lunedì, 27 Marzo 2023
Newsletter
The Shot
  • NBA
    • Atlanta Hawks
    • Boston Celtics
    • Brooklyn Nets
    • Charlotte Hornets
    • Chicago Bulls
    • Cleveland Cavaliers
    • Dallas Mavericks
    • Denver Nuggets
    • Detroit Pistons
    • Golden State Warriors
    • Houston Rockets
    • Indiana Pacers
    • LA Clippers
    • Los Angeles Lakers
    • Memphis Grizzlies
    • Miami Heat
    • Milwaukee Bucks
    • Minnesota Timberwolves
    • New Orleans Pelicans
    • New York Knicks
    • Oklahoma City Thunder
    • Orlando Magic
    • Philadelphia 76ers
    • Phoenix Suns
    • Portland Trail Blazers
    • Sacramento Kings
    • San Antonio Spurs
    • Toronto Raptors
    • Utah Jazz
    • Washington Wizards
  • Rubriche
    • 7 e mezzo
    • I consigli sul fantabasket
    • Focus
    • Draft 2020
    • Interviste
    • Preview
    • The Answer
  • Podcast
    • NBA Milkshake
  • Dagli USA
  • Altro
    • FIBA
    • NCAA
    • WNBA
  • Community
No Result
View All Result
The Shot
  • NBA
    • Atlanta Hawks
    • Boston Celtics
    • Brooklyn Nets
    • Charlotte Hornets
    • Chicago Bulls
    • Cleveland Cavaliers
    • Dallas Mavericks
    • Denver Nuggets
    • Detroit Pistons
    • Golden State Warriors
    • Houston Rockets
    • Indiana Pacers
    • LA Clippers
    • Los Angeles Lakers
    • Memphis Grizzlies
    • Miami Heat
    • Milwaukee Bucks
    • Minnesota Timberwolves
    • New Orleans Pelicans
    • New York Knicks
    • Oklahoma City Thunder
    • Orlando Magic
    • Philadelphia 76ers
    • Phoenix Suns
    • Portland Trail Blazers
    • Sacramento Kings
    • San Antonio Spurs
    • Toronto Raptors
    • Utah Jazz
    • Washington Wizards
  • Rubriche
    • 7 e mezzo
    • I consigli sul fantabasket
    • Focus
    • Draft 2020
    • Interviste
    • Preview
    • The Answer
  • Podcast
    • NBA Milkshake
  • Dagli USA
  • Altro
    • FIBA
    • NCAA
    • WNBA
  • Community
No Result
View All Result
The Shot
No Result
View All Result

Ultimo tango a Istanbul

Mattia Cola by Mattia Cola
6 Settembre, 2019
Reading Time: 10 mins read
0
Condividi su FacebookCondividi su Twitter

Arrivati a fine Aprile i riflettori del mondo della pallacanestro vengono inevitabilmente puntati da ogni dove verso il Nord America e la sua lega stellare. Iniziano i playoffs della NBA ed è un riflesso quasi automatico mettere in secondo piano altre manifestazioni, certo meno appariscenti e spettacolari, ma allo stesso modo cariche di entusiasmo. In un unico caso questo monopolio sembra scricchiolare e coincide con un avvenimento che ha luogo nel Vecchio Continente: le Final Four di Eurolega a Istanbul

Dopo una lunga ed intensa stagione regolare, che per la prima volta nella storia della competizione è stata strutturata nell’interessante formula a girone unico con 16 squadre pronte a scontrarsi tra di loro due volte, le vincitrici dei quarti, al meglio delle 5 partite, si sono aggiudicate l’accesso alle Final Four.

