L’estate dei Golden State Warriors si prospettava essere non necessariamente complicata, ma riuscire comunque a fare tutto quello che era nelle loro forze (e forse anche qualcosa in più) per confermarsi una spanna sopra tutte le concorrenti non era scontato. I nodi principali per il GM Bob Myers all’inizio dell’estate erano essenzialmente due: il primo la conferma di tutto il core, cercando di stare contenuti con la luxury tax. Il secondo era quello di rinnovare la panchina, con veterani adatti al sistema di gioco e rookie promettenti da far crescere sotto l’ala delle superstar.
Ecco allora che Bob Myers, dopo aver ricevuto il riconoscimento di GM dell’anno, ha saputo confermarsi creando e confermando quella che a tutti gli effetti puo’ diventare una dinastia destinata a segnare un’epoca.
Nel giro di un mese infatti i Golden State Warriors sono riusciti a firmare tutti i giocatori di cui avevano bisogno per completare la rosa, confermandosi i grandi favoriti anche per la prossima stagione. Come in una sorta di diario, l’avanzare delle strategie di Bob Myers è stato qualcosa di inarrestabile e managerialmente ineccepibile.
22 Giugno: nella notte del draft per Golden State non c’era molto da fare, tranne che cercare un occasione come l’anno precedente, quando arrivo’ una pick al secondo giro per cash consideration e successivamente trasformata in Patrick McCaw. E anche quest’anno la chance si è presentata, con i Chicago Bulls (ancora probabilmente sotto choc dalla trade di Jimmy Butler di qualche ora prima) cedere la pick 38 per $3.5 milioni.
E a Bob Myers e Steve Kerr non pareva quasi vero di avere ancora a disposizione Jordan Bell, ala di Oregon che per sua stessa ammissione si è sempre ispirato a Draymond Green. I due ora giocheranno insieme e proprio Green è stato il primo a contattare il giocatore, per dargli il benvenuto a modo suo chiamandolo la sera stessa del draft e facendogli subito capire che lo avrebbe seguito con attenzione.
Giocatore ingaggiato: Jordan Bell ($815,615)
Giocatori a roster: 6
Monte salari: $39,246,904
30 Giugno: all’apertura della free agency, la prima mossa dei Golden State Warriors è quella di rifirmare subito Stephen Curry con un contratto da $201 milioni divisi in cinque anni. Una cifra mostruosa, che gli permetterà di ottenere solamente nel prossimo anno quasi quello che aveva guadagnato nei quattro precedenti.
La storia del contratto di Steph Curry è abbastanza particolare e potrebbe meritare un paragrafo nel capitolo “culo di Golden State”. Infatti la sua storia è abbastanza unica e difficilmente si vedrà un altro episodio del genere. Tutto infatti parte nel 2009, quando Steph Curry viene draftato con un contratto di $12 milioni per quattro anni. Al momento della sua scadenza, nell’estate 2013, il giocatore aveva mostrato il suo potenziale solamente ad intermittenza a causa di problemi fisici cronici. Bob Myers e Joe Lacob hanno scelto di dare comunque fiducia al giocatore rifirmandolo, ma offrendo cifre ovviamente più contenute proprio per via di questi infortuni. Ecco allora il motivo del contratto da 44 milioni per 4 anni che è stato una delle pietre miliari che ha permesso a Golden State di accumulare tutto questo talento. In otto stagioni NBA Stephen Curry ha guadagnato un totale di $56 milioni, una cifra ridicola se si pensa che stiamo parlando di un due volte MVP.
Il nuovo contratto record di $40 milioni annui per cinque anni appena firmato è il risultato dell’accordo tra lega e associazione giocatori che permette alle squadre di offrire ai giocatori:
- Draftati o a quelli acquisiti tramite scambio nel contratto da rookie
- Eletti nel All-NBA team o vincitori del Defensive Player of the Year
fino a $80 milioni in più al momento del rinnovo rispetto alle altre squadre. Per questo motivo, mentre tutte le altre franchigie sarebbero potute arrivare ad offire fino a un massimo di $130 milioni per cinque anni, Bob Myers ha potuto chiudere subito ogni discussione mettendo sul tavolo i famosi 200 milioni di dollari. Con queste cifre il contratto di Stephen Curry peserà circa il 27-28 percento del totale monte salari di Golden State la prossima stagione, quasi il 10 percento in più di Durant.
L’idea che il contratto appena firmato da Curry sia troppo alto è un mito da sfatare. Infatti, paragonando una squadra ad una normale societa’, si potrebbe vedere questo salario come il riconoscimento di una azienda ad un proprio dipendente che ha fatto salire vertiginosamente il valore dell’azienda. Come fatto notare da Ann Killion su Twitter, Joe Lacob comprò nel 2010 (il secondo anno di Curry) la franchigia per 450 milioni di dollari. Sette anni più tardi, secondo la più recente classifica di Forbes, il valore della squadra è stato quintuplicato, raggiungendo il valore di 2.6 miliardi di dollari. Ecco quindi il motivo per cui non si può considerare egoista o scandalosa la cifra firmata dal numero 30.
How valuable is Stephen Curry? In 2010 Lacob bought Warriors for $450 million. Now worth $2.6 billion.
— Ann Killion (@annkillion) July 1, 2017
L’unico rischio reale legato a queste cifre sono legate sempre alle condizioni fisiche del giocatore: dovesse rimanere sano, si tratterebbe di una vittoria per il front office della Baia, mentre in caso di infortuni o cali fisici (nel 2021 durante il suo ultimo anno di contratto avrà 34 anni e guadagnerà 40 milioni di dollari) potrebbe rischiare di compromettere l’intero sistema salariale degli Warriors. Per Stephen Curry, ad ogni modo, questo sarà certamente un anno d’oro almeno a livello economico: infatti, considerando gli endorsment, Forbes ha calcolato che la stella di Golden State guadagnerà 80 milioni di dollari solo durante la stagione 2017-18.
Giocatore ingaggiato: Stephen Curry ($34,682,550)
Giocatori a roster: 7
Monte salari: $73,929,454
1 Luglio: i Golden State Warriors rifirmano Shaun Livingston per 24 milioni di dollari in tre anni. La firma prevede 24 milioni totali, di cui 20 garantiti. Il contratto quindi è stato strutturato in modo da pagare 8 milioni i primi due anni e garantendo solo 2 milioni per il terzo, quando gli Warriors si troveranno ad affrontare il rinnovo di Klay Thompson. Il giocatore, subito dopo la firma, ha detto di aver rinunciato a una cifra più alta di altre squadre pur di rimanere a giocare ad Oakland.
Effettivamente, grazie ai Bird rights accumulati, Livingston sarebbe potuto arrivare a chiedere fino a quasi 11 milioni di dollari a stagione. In questo modo invece ha scelto di rinunciare a circa tre milioni di dollari annui, aiutando gli Warriors con un minisconto e soprattutto accettando un contratto non garantito nell’ultima stagione. Tuttavia questo è stato fattibile solo grazie all’accordo fatto con Kevin Durant, il quale aveva dato la disponibilità per uno sconto sul proprio contratto.
In questo modo gli Warriors hanno avuto la possibilità di poter usare i pieni Bird Rights sia su Livingston che Iguodala, il quale intanto stava sviluppando nel frattempo una personale strategia di mercato per strappare un contratto alle condizioni che desiderava.
Giocatore ingaggiato: Shaun Livingston ($7,692,308)
Giocatori a roster: 8
Monte salari: $81,621,762
1 Luglio: i Golden State Warriors rifirmano David West. Il veterano, dopo aver finalmente vinto l’anello lo scorso anno, ha trovato l’accordo con la squadra della Baia per un ultimo giro prima di ritirarsi. Il contratto firmato, al minimo, mostra ancora una volta come la voglia di vincere venga prima dei soldi per il veterano ex Pacers.
Infatti proprio due anni fa, West aveva deciso di rinunciare a una player option da 12.6 milioni per firmare un contratto al minimo con i San Antonio Spurs per provare a vincere il titolo. L’ala ha disputato lo scorso anno una stagione in crescendo, trovando sempre più spazio dopo l’All-Star Game e arrivando a prendere tutti i minuti di JaVale McGee durante le Finals.
Tutto questo ha portato alla riconferma del veterano a condizioni ottime, visto che il giocatore prenderà il minimo e conosce già a memoria il gioco richiesto da Steve Kerr.
