State ascoltando Radio Rubio, l’unica stazione del Minnesota che manda lob e outlet pass ogni sera.
Il punto più basso degli ascolti è stato registrato il 14 febbraio, nella partita persa contro i Cavs 116 a 108. Non tanto per il buffering sulle transizioni difensive o per avere lasciato la corsia centrale quasi sempre libera a Tristan Thompson – dopotutto i Timberwolves sono rimasti a contatto fino agli ultimi minuti, grazie anche a un Wiggins da 20 punti nel solo terzo quarto – ma perché quella era la 35° sconfitta.
O Rubio sentiu a raiva do Towns literalmente.#NBAnoSporTV pic.twitter.com/HeEgjXs2Bc
— NBA do Povo ??? (@NBAdoPovo) February 15, 2017
Per sfogarsi, KAT alza un cinque che avrebbe lasciato una crepa sul muro. Oltre al dolore, Ricky soffre per non poter aderire alla causa con più di 5 punti e 16 assist.
In un certo senso sembrava la fine delle trasmissioni. Una radio con troppe interferenze al tiro in NBA non può funzionare. Prima del 14 febbraio, stava segnando 8.3 punti di media con il 29% da fuori. Nella prima partita dopo l’infortunio di Lavine – di fatto l’unico tiratore da tre valido della squadra (come testimona il suo 39% nelle prime 45 gare) – realizza un punto in più di Lance Stephenson (il quale contro i Cavs ne mette a referto 4, ma in 3 minuti di gioco). Con lo spettro della trade deadline alle porte, viene rimesso nel discorso di scambi poco oculati, come quello che lo dava ai Knicks in cambio di Derrick Rose, una point guard poco pericolosa in attacco per una point guard che l’attacco tende a fermarlo.
Ma è proprio da questo momento che Radio Rubio ha messo in atto una regolazione delle frequenze per trovare l’equilibrio tra realizzare punti ed essere un facilitatore. Come se lentamente dovesse muovere la manopola di un apparecchio che non collabora.
BILANCIARSI
Il danno non volontario di Rubio in attacco era visibile in quelle situazioni in cui si trovava senza palla. Le difese gli concedevano metri di spazio, preferendo raddoppiare sui post-up di Wiggo e KAT. Questo vuol