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Celtics’ Future

Davide Durante by Davide Durante
6 Settembre, 2019
Reading Time: 8 mins read
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La finale della Eastern Conference ha visto contrapporsi due realtà apparentemente agli antipodi: se Cleveland ha dimostrato una preoccupante dipendenza allo stato di forma di LeBron, Boston è riuscita a mettere in difficoltà i campioni in carica proprio nel momento in cui Isaiah Thomas, la main option dell’attacco dei bianco verdi, ha concluso prematuramente la stagione per via dell’infortunio all’anca occorso in gara 2.

Premessa: questo articolo non vuole essere un tentativo di sminuire la stagione irreale giocata dal playmaker di Boston. Rimane inspiegabile come un uomo di 175 cm, tecnicamente un nano per gli standard NBA (chi scrive condivide orgogliosamente con lui la statura), possa segnare 29 punti a serata -seconda media più alta per la franchigia, dietro solo a Larry Bird- in una lega di superuomini ed entrare nella discussione su chi possa essere l’MVP assieme a LeBron James, Russel Westrbrook, Kawhai Leonard e James Harden.
La stagione di IT ha ridefinito il concetto di limite per un giocatore: il cuore e il talento del Re del quarto quarto non sono in discussione ed è evidente che la sua assenza non sia stata, o non sia soltanto, la ragione per cui Boston ha vinto la partita seguente al suo infortunio.

Il dominio offensivo di Isaiah Thomas spesso copre le carenze nella sua metà campo, dove la taglia ridotta non gli permette di poter essere un difensore nella media. Non che Thomas non voglio difendere, il più delle volte non è in grado fisicamente di farlo. Le statistiche fornite da ESPN sottolineano come l’ex Suns in questa stagione abbia avuto il peggior real plus/minus difensivo di tutta lega (- 4,17) e i tentativi di Stevens di nasconderlo mettendolo in marcatura della guardia avversaria ritenuta meno pericolosa spesso vengono vanificati facendo giocare il pick and roll da bloccante proprio a questa, generando il più delle volte un cambio che porta il palleggiatore ad isolarsi contro Thomas.

Inoltre, le ragioni per cui la sua presenza del piccoletto di Tacoma potrebbe mettere la franchigia in una posizione svantaggiosa, non risiedono soltanto nelle sue lacune difensive: al termine della stagione 2017-2018 il contratto del playmaker ex Phoenix andrà in scadenza e a quel punto, vista l’età (avrà 29 anni) e lo status di superstar consolidato, egli cercherà sicuramente un rinnovo al massimo possibile. Verosimilmente potrebbe firmare un contratto per cifre vicine ai 120 milioni spalmati in 4 anni, il che pregiudicherebbe le possibilità della franchigia di rinnovare pedine fondamentali come Bradley e Smart, anch’essi con il contratto in scadenza al termine della prossima stagione e più in generale di costruire una squadra vincente.

Alla luce delle possibilità che questa free agency offre ai Boston Celtics è lecito chiedersi se Isaiah Thomas possa continuare ad essere il perno attorno cui ruota il sistema di Stevens, se la sua posizione nella gerarchia della franchigia debba essere ridimensionata (un ritorno al ruolo di sesto uomo?) oppure, nel caso più estremo, se si possa considerare possibile l’ipotesi di uno scambio che coinvolga il playmaker ex Phoenix Suns. Nello specifico, quali sono le mosse a disposizione della dirigenza del Massachusets che possono influenzare il futuro d Thomas?

Scenario #1: Thomas sesto uomo, scelta tenuta.

Come detto prima, durante l’estate Boston sarà la squadra con più assets da poter spendere sul mercato: al momento la somma dei contratti garantiti per la stagione 2017-2018 ammonta a 70 milioni di dollari, il che significa che la dirigenza bianco verde – anche in vista di un ulteriore aumento del Salary Cap, che passerà da gli attuali 91 milioni ad 107 milioni, luxury tax esclusa− sarà in grado durante l’estate di poter offrire un contratto ad almeno uno dei free agents più importanti, inoltre, nonostante il record positivo e il raggiungimento del primo posto nella Eastern Conference, grazie alla scelta ottenuta tramite i Brooklyn Nets, la franchigia avrà la possibilità di scegliere con la prima chiamata al Draft.

Dando per scontato che Durant e Curry rifirmeranno con Golden State, l’obiettivo numero uno tra i free agents, come dichiarato dallo stesso Danny Ainge, è Gordon Hayward. Il talento di Indianapolis sarebbe un fit perfetto per il motion offense di coach Stevens, per il quale ha già giocato a Butler University. I rumors sull’arrivo di Hayward in quel di Boston si sono rincorsi per tutta la stagione, culminando con l’accoglienza calorosa riservatagli dal TD garden durante una partita di regular season in cui Boston ospitava i Jazz.