Giocatore ingaggiato: David West ($2,328,652)
Giocatori a roster: 9
Monte salari: $83,950,414
2 Luglio: La firma di Andre Iguodala probabilmente era la più complessa per il front office di Golden State, specie per via della strategia utilizzata dal giocatore durante la free agency. Infatti, appena iniziata l’apertura degli incontri tra giocatori e squadre, Iguodala ha fatto sapere subito di essere disponibile ad ascoltare nuove offerte, programmando meeting con i San Antonio Spurs, Sacramento Kings e Houston Rockets. Squadre con progetti interessanti, due delle quali dirette concorrenti per il titolo.
L’ala, dal canto suo, era determinata a monetizzare quanto di buono fatto in carriera e l’obiettivo era quello di assicurarsi un triennale. Tuttavia dalla Baia le notizie portavano più ad un interesse per un biennale, facendo calare le chance di rifirma per l’MVP delle Finals 2015. I rumors degli insiders inoltre erano concordi sul fatto che Iguodala non avesse programmato nessun colloquio con Golden State, lasciando intendere come non ci fossero molte speranze di rivederlo a Oakland per l’inizio della prossima stagione.
E invece, alla fine, l’accordo è arrivato. Quarantotto milioni per tre anni era esattamente quello che il giocatore voleva e, con la sua firma, gli Warriors si sono assicurati tutto il core di superstar per almeno altri due anni. Il nuovo contratto porta quindi un aumento il 20 percento di salario per Iguodala, che sommato a tutto il resto porterà (in proiezione) il payout complessivo a quasi $400 milioni di dollari nella stagione 2020-21.

Tuttavia questa cifra è stata ben ponderata dal front-office, che potranno fare affidamento su alcune strategie per fronteggiare questa spesa. Tanto per iniziare infatti tra due anni (proprio quando ci sarà da affrontare l’ultimo anno di Iguodala e il rinnovo di Thompson) ci sarà l’apertura della nuova arena a San Francisco, le cui revenue si dovrebbero aggirare intorno ai $300 milioni di dollari annui secondo le prime previsioni.
Questi soldi potranno essere investiti per tenere il team a questo livello, elemento fermo nelle strategie della dirigenza per attirare il “relativamente nuovo” pubblico collocato dall’altro lato della Baia. Ma lo stadio non è l’unica risorsa a cui gli Warriors potranno fare affidamento. Infatti, in caso di estremo bisogno, il front-office potrà chiedere di stretchare l’ultimo anno di contratto di Iguodala oppure, in ultima ratio, scegliere di lasciar andare Klay Thompson facendo partire un ciclo di rinnovamento del quintetto base.
Giocatore ingaggiato: Andre Iguodala ($14,814,815)
Giocatori a roster: 10
Monte salari: $98,765,229
3 Luglio: il capolavoro di Golden State viene rivelato in questa firma. La decisione di Kevin Durant di firmare un contratto a $25 milioni annui per due anni (con player option nel secondo anno che verrà utilizzata proprio come successo in questa stagione) racchiude tutta la strategia di Bob Myers.
Infatti Kevin Durant, pur di consentire alla società di rifirmare per almeno altre due stagioni tutto il core, ha rinunciato a oltre $6 milioni, quasi $10 milioni se il giocatore avesse chiesto il massimo possibile. E la cifra di $25 milioni è tutt’altro che casuale. Con questa infatti Golden State resterà alla fine con un payroll sotto $140 milioni, limite che porterà Golden State a pagare fino a $32 milioni di tassa per un payout totale sotto i $170 milioni, molto meglio di quanto ci si aspettasse.
If GSWs hold the payroll to $139.999M–won't be easy, but I think it's possible–it would trigger a $45M tax payment and total $185M payout.
— Tim Kawakami (@timkawakami) July 3, 2017
Per capire come calcolare il payout totale che una squadra NBA spende, serve prima capire come funzionano le penali in NBA. La luxury tax prevede una penale di $1,50 dollari per ogni dollaro speso per le squadre che superano la luxury, aumentando ulteriormente di $0.50 ogni $5 milioni spesi fino a un totale di $3.75 dollari ogni dollaro speso oltre i $20 milioni di luxury tax.
That's the threshold for the tax jumping from 3.25X per dollar to 3.75X. I don't think the Warriors can get to the 2.5X threshold. https://t.co/JhNHjfCwWj
— Tim Kawakami (@timkawakami) July 3, 2017
Quindi, considerando le penali relative a quest’anno, gli scaglioni sono:
- Da $119 milioni a $124 milioni: $1.50 di penale ogni dollaro speso
- Da $124 milioni a $129 milioni: $1.75 di penale ogni dollaro speso
- Da $129 milioni a $134 milioni: $2.50 di penale ogni dollaro speso
- Da $134 milioni a $139 milioni: $3.25 di penale ogni dollaro speso
- Oltre i $139 milioni: $3.75 di penale ogni dollaro speso
E poichè in NBA la storicità del proprio salary cap ha una sua importanza, per le squadre recidive (ovvero che avevano già pagato nella stagione precedente la luxury tax) la tassa è più cara e gli scaglioni sono:
- Da $119 milioni a $124 milioni: $2.50 di penale ogni dollaro speso
- Da $124 milioni a $129 milioni: $2.75 di penale ogni dollaro speso
- Da $129 milioni a $134 milioni: $3.50 di penale ogni dollaro speso
- Da $134 milioni a $139 milioni: $4.25 di penale ogni dollaro speso
- Oltre i $139 milioni: $4.75 di penale ogni dollaro speso
Questo significa, in proiezione, che Golden State potrebbe arrivare a pagare tra due stagioni spropositata cifra di circa $90 milioni di luxury tax, per la gioia di tutte le altre 29 franchigie che riceveranno in maniera equa questa montagna di soldi.
The #Warriors have now signed 8 free agents for a combined $335M in GTD $, adding $94.1M in 2017-18 cap. https://t.co/vtwjvwTEM6
— Spotrac (@spotrac) July 8, 2017
Fatta questa premessa, si può capire perchè per Golden State questa stagione era importante cercare di contenere sotto i $139 milioni il monte salari. Oltre quella la proprietà infatti sarebbe stata costretta a pagare $3.75 per ogni dollaro speso, una cifra destinata a peggiorare drammaticamente nella stagione successiva.
Il motivo per cui Durant ha scelto di accettare proprio $25 milioni quindi non è stato affatto casuale: Golden State semplicemente non poteva permettersi di andare oltre e, per ogni dollaro offerto in più al suo MVP delle Finals, avrebbe dovuto offire un dollaro in meno a Livingston e Iguodala.
Giocatore ingaggiato: Kevin Durant ($25,000,000)
Giocatori a roster: 11
Monte salari: $123,765,229
4 Luglio: chi si ricorda la sfida a suon di triple tra Stephen Curry e Omar Casspi durante una gara di regular season tra i Golden State Warriors e i Sacramento Kings durante la stagione 2015-2016?
https://www.youtube.com/watch?v=Qh7g7dwAhiI
Ecco, ora potrete vederli nella stessa squadra. Insieme ad altra gente del livello di Klay Thompson, Kevin Durant e Nick Young. Una batteria di tiratori puri impressionante.
Il contratto firmato da Casspi sarà al minimo (anche perchè a questo punto non era permesso offrire diversamente) e permetterà a Steve Kerr di avere un giocatore che può giocare da ala e grazie alle sue dimensioni è il giocatore adatto nello schema difensivo di Golden State, in cui serve essere agili nei cambi adattandosi sulle marcature.
Casspi infatti può tranquillamente tenere difensivamente entrambe le ali, a seconda dell’avversario e del quintetto da fronteggiare. Un identikit chiaro, che punta ad esaltare i già evidenti pregi della squadra della Baia.
Giocatore ingaggiato: Omar Casspi ($2,106,470)
Giocatori a roster: 12
Monte salari: $125,871,699
5 Luglio: confermato tutto il core dell’anno passato, per Bob Myers è stato tempo di buttarsi a capofitto per cercare di completare il resto della rosa con giocatori utili prima di tutto al sistema. La prima firma, in questo senso, è stata quella di Nick Young.
Il giocatore, in uscita dai Los Angeles Lakers, era stato allenato nell’ultima stagione da Luke Walton, ex vice-allenatore di Golden State e amico di Steve Kerr. Le referenze del coach sono state molto positive e l’ammirazione coltivata verso l’impegno del giocatore (a discapito della fama che si porta dietro) hanno convinto i dirigenti della Baia a firmarlo.
Una firma buona, a $5.2 milioni, con cui Golden State ha utilizzato l’ultima exception che aveva a disposizione. Nick Young può essere un giocatore perfetto in uscita dalla panchina, grazie alle sue abilità off the ball (l’anno scorso è stato il secondo miglior tiratore carch-and-shot dietro proprio a Stephen Curry).
Golden State così si preseterà, a partire dalla prossima stagione, con quattro dei migliori dieci tiratori catch-and-shot e la miglior squadra come numero di assist. La direzione presa da Steve Kerr è sempre più chiara e continuare a parlare di Golden State come una squadra che “va nell’altra metà campo e tira” vuol dire non aver capito affatto quale sia il motivo del loro successo.
Giocatore ingaggiato: Nick Young ($5,192,000)
Giocatori a roster: 13
Monte salari: $131,063,699
7 Luglio: c’erano una volta i centri. Se in passato i big men erano merce pregiata per cui si era pronti a fare a pugni, qualcosa oggi è cambiato. In questa free agency tutti i lunghi sono scivolati dietro nelle priorità delle franchigie, disposti a spendere la maggior parte dei soldi per altri tipi di giocatori. E così Zaza Pachulia, centro titolare della squadra campione in carica, si trovava ancora senza squadra dopo una settimana di mercato aperto.
Tuttavia tra le parti non c’era una grande preoccupazione: Zaza sapeva che c’erano degli step da seguire e così ha pazientemente aspettato il suo turno, che è puntualmente arrivato. Così la firma di un biennale a quasi $3.5 milioni a stagione alla fine fa contenti un pò tutti.
Fa contenta la franchigia, che rifirma il giocatore capace di annullare a rimbalzo Tristan Thompson nelle prime tre partite delle Finals. E fa contento il giocatore, che grazie ai Non-Bird Rights, ovvero i diritti che una squadra detiene su un suo giocatore che però si trova in squadra da meno i tre stagioni, firma un contratto del 20 percento più alto rispetto all’anno passato. A lui e Green poi spettera’ il compito di coltivare i due talenti Damian Jones e Jordan Bell, presi durante le ultime due edizioni del draft.
Giocatore ingaggiato: Zaza Pachulia ($3,477,600)
Giocatori a roster: 14
Monte salari: $134,541,299
27 Luglio: Tutte queste firme tuttavia hanno portato gli Warriors a trovarsi nella condizione di dover rinunciare a uno tra JaVale McGee e Ian Clark, in quanto per Golden State era rimasto un solo posto libero a roster. Sebbene ci si potesse aspettare la firma di un centro, la decisione era tutt’altro che scontata in quanto Steve Kerr aveva gia’ a disposizione ben cinque big man, tra cui Draymond Green, Zaza Pachulia, David West, Kevon Looney e Jordan Bell.
La dirigenza si e’ presa due settimane per valutare se serviva effettivamente un sesto lungo da aggiungere e, in quel caso, se provare ad insistere proprio con McGee, il quale -per ammissione dello stesso coach Steve Kerr- stava cercando di monetizzare il più possibile la sua buona stagione che lo aveva rilanciato dopo ben quattro anni sotto le quaranta partite giocate.
Alla fine l’accordo e’ stato trovato per un contratto annuale, che permette a Bob Myers di andare meritatamente in vacanza e a Steve Kerr di prepararsi per la prossima stagione. Quella di McGee si tratta di una firma importante anche per quanto riguarda lo spogliatoio, grazie al suo modo di fare che lo rende amato da staff e compagni (basti pensare alle gag con Draymond Green e le parole di stima che ha avuto Steve Kerr durante tutta la stagione). Con la sua firma, si rivedra’ anche l’asse con Swaggy-P, in una versione piu’ matura dopo quella ammirata qualche anno fa nei Washington Wizards.
Giocatore ingaggiato: JaVale McGee ($2,100,000*)
Giocatori a roster: 15
Monte salari: $136,641,299*
Luxury Tax: $32,300,000*
Total Payroll: 168,941,299*
*cifre da confermare con l’esatta cifra del contratto di JaVale McGee
La sua firma e’ stata l’aggiunta finale, la classica ciliegina su una torta già ricca. In totale questa stagione Golden State paghera’ $32.3 milioni di luxury tax, tenendo il payout totale sotto i $170 milioni e registrando il secondo monte salari piu’ alto di tutta la lega dietro ai soli Cleveland Cavaliers (in attesa di capire come gestiranno la situazione di Kyrie Irving).
La promessa fatta la scorsa estate a Kevin Durant di creare una dinastia capace di vincere a ripetizione è stata dunque rispettata, almeno nella sua costruzione. Adesso sarà il campo a dire se questa squadra sarà in grado di ripetere la cavalcata dello scorso anno.