Quest’anno le finali si terranno da venerdì 19 a domenica 21 Maggio su suolo turco, precisamente al Sinan Erdem Dome di Istanbul, uno dei più grandi e moderni palazzetti d’Europa, che con i suoi quasi 16000 posti a sedere non ha nulla da invidiare alle arene a stelle e strisce. Non è nuovo ad eventi di tale portata, dato che nel 2012 ospitò un’altra edizione delle Final Four e pur senza squadre turche qualificate, registrò sold out per tutte le partite programmate. Quell’edizione fu particolarmente drammatica grazie alla finale tra i favoritissimi russi del CSKA Mosca e gli outsider greci dell’Olympiacos, partita nella quale il CSKA dilapidò 19 punti di vantaggio negli ultimi 12 minuti (la cosiddetta maledizione di Milos…) cedendo sotto i colpi delle due leggende biancorosse Spanoulis&Printezis, che portarono la coppa ad Atene grazie ad un floater proprio di Printezis con 0.7 secondi rimasti sul cronometro.

Quest’anno la stagione regolare non ha offerto particolari sorprese, così come i playoffs, infatti sono giunte all’appuntamento più importante della stagione le quattro squadre date come favorite a inizio anno che tra l’altro hanno chiuso in testa i rispettivi campionati nazionali. Nella prima semifinale di venerdì si affronteranno proprio CSKA Mosca e Olympiacos Piraeus e subito dopo saranno impegnate Fenerbahce Istanbul contro Real Madrid. Le squadre vincitrici si scontreranno la domenica sera alla conquista della coppa. Il destino ha voluto che, per la prima volta nella storia della competizione, si incontrassero le stesse quattro squadre di un’altra Final Four, ovvero quella di Madrid 2015, con esattamente gli stessi accoppiamenti. Due anni fa la coppa la alzarono proprio i padroni di casa sconfiggendo in finale l’Olympiacos, quest’anno ci sono tutti i presupposti per far sì che sia un week-end da seguire fino all’ultimo secondo.

CSKA MOSCA – OLYMPIACOS PIRAEUS

Il CSKA di Mosca si presenta da campione in carica alla quattordicesima Final Four. Il record per la striscia di apparizioni consecutive alle Final Four è loro (otto dal 2003 al 2010) e hanno una striscia aperta dal 2012, arrivata quindi a 6 apparizioni di fila. Bastano questi semplici dati per dimostrare come la competitività dello squadrone russo non sembra risentire il passare degli anni o il ciclico ricambio di giocatori e di allenatori. Il ruolino di marcia in Europa quest’anno è stato formidabile, con una regular season ampiamente dominata, insieme al Real Madrid, nonostante qualche acciacco subito da De Colo prima e Teodosic poi.

Stesso discorso in patria, dove l’Armata Rossa ha subito appena due sconfitte in 24 partite di un campionato che presenta squadre molto ostiche quali Zenit, il Khimki, Unics Kazan o Lokomotiv Kuban, tutte allestite per fare bene anche in Europa. Giocare in un campionato competitivo non può far altro che far bene ai giocatori, abituati quindi a mantenere elevata la concentrazione durante tutto l’anno. Il fatto è che tornare a giocare a Istanbul, soprattutto in quel palazzetto, proprio contro l’Olympiacos, significa riaprire vecchie ferite mai del tutto cicatrizzate. Coach Itoudis ha a disposizione una squadra esperta e completa in ogni reparto e sa bene che la componente psicologica svolge un ruolo fondamentale per raggiungere traguardi importanti.

Lo sa bene anche Milos Teodosic, unico superstite della debacle del 2012, apparso molto sollevato dopo l’enorme liberazione avvenuta grazie alla conquista della sua prima Eurolega lo scorso anno, dopo innumerevoli passaggi a vuoto. In questa stagione il genio serbo sta giocando molto bene da sesto uomo, complice la attenta gestione di Itoudis, che spesso e volentieri lo tiene in panchina nelle fasi iniziali delle partite, intercambiandolo ottimamente con De Colo e preservandone la freschezza per le fasi più decisive. Non è un caso che stia registrando le migliori medie alle voci punti e assist, con rispettivamente 16.2 e 7 a partita. L’altra punta di diamante della squadra, Nando De Colo, sta giocando l’ennesima grande stagione, in linea con le cifre della scorsa, quando fu nominato MVP della stagione regolare e MVP delle finali. In Europa non sono molte le guardie che segnano 20 punti di media con il 57% da 2, il 45% da 3 e 21.5 di valutazione (secondo solo a Keith Langford), non per niente le sirene di mercato d’oltreoceano puntano insistentemente sul francese. Questa potrebbe essere l’ultima stagione insieme per il backcourt più forte d’Europa e i due sembrano intenzionati a lasciare la Russia con un graditissimo regalo d’addio.