Ma le soluzioni che il mercato offre non finiscono qui. Visto l’enorme spazio salariale a disposizione, la dirigenza potrebbe decidere di tentare di accaparrarsi Blake Griffin, anch’esso free agent durante questa stagione. Se Griffin e Hayward fossero intenzionati a firmare per Boston alla dirigenza dei Celtics basterebbe sacrificare alcune pedine come Tyler Zeller (8 milioni per il prossimo anno) e non confermare Jonas Jerebko e Amir Johnson, dopo di che sarebbe possibile aggiungere entrambi al roster.

Nonostante Blake non abbia le caratteristiche dello stretch four in grado di aprire il campo, l’arrivo del lungo attualmente in forza ai Clippers, oltre che aggiungere al quintetto un realizzatore d’elite, andrebbe a colmare parzialmente le lacune a rimbalzo dei Celtics, 25esimi per media di rimbalzi catturati in regular season.

Investire così tanto in un giocatore in una lega come l’NBA implicitamente significa assegnare ad esso il ruolo di pedina fondamentale all’interno di un progetto che ha come obbiettivo minimo il raggiungimento delle finali. Qui sorge una questione spinosa: è Isaiah Thomas un giocatore in grado di essere il perno attorno cui ruota una prospettiva così ambiziosa? La risposta potrebbe non essere facile da trovare. Altrettanto difficile potrebbe essere la possibilità di una trade che lo coinvolga poiché, nonostante il suo valore di mercato non sia mai stato così alto, nessuna squadra in questo momento, anche per i motivi sopra citati, sarebbe disposta a scambiare un giocatore o una serie di giocatori che possano aumentare le chanche di titolo di Boston più di quanto già non faccia IT4.

La soluzione più conveniente per Boston potrebbe essere quella di ‘’retrocedere’’ il giocatore al suo precedente ruolo, quello di sesto uomo, e conseguentemente discutere di cifre più ridotte quando arriverà il momento di rinnovare il contratto. Assumendo quindi la partenza dalla panchina di Isaiah Thomas e dando per scontato che la scelta al draft ricadrà su Markelle Fultz, point guard da Washington University, per la stagione 2017-2018 Boston potrebbe schierare il seguente quintetto:

PM: Fultz

G: Bradley

SF: Hayward

PF: Griffin

C: Horford

È chiaro che questa opzione, per quanto intrigante, comporta dei rischi: quanto mostrato nell’anno da rookie a Washington University da parte di Fultz lascia pensare che il suo possa essere un futuro da perenne All-star ma non si può mai dare per scontato che un giocatore al primo anno tra i professionisti riesca ad esprimere immediatamente il 100% del suo potenziale. Inserirlo in quintetto fin da subito in una squadra che, con l’arrivo dei free agents sopra citati, avrebbe come obbiettivo la vittoria finale potrebbe voler dire non dargli la possibilità di adattarsi in modo graduale al mondo NBA. Tuttavia, se Ainge dovesse vincere questa scommessa, Boston diventerebbe, per lo meno sulla carta, una squadra in grado di lottare ad armi pari con Cleveland per il dominio sulla Eastern Conference.

Scenario #2: Thomas scambiato, scelta tenuta.

Chi ha imparato a conoscere il personaggio Thomas sicuramente immaginerà come il giocatore probabilmente potrebbe non accettare questa scelta. Da quando Isaiah è entrato nella lega, ha sempre dovuto coltivare i suoi talenti su un terreno poco fertile: la diffidenza generale a causa della sua altezza si è palesata la notte del draft quando i Sacramento Kings lo hanno scelto con l’ultima pick assoluta, e questo lo ha reso ancor più affamato di una rivalsa personale che lo ha portato a compiere l’incredibile stagione appena conclusa.

Quasi 29 punti di media non si vedevano al Garden dai tempi di Larry Bird, se poi si calcolano anche i 6 assist a partita e si considera il fatto che Thomas abbia un turnover ratio molto inferiore ad altri playmaker con status migliore,  si capisce quanto il numero 4 in questa stagione abbia portato prestazioni a dir poco impronosticabili.

Provando ad ipotizzare lo scenario in cui Ainge decida di non voler firmare IT al massimo salariale e quindi volendo evitare di perderlo senza contropartita cercasse di scambiarlo con un altra franchigia, il roster di Boston sarebbe molto giovane, ma dopo aver dimostrato di essere la seconda scelta ad est sarebbe assurdo che si scambiasse Thomas in cambio di Rookie o scelte future, quindi la contropartita dovrebbe necessariamente essere un giocatore già capace di fare la differenza.

