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Mission impossible

Lorenzo Bonacina by Lorenzo Bonacina
6 Settembre, 2019
Reading Time: 5 mins read
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La vittoria in gara 7 contro Washington ha permesso ai Boston Celtics di raggiungere l’obiettivo stagionale, quello di dimostrare di poter giocare anche i playoffs ad un ottimo livello e contemporaneamente presentarsi ai free agent e ai giocatori interessati a cambiare canotta come vera antagonista dei Cavs nella eastern conference.

Dopo l’orribile partenza con le due sconfitte interne rimediate dai Bulls, gli uomini di Stevens hanno decisamente inserito una marcia diversa, vincendo 8 delle 11 partite successive e tenendo il TD Garden inviolato per 5 partite consecutive.
Il problema principale di chiunque voglia ad ambire al titolo e si trovi ad Est ha un nome e un cognome, Lebron James, che dalla stagione 2010, annata che coincide con l’ultima finale giocata dai Celtics ((I Celtics dei big three eliminarono proprio i Cavs di James in 6 gare)), non ha mai trovato un avversario capace di eliminarlo prima delle Finals.

Ci sono pochi dubbi sul fatto che questo compito difficilmente verrà portato a termine dagli uomini di Stevens e questo articolo ha non ha l’obbiettivo di preannunciare un upset clamoroso ma di illustrare perchè, almeno secondo il nostro punto di vista, i Celtics  hanno delle concrete possibilità per rendere quella con i Cavaliers una vera serie evitando di fungere da sparring partner come Indiana o Toronto, focalizzandoci principalmente su 5 punti.

Il fattore campo

Durante il finale di regular season si è spesso parlato del fattore campo ad Est come un “non fattore”, a causa della troppa differenza di potenziale tra tutte le franchigie e i campioni in carica NBA, c’è però da dire che se i Cavs, e Lebron James, avessero potuto scegliere un campo da evitare su cui giocarsi l’accesso alle Finals sarebbe stato sicuramente il TD Garden.

Riprendendo quanto scritto sopra, dopo l’inizio a dir poco claudicante contro Chicago, Boston ha reso il proprio campo un fortino invalicabile, vincendo 5 partite su 5 con uno scarto medio di 13 punti e anche nella partita finale contro gli Wizards la capacità di accendersi del Garden ha giocato un ruolo importante, come ad esempio nel parziale di fine terzo quarto che ha permesso ai verdi di allungare. Questo sarà fondamentale considerando anche che i Cavs hanno giocato 5 partite in meno dei biancoverdi, e quindi l’energia data dai tifosi sarà indispensabile.

Inoltre malgrado gli ultimi ricordi del Garden per James sono vittoriosi ((le due vittorie nel primo turno del 2015 e la magnifica gara 6 del 2011 con gli Heat dove segnò 45 punti con 15 rimbalzi e 5 assist)) storicamente è un campo che ha sempre messo in difficoltà il nativo di Akron e dove spesso nella sua prima parte di carriera è stato costretto a versare lacrime nello spogliatoio.
Il Garden si nutre dell’atmosfera di queste partite.

 

Nessuna pressione

Come già scritto nell’introduzione Boston ha già raggiunto il suo obiettivo stagionale e nessuno nell’ambiente chiede una vittoria contro i Cavs. Se all’inizio della serie contro Chicago, i Celtics hanno sofferto anche il fatto di essere considerati favoriti, nelle prossime partite Boston non avrà assolutamente nulla da perdere, il che permetterà a Thomas & Co. di lasciare andare la palla con più dolcezza e meno pressione cosa che per una squadra che tira molto da tre come quella della Beantown, non può che essere un vantaggio.

I Cavs sono un gruppo esperto e con una grandissima scorta di sicurezza data dalla vittoria nella scorsa stagione però se c’è una squadra tra le due che può avere paura di perdere sono senz’altro loro.
Inoltre sarebbe un errore trascurare l’entusiasmo che si è creato intorno a questi Boston Celtics, e che pare esserci anche nello spogliatoio, il fatto di non volersi accontentare, come dichiarato da più componenti della squadra, scongiura un possibile appagamento e l’impressione è quella che tutte le partite, ma sopratutto quelle casalinghe verranno approcciate come degli “win or go home”, mentre i Cavs magari anche inconsciamente con la testa rivolta a Golden State potrebbero correre il rischio di sottovalutare l’avversario.

La difesa di Boston

Una delle caratteristiche di punta del roster dei Celtics è quella di avere al suo interno degli ottimi difensori perimetrali: Bradley, Crowder, Smart, Rozier ed anche il rookie Jaylen Brown hanno in questo fondamentale il motivo principale dello status di giocatori funzionali nella lega.
Bradley e Smart sono due dei migliori difensori nel panorama NBA e li vedremo alternarsi nella marcatura di Kyrie Irving, (con l’ovvio dirottamento di Isaiah Thomas su JR Smith) il miglior ball-handler della NBA non avrà vita facile.