Non sono soli ovviamente i due esterni, che hanno intorno una batteria di tiratori e ali di primo livello, capaci di seguire i due leader quando spingono il piede sull’acceleratore e di gestire la palla quando invece il ritmo si abbassa. Gli unici l due giocatori sprovvisti di un temibile tiro da fuori sono i lunghi Kurbanov e Hines, miglior difensore nella passata edizione, molto bravi a prendere possesso dell’area e di conseguenza creare linee di passaggio per i numerosi tiratori in squadra e altrettanto bravi a correre il campo nelle numerose situazioni di transizione o contropiede che crea il CSKA.

Completano il quintetto Vorontsevich, lungo con ottime mani sia al tiro che per il passaggio, e Jackson, guardia atletica dotata di ottimo spunto dal palleggio o off the ball. L’arma che più volte si è rivelata vincente è stata comunque la panchina grazie alle sapienti rotazioni di coach Itoudis, che riesce a sfruttare al meglio ogni minimo contributo che i suoi giocatori possono offrire alla squadra, da Augustine a Higgins, da Fridzon a Khryapa. Una cosa è certa, contro il miglior attacco della lega (87.6 punti segnati a partita) non c’è difesa che tenga, come può testimoniare il Baskonia, eliminato ai quarti con un secco 3-0. Altrettanto certo è il fatto che servirà una prestazione di livello assoluto per dominare i fantasmi del 2012 e battere gli storici rivali Ateniesi. Il CSKA parte favorito e non di poco, ma si sa, nelle partite secche può succedere tutto ed il contrario di tutto. Chissà se riusciranno a ripetere il successo dello scorso anno?

L’ultima squadra a qualificarsi per le Final Four è stata l’Olympiacos, che si è disfatto non senza qualche rischio dell’Efes Istanbul solo a gara 5, dopo essere stato anche sotto nella serie 2-1. Arrivati a questi avvenimenti, difficilmente i greci sbagliano, lo sottolinea il fatto che le ultime quattro volte che hanno raggiunto le Final Four sono sempre arrivati a giocarsi la coppa. La stagione non era iniziata nel migliore dei modi con l’infortunio di Daniel Hackett, sempre più solido come backup di Spanoulis, ma coach Sfairopoulos

ha saputo mantenere gli equilibri all’interno della squadra con una grande risposta da parte di Erick Green. Ovviamente da quelle parti si è abituati alla pioggia sul bagnato, così poche partite prima dell’inizio dei playoffs si è infortunato anche un Matt Lojeski in grandissima forma, fatto che è quasi costato l’eliminazione ai quarti per mano dell’Efes. In Grecia l’Oly ha perso solamente una partita su 24 durante la stagione regolare ed ora si trova in semifinale contro l’Aris di Salonicco. Anche per i biancorossi vale lo stesso discorso fatto per il CSKA (e che vale, a questo punto, anche per le altre due semifinaliste, visto il livello dei campionati in cui militano), ovvero la concentrazione e il ritmo partita rimangono sempre abbastanza elevati per fare in modo che la squadra non commetta passi falsi nel momento cruciale della stagione.

La forza dell’Oly risiede soprattutto nella capacità di spezzare il ritmo degli attacchi delle squadre avversarie, intasando l’area e chiudendo le linee di passaggio grazie ad una dedizione difensiva sopra la norma, storicamente un marchio di fabbrica dalle parti del porto di Atene. Non è un caso che sia la squadra che subisce meno punti dell’Eurolega e che raccoglie più rimbalzi di media a partita, quasi 40.

