scritto in un nostro pezzo subito dopo la trade, l’arrivo di Bledsoe non può che giovare in questo senso. L’attacco dei Bucks passerà comunque dalle mani e dalle letture di Giannis – che attualmente è terzo in tutta la Lega per usage percentage con il 34.3% – ma adesso è affiancato da un talento offensivo in grado di supportarlo quando le partite inizieranno a contare sul serio. Il fatto di partire più spesso off the ball consentirà a Antetokounmpo di attaccare con la difesa già mossa e magari di trovare subito un missmatch.

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Anche nella sua metà campo Antetokunmpo sa farsi rispettare. Le sue stoppate in chasedown sono ormai famose tanto quelle di Lebron, ma anche a difesa schierata il greco sa il fatto suo grazie a delle doti fisiche straordinarie. Nella clip sopra Giannis è in single coverage su Carmelo Anthony, uno dei giocatori che ha fatto dell’isolamento la sua bandiera. Nonostante Melo effettivamente riesca a superare Giannis, le braccia infinite del 34 riescono comunque a rispedire al mittente il finger-roll di Carmelo come se fosse un muro a pallavolo.

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Probabilmente queste sono state le due sequenze offensive più importanti della stagione di Antetokounmpo. In una serata in cui ha segnato 44 punti, career high, con il 74% dal campo (17/23) è riuscito a mettere la firma sulla partita con due difese assolutamente clutch. Prima, con i Bucks sotto di 1 punto a 20 secondi dalla fine della partita, sul cambio difensivo riesce a mettere pressione a CJ McCollum – giocatore che di per sé difficilmente sbaglia scelte – ed a rubargli il pallone per andare dall’altra parte a inchiodare una schiacciata. Nell’azione successiva, dopo il pick n’roll tra Lillard e Nurkic, legge la situazione, arriva in’ area con un aiuto perfetto e stoppa Nurkic (un centro che non ha problemi a fare poster di questo tipo e che nella stessa partita aveva fatto questo) con una pulizia tecnica e un tempismo incredibili. Una partita dalla forte valenza emotiva per Antetokounmpo, visto che ha poi dedicato la vittoria al padre scomparso pochi giorni prima dell’inizio di questa stagione.

Oggi Giannis è uno dei due migliori giocatori della costa est e sicuramente tra i primi 10 della Lega, tanto che Durant ha detto che si tratta del suo giocatore preferito da guardare. Ancora più importante è il fatto che stia riscrivendo nelle nostre teste cosa un giocatore può fare su un campo da pallacanestro, sfuggendo a ogni nostro vecchio sistema di concezione dei ruoli. Ha solo 23 anni: mettiamoci comodi e godiamoci il cammino, sarà uno show ancora bello lungo.

Tags: giannis antetokounmpoLeBron JamesMilwaukee BucksMVP
Alessandro Ravasio

Alessandro Ravasio

Fiero tifoso dei Grizzlies, si è innamorato della pallacanestro dopo aver visto il semigancio mancino di Zach Randolph. Uno dei momenti più felici della sua vita è stato vedere Tony Allen urlare "First Team All Defense" davanti a tutta la Oracle Arena

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