La difesa dei Celtics è eccellente anche sul perimetro dove spesso i giocatori dei Cavs approfittano dell’accentramento della difesa avversaria su James che è semplicemente fenomenale nell’imbeccare i tiratori che si ritrovano spesso a preparare il tiro non contestato e con molto spazio grazie alle letture del 23, i giocatori di Stevens dovranno quindi essere bravi ad evitare più possibile le distrazioni distinguendo con attenzione i giocatori a cui poter lasciare dello spazio per poter aiutare sul numero 23 ed invece a chi è inevitabile restare incollato se si vuole evitare di subire una tripla.

In questa serie non mi stupirei se venisse rispolverato Jonas Jerebko, ottimo difensore perimetrale che potrebbe accoppiarsi con Love nel caso Stevens volesse giocarsi la carta del quintetto piccolo. Il problema enorme, forse il più intricato dal punto di vista tattico, sarà però la presenza di uno dei migliori rimbalzisti offensivi della NBA, Thistan Thompson, sotto canestro. I Celtics che hanno nel controllo dei rimbalzi difensivi il loro tallone di Achille si troveranno a dover fronteggiare un avversario che cerchera in ogni modo di evidenziare il loro problema.
Starà a Stevens decidere se accettare l’inevitabile sconfitta a rimbalzo per poter aprire il campo in attacco oppure se tenere in campo con continuità Amir Johnson cercando di limitare i danni.

La difesa dei Cavaliers su Thomas

Isaiah Thomas è senza dubbio uno degli scorer più caldi della NBA in questo momento e Tyronn Lue non potrà far altro che provare ad arginare il piccolo giocatore da Tacoma. Il problema viene quando, come si è perfettamente visto nella serie contro Washington, Thomas è in grado di leggere a perfezione le scelte difensive degli avversari e comportarsi di conseguenza, scaricando o addirittura bloccando per liberare altri giocatori al tiro.
Escludendo a prescindere che Lue possa decidere di accoppiargli difensivamente Kyrie Irving, poiché questo vorrebbe dire averlo poco lucido in attacco (senza dimenticare che Irving non è noto nella lega per la propria attitudine difensiva) le scelte possibili sono rappresentate da Shumpert o JR Smith.

La scelta non per nulla facile, designare Shumpert come primo difensore equivarrebbe a togliere JR Smith dal quintetto, con la conseguente perdita di pericolosità dall’arco, Smith sta viaggiando intorno al 45% in questi playoffs, oltre al fatto che in quanto continuità difensiva nemmeno Shumpert è così affidabile sopratutto se si dovessero trovare a fronteggiare un Thomas come quello delle prime due serie.
La mancanza di uno specialista come Della Vedova potrebbe farsi sentire in questa serie e non è da escludere totalmente che nei momenti caldi a fronteggiare il numero 4 potrebbe esserci addirittura Lebron James.

I gregari

Gara 7 contro gli Wizards è stata emblematica di quanto i gregari nei Celtics possano, e in alcuni casi debbano, fare la differenza. Ognuno all’interno del roster dei Celtics dovrà dare un apporto significativo, e se l’exploit di Olynyk nel match decisivo ((26 punti, 14 nell’ultimo periodo)) è giustamente da considerarsi un evento sporadico, è lecito pensare che se il prodotto di Gonzaga non avesse fornito quel tipo di prestazione difficilmente i Celtics si sarebbero trovati alle finali di conference.

Oltre a giocatori come Marcus Smart, che sostanzialmente si tratta di un titolare che parte dalla panchina, e Amir Johnson, il cui minutaggio varierà molto dal tipo di sistema che verrà preferito da Stevens, ci sono altri giocatori che nel momento in cui verranno fatti alzare dalla panchina dovranno essere pronti a contribuire.

Nel match di due giorni fa è stato importantissimo anche l’apporto del rookie Jaylen Brown che con 9 punti piazzati in momenti molto importanti e con una difesa molto fisica ha lasciato la firma sulla vittoria biancoverde. Jonas Jerebko potrebbe essere una carta da giocare in questa serie malgrado fino a questo momento abbia giocato solo 80 minuti se si considera tutta la post season. Terry Rozier è un altro giocatore che con la sua energia potrebbe vincere il duello contro Deron Williams, mentre Green dovrà farsi trovare pronto e guadagnarsi minuti in rotazione grazie alla difesa e al tiro da 3.

Qualora questi giocatori fossero in grado di contribuire significativamente la panchina di Boston potrebbe diventare un fattore non secondario. Le certezze che gravitano intorno a questa serie sono veramente poche, forse solo il fatto che Cleveland parte decisamente favorita e che Boston ha meritato di arrivare fino a questo punto dimostrando di essere la seconda forza ad Est.

Sarà il campo, durante queste gare, a dirci quanto è ampio il divario che divide le due squadre.

Tags: CavalierscelticsConference FinalsLeBron JamesThomas
Lorenzo Bonacina

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