Come sempre a guidare la squadra c’è Vassilis Spanoulis, eroe mitologico ormai conosciuto in ogni dove, a caccia di quella che sarebbe la sua quarta Eurolega in carriera. Nelle cinque partite della serie contro l’Efes ha messo a referto 17 punti di media conditi da 6 assist e un ottimo 45% da tre, dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, di come il passare del tempo non sembri avere alcun effetto sul greco. Al suo fianco vi sono sempre Printezis, sempre solido più che mai in difesa e caldo quando serve in attacco, uno che certe partite non le sbaglia mai, e l’altra eterna promessa del basket greco Mantzaris, che quest’anno sembra aver finalmente imboccato la giusta carreggiata, complice anche l’infortunio di Hackett.

Il quintetto lo completano l’altro lungo greco, Papanikolaou, ottimo tiratore e cresciuto moltissimo in difesa sotto la sapiente guida di Printezis, e il centro americano Khem Birch, che si è dimostrato più continuo della alternativa in quel ruolo, Milutinov. In Grecia non sono nuovi a miracoli targati Spanu&Printe e loro sono i primi a rispondere presenti, soprattutto quando la posta in gioco si alza. Il CSKA parte giustamente favorito, ma attenzione a dare per spacciato l’Olympiacos.

Starting Five: De Colo, Jackson, Kurbanov, Vorontsevich, Hines

Spanoulis, Mantzaris, Papanikolaou, Printezis, Birch

Chiave: Il miglior attacco del torneo contro la miglior difesa, se l’Oly riesce a tenere il CSKA sotto gli 80 punti potrebbe arrivare a giocarsela nel finale. Se il CSKA inizia a correre diventa dura per Spanoulis e soci. Ah, attenti a Teodosic, nel bene o nel male (scusa Milos).

Venerdì 19 Maggio, ore 20:30

FENERBAHCE ISTANBUL – REAL MADRID

Obradovic l’aveva detto. “Il prossimo anno faremo di tutto per arrivare fino in fondo e portare a casa la coppa!”, queste le parole del coach del Fenerbahce qualche giorno dopo la finale persa contro il CSKA, l’anno scorso a Berlino. Detto, fatto. Eccolo qui a giocare l’ennesima Final Four della sua carriera, lui che è il più vincente di sempre nella storia della competizione con ben 8 coppe nel palmares, vinte con squadre di tutta Europa. Certo, vincere la coppa a Istanbul avrebbe un sapore incredibilmente speciale per due distinti motivi. Il Fener è proprio di Istanbul, per la precisione è l’unica squadra delle quattro presenti in Eurolega con sede nel lato asiatico della città, esattamente dalla parte opposta a dove si terranno le partite. Secondo, nessuna squadra turca è mai riuscita a vincere l’Eurolega -curioso per una lega sponsorizzata Turkish Airlines-, e soprattutto nessuna è mai arrivata così vicina all’obiettivo quanto il Fener sotto la guida del tecnico serbo.

Il percorso dei gialloneri in questa stagione è stato abbastanza altalenante, complici i vari infortuni che via via hanno colpito a turno quasi tutti i principali componenti del roster. Per questa ragione il piazzamento finale in stagione regolare (quinti) è abbastanza bugiardo e non rispecchia il reale valore della squadra, fatto ampiamente dimostrato ai playoff, dove i turchi hanno cancellato il Panathinaikos per 3-0, nonostante i greci avessero chiuso la stagione con una vittoria in più. Questa è stata la prima volta in assoluto dall’adozione della formula al meglio delle cinque partite, che una squadra chiudesse la serie in tre partite senza avere il fattore campo a proprio favore, rendendo di fatto il Fenerbahce la prima squadra qualificata alle Final Four di quest’anno.

L’ossatura della squadra è rimasta la stessa degli ultimi anni, con le sole aggiunte di James Nunnally, ex Avellino, nominato MVP del campionato italiano la passata stagione, ed Anthony Bennet, la sfortunata prima scelta assoluta al draft NBA del 2013. Il quintetto solitamente è formato da due portatori di palla, Dixon e Bogdanovic, che nei momenti di utilizzo del quintetto basso diventano tre con l’inserimento di Sloukas. Durante l’anno Sloukas è stato chiamato in causa più volte per partire titolare al posto di Dixon, il greco glaciale classe ’90 è sempre più al centro delle rotazioni e, tornato in forma dopo l’infortunio di febbraio, sembra essere favorito anche per queste finali. Datome e Kalinic sono le ali principali, entrambi ottimi tiratori e perfetti per allargare il campo per favorire le penetrazioni degli esterni e i giochi di lunghi atletici e rapidi come Udoh e Vesely.