Contemporaneamente però si dovrebbe trovare una squadra che abbia una star pronta a partire e che sia pronta ad accordare a Thomas il massimo salariale. Si era fatto il nome di Kristap Porzingis che potrebbe corrispondere ad uno di quei giocatori per cui i Celtics potrebbero privarsi di Thomas.

Si tratta di un giocatore giovane, ma allo stesso tempo che ha dimostrato di essere già maturo e competitivo in NBA. SAvrebbe ancora il contratto da rookie dopo di che potrebbe essere rinnovato senza problemi nella RFA. Inoltre permetterebbe ai Celtics sia di pianificare per un futuro sempre più radioso ma anche di essere competitivi (non da titolo ma competitivi) fin da subito.

PM: Fultz

SG: Bradley (Smart),

SF: Hayward

PF: Porzingis

C: Horford

 

Scenario #3: Thomas titolare, scelta scambiata.

Questo sembra lo scenario più in voga al momento, quello su cui la gente sarebbe più propensa a scommettere. Il punto fisso resterebbe l’arrivo di Hayward dalla free agency ma a partire questa volta non sarebbe IT4 bensì la prima scelta al Draft.

Come già detto in precedenza il roster biancoverde pur essendo un roster giovane ha nel suo core giocatori la cui cartà d’identità potrebbe diventare a breve un fattore: Bradley, Crowder, lo stesso Thomas e sopratutto Horford tra non molto inizieranno la fase discendente (almeno per quanto riguarda la condizione fisica e l’esplosività) della loro carriera.

Quindi anche se potrebbe pesare e portare a grandi rimpianti una possibile alternativa potrebbe essere quella di cercare di “barattare” il gioiellino di Washington state con un giocatore attualmente capace di spostare gli equilibri, i primi due nomi che vengono in mente non possono che essere Paul George e Jimmy Butler.

Restano delle perplessita, mettere sul piatto la prima scelta assoluta per Paul George potrebbe rivelarsi una grandissima beffa in quanto il Californiano ha un contratto in scadenza 2018, questo significherebbe che ci sarebbe il rischio concreto di vederlo nuovamente con le valigie in mano solo 12 mesi dopo, ma qualora Boston dimostrasse di fare sul serio rinforzando seriamente la rosa sarebbe difficile per PG rinunciare ad una così ghiotta opportunità di ambire al titolo.

Per Butler invece le richieste dei Bulls sono sempre state considerate esagerate dalla dirigenza biancoverde, ma la situazione a Chicago sembra essere vicina ad una rifondazione e chi meglio di Fultz per partire da zero?

PM: Thomas

SG: Hayward

SF: George/Butler

PF: ???

C: Horford

Resterebbe un po’ di incertezza nello spot di “4” che quest’anno è stato occupato da Amir Johnson, Jonas Jerebko e Kelly Olynyk. Mentre i primi, malgrado siano molto stimati dalla dirigenza e abbiano sempre risposto presente quando chiamati in causa potrebbero essere sacrificati per creare ulteriore spazio salariale, il discorso su Olynyk è diverso.

Il canadese nell’ultimo anno ha mostrato grandi miglioramenti e ha limitato, purtroppo solo parzialmente, le enormi lacune difensive che lo avevano accompagnato nei suoi primi anni della lega.

Non è da escludere che nei nuovi Celtics da titolo un posto nel quintetto possa essere ricoperto da lui che grazie alla sua pericolosità dall’arco potrebbe essere fondamentale per aprire l’area avversaria. Inoltre durante la prossima off-season sbarcheranno molto probabilmente i due europei, Jabusele e Zizic, selezionati entrambi durante il Draft 2016. ((sono entrambi PF))

Non è totalmente da escludere che nella mente di Ainge ci sia un quarto e un quinto scenario possibile, ma analizzando la situazione attuale celtica le scelte maggiori penderanno su Thomas e sull’utilizzo della prima scelta.
In tutti e tre i quintetti compare Hayward, quasi come fosse scontato il suo approdo a Boston.
Non è scontato ma a mio punto di vista molto probabile, se Hayward non dovesse essere messo sotto contratto per i Celtics sarebbe una chiara sconfitta, poiché hanno tutte i favori per mettere sotto contratto l’ex Butler university.

Sarà un estate molto lunga per Danny Ainge e per tutto il mondo della beantown, le carte sono ancora coperte ma meno di un mese si avrà un’idea molto più chiara dei Celtics che verranno.

Tags: AingecelticsFree AgencyhaywardThomas
Davide Durante

Davide Durante

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