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#2 – Divinità ostili

Cosimo Sarti by Cosimo Sarti
6 Settembre, 2019
Reading Time: 4 mins read
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Episodio tutto dedicato all’attualità e alle persone strane: Bledsoe, Irving e Caddeo. Prima di iniziare segnalo un evento che mi è parso un chiaro ammonimento divino: mi sono scavigliato alzandomi dal divano; forse i famosi “Dei del Basket” esistono e leggono Couch Ballers’ Week, ma si sono già rotti le palle e han cercato di farmelo capire. Inutile dire che non mi lascerò certo intimidire per così poco, finchè non mi cade un divano in testa tipo pubblicità del Buondì io vado avanti per la mia strada.

Certe Cose Sconosciute

Immaginate di aspettare un paragrafo sull’inizio di stagione folgorante dei Magic e vedervi arrivare un testo dal titolo “Certe Cose Sconosciute” scritto bello in grande, al centro. Iniziate a leggere e si parla di tramonti. “Si sarà innamorato”, “magari contribuisce anche a una rubrica di fotografia e si è confuso”, “è vecchio, forse ha sentito male al telefono”; insomma, le pensi un po’ tutte. Invece Pietro Caddeo, detto “Obi-Wan” o “Bonzi Wells” a seconda del contesto, vi spiega proprio le prime partite di Orlando partendo dai tramonti e da un titolo veramente strano.

Tra i fenomeni singolari di questi giorni, oltre ai tramonti da cartolina o che preannunciano l’imminente formarsi di uno squarcio per il sotto-sopra – dipende da come vedete il bicchiere – la vittoria dei Magic contro gli Spurs ha portato a un’altra cosa sconosciuta, che non si verificava da 7 anni: battere San Antonio e farlo con il più ampio margine di punti nella storia della franchigia, 114-85.

Il campione di partite giocate è troppo piccolo per fare analisi ma lo stupore è troppo grande per non parlarne, anche perché il calendario non era così favorevole per i Magic. Hanno affrontato Miami e Cleveland, portando a casa una W in entrambe le occasioni e al momento sono 4-2, mentre non c’è nessuna squadra che sta tirando meglio di loro dal campo (50.4%).

Il 28.3% di queste conclusioni sono stati tiri aperti. Coincidenze? Mantenere situazioni dinamiche sui penetra e scarica – lo Starting 5 dei Magic dal punto di vista del talento è mediocre tendente al buono, ma ha 5 giocatori validissimi nel mettere palla per terra, tirare piazzati e correre forte (terzi per Pace nella lega) –  e creare punti facili nei giochi sulle rimesse farebbe pensare di no. Ma chi sarebbe pronto a scommettere che sia anche sostenibile? 

Io. Se Orlando chiude con un record migliore di Minnesota* Caddeo mi deve una birra, you are all witnesses. 

*Pietro tifa Wolves, come tanti ragazzi della sua età, per colpa di KG

 Milwaukee Exposition, Convention Center and Arena

Alessandro Ravasio ci aiuta a non fare la figura di Kyrie spiegandoci una curiosità sulla partita della settimana scorsa fra Bucks e Celtics. Sul fatto che la Terra sia sferica non ho ritenuto necessario spendere preziosi paragrafi di Couch Ballers’ Week ma se avete dei dubbi qualcuno che faccia un disegnino lo trovo. Adesso torniamo seri perchè si celebrano i primi cinquant’anni di una franchigia storica, grazie.

Se avete seguito la Nba durante questa settimana, vi sarete accorti che la partita di giovedì notte tra Milwaukee e Boston, vinta da quest’ultima 96-89, si è giocata su un parquet tutto particolare. Infatti il parquet era la riproduzione fedele del campo di gioco dove i Bucks hanno disputato le loro partite dal 1968 al 1987 e che ha visto l’unico titolo mai vinto dalla franchigia del Wisconsin nel 1971, guidata da due autentiche leggende come Abdul-Jabbar e Robertson. Il palazzetto era chiamato “The Mecca” dall’acronimo del nome completo del palazzetto stesso, che la proprietà ha voluto omaggiare nel 50esimo anniversario della nascita della franchigia, avvenuta nel 1967.

Ma perché celebrare questa ricorrenza proprio contro i Boston Celtics? Per un motivo molto semplice: l’ultima partita giocata a The Mecca fu proprio contro i Celtics di Larry Bird. Era Gara 6 delle Semifinali di Conference e i Bucks, sotto 3-2 nella serie, riuscirono a battere i Celtics campioni in carica per 121-111. La decisiva Gara 7, disputata al Boston Garden, sancì l’eliminazione dei Bucks di Sidney Moncrief, che quindi non misero mai più piede al The Mecca.

Nel prossimo paragrafo scoprirete l’ultima uscita intelligente di Uncle Drew, sempre riportata da Alessandro. Per fortuna che è bravo a fare canestro.

Le Point Guard, quelle sveglie

Vi ho tenuti sulle spine abbastanza, anche perchè lo so che di The Mecca vi interessava il giusto e volevate solo sapere di Kyrie. Ma questa è una rubrica di un certo livello e i momenti di ignoranza bisogna guadagnarseli!

Kyrie Irving, intervistato prima della partita, ha dichiarato che appena ha messo piede in campo il parquet gli è sembrato strano e che temeva per l’integrità delle sue ginocchia perché secondo lui giocare su un parquet vecchio di 40 anni era molto pericoloso. Gli account social dei Bucks hanno così rilasciato un video sul lavoro di riproduzione del parquet facendo vedere che era solo una replica nuova di zecca e non quello originale.

Sembrerebbe impossibile spararla più grossa, ma Bledsoe ci prova giustificando questo tweet dicendo di non essere stanco di prenderne 40 a sera, ma bensì di essere stanco di stare dal barbiere. Il vile barbiere lo ha però tradito senza rimorso alcuno: a una domanda di un giornalista ha risposto ridendo beffardo che Bledsoe non era da lui al momento del tweet, e ha addirittura rincarato la dose dicendo che vede il giocatore giù di morale da un po’ di tempo. La vicenda si è conclusa con Bledsoe messo fuori squadra e i Suns che aspettano un’offerta decente per quello che doveva essere il loro playmaker titolare.

Di solito vi suggerisco una partita, stavolta invece sono due, entrambe su Sky Sport 2: la notte fra Venerdì e Sabato c’è Spurs @Warriors, mentre Sabato a mezzanotte Wizards @Cavs. Orari umani e grandi giocatori nonostante l’assenza di Leonard, mancano solo un divano e gli amici. A proposito, occhio quando vi alzate.

 

 

 

 

Tags: Couch Ballers' Week
Cosimo Sarti

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Il Laocoonte della redazione di The Shot dal giorno della sua fondazione, imperverso inascoltato su tutti i canali di comunicazione disponibili.

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