Bogdan è il giocatore chiave della squadra e per la fortuna di Obradovic è tornato in piena forma dopo un inizio di stagione ai box per diversi problemi fisici. Nel mese di Febbraio è stato eletto miglior giocatore grazie alle prestazioni sul finire di stagione regolare e allo sweep ai quarti ai danni del Pana (19 punti, 7 rimbalzi e 4 assist di media con un clamoroso 60% da 3 e un emblematico 26 di valutazione, il migliore nei playoffs).

Udoh, miglior rimbalzista e stoppatore del torneo, e Vesely insieme agli altri lunghi della squadra offrono a coach Obradovic numerose soluzioni grazie alla loro versatilità, sia quando la partita rallenta, sia quando decide di alzare il ritmo, la situazione che questa squadra preferisce, dal momento che è la migliore per quanto riguarda i punti derivati da contropiede. Il roster è un perfetto mix di esperienza, atletismo e forze fresche, in Turchia ci credono, che sia la volta buona per scrivere la storia?

Dall’altro lato scenderà in campo la squadra più vincente della storia dell’Eurolega, con ben nove successi continentali. Il Real Madrid si presta a giocare la quinta Final Four negli ultimi 7 anni, dopo aver concluso la stagione regolare in testa e dopo essersi sbarazzato del Darussafaka Istanbul ai quarti di finale per 3-1, vincendo le ultime due partite fuori casa. L’anno scorso la squadra di coach Pablo Laso non ha rispettato le attese, fallendo nell’intento di difendere il titolo vinto nel 2015 proprio a Madrid, ma si presenta a Istanbul con una consapevolezza ritrovata e soprattutto con tutti i suoi giocatori in grande forma.

Sergio Llull ormai ha raggiunto la piena maturità cestistica e sta giocando la miglior stagione in carriera (16 punti con 6 assist di media e 16.8 di valutazione), ma nonostante ciò viene spesso messo in ombra dalle prestazioni da Luka Doncic, in costante crescita dopo l’esordio in Eurolega nella passata stagione. Il gioiellino sloveno classe ’99 ha raggiunto una consapevolezza nei propri mezzi e una comprensione del gioco a dir poco incredibile per un ragazzo della sua età e molto presto lo vedremo calcare i campi d’oltreoceano con la stessa leggerezza con cui sta affascinando tutta l’Europa. Le prime due partite della serie contro il Darussafaka sembravano averlo ridimensionato, tanto da costringere coach Laso a lasciarlo in panchina nelle fasi più importanti, ma la reazione che Doncic ha avuto nelle due successive è propria di chi è predestinato a grandi cose, da campione vero.

L’altro asso della squadra è Anthony Randolph, uno dei migliori giocatori della passata edizione e uno dei maggiori artefici dell’incredibile cavalcata del Lokomotiv Kuban fino alle Final Four di Berlino. Lungo atipico bravo a fare tutto, difficilmente arginabile quando in serata, l’americano ha impiegato un paio di mesi per ambientarsi alla nuova squadra, ma nel 2017 ha decisamente cambiato passo, rispondendo sempre presente alle chiamate importanti.

Il quintetto viene completato da due ex-NBA Jeffery Taylor, ala molto atletica dotata di buon tiro, e Gustavo Ayon, da anni sempre al top in Europa per quanto riguarda i centri. La forza aggiuntiva dei Blancos è ancora una volta la profondità della panchina, dalla quale Laso può attingere tiratori micidiali come Carroll e Thompkins e giocatori esperti e furbi come Rudy Fernandez, Maciulis e il capitano Felipe Reyes, che raramente sbagliano certi tipi di partite. Fondamentali saranno gli accoppiamenti in difesa su Doncic, che spesso creano mismatch favorevoli alla guardia slovena (201cm, per ora), che può giocare in post basso o in alternativa creare numerose linee di passaggio con il movimento degli esterni e di Randolph, molto pericoloso anche dalla linea dei tre punti. A Madrid c’è aria di Decima e si sa, da queste parti non ci si stanca mai di vincere.

Starting Five: Sloukas, Bogdanovic, Datome, Kalinic, Udoh

Doncic, Llull, Taylor, Randolph, Ayon

Chiave: Sono due squadre con filosofie piuttosto simili, due attacchi potenzialmente esplosivi uno contro l’altro, con il Real più propenso a far girare la palla per vie centrali mentre il Fener tenta manovre più accentrate sulle invenzioni dei portatori di palla. Il Fener tende ad affidarsi troppo al tiro da 3 punti quando le cose non vanno per il verso giusto con il rischio di intestardirsi, ma la difesa di Obradovic è un punto di forza invidiabile. I lunghi spagnoli potrebbero soffrire la verticalità delle due torri, Udoh e Vesely. Madrid leggermente favorito, ma fattore pubblico da non sottovalutare, potrebbe, anzi dovrebbe esserci un’invasione giallonera al Sinan Erdem Dome.

Tags: CSKA MoscaEurolegaFenerbahcefinal fourOlympiacosreal madrid
Mattia Cola

Mattia Cola

Nato a Bolzano nel 1991, laureato in economia, montanaro e malato di sport in generale. La prima cotta è per il calcio, ma poco dopo scopre nel basket, il vero amore. Con l'ingresso in NBA dei primi classe 2000 ha capito di essere diventato vecchio sul serio."--

Letture consigliate:

Archivio

The Chat #7 – AD goes to Hollywood

6 Settembre, 2019
Archivio

Zoran Dragić: “L’aspetto mentale è cruciale. NBA? È diversa.”

6 Settembre, 2019
Archivio

‘Lillard time’ for dummies

6 Settembre, 2019
Archivio

Trae Young è qui per smentire tutti

10 Settembre, 2019
Archivio

La guerra che non esiste

6 Settembre, 2019
Archivio

L’NBA è nelle mani di Paul George

10 Settembre, 2019
Load More
Invia
Notificami
guest

guest

0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
The Shot

© 2020 The Shot
LP Edizioni SRLS

Pagine utili:

  • Chi siamo
  • La Mission
  • Contattaci
  • Policy

Seguici anche qui:

No Result
View All Result
  • NBA
    • Atlanta Hawks
    • Boston Celtics
    • Brooklyn Nets
    • Charlotte Hornets
    • Chicago Bulls
    • Cleveland Cavaliers
    • Dallas Mavericks
    • Denver Nuggets
    • Detroit Pistons
    • Golden State Warriors
    • Houston Rockets
    • Indiana Pacers
    • LA Clippers
    • Los Angeles Lakers
    • Memphis Grizzlies
    • Miami Heat
    • Milwaukee Bucks
    • Minnesota Timberwolves
    • New Orleans Pelicans
    • New York Knicks
    • Oklahoma City Thunder
    • Orlando Magic
    • Philadelphia 76ers
    • Phoenix Suns
    • Portland Trail Blazers
    • Sacramento Kings
    • San Antonio Spurs
    • Toronto Raptors
    • Utah Jazz
    • Washington Wizards
  • Rubriche
    • 7 e mezzo
    • I consigli sul fantabasket
    • Focus
    • Draft 2020
    • Interviste
    • Preview
    • The Answer
  • Podcast
    • NBA Milkshake
  • Dagli USA
  • Altro
    • FIBA
    • NCAA
    • WNBA
  • Community

© 2020 The Shot
LP Edizioni SRLS

wpDiscuz
Questo sito fa uso di cookie per migliorare l’esperienza di navigazione degli utenti e per raccogliere informazioni sull’utilizzo del sito stesso.
Proseguendo nella navigazione si accetta l’uso dei cookie; in caso contrario è possibile abbandonare il sito. Puoi leggere qui la nostra Privacy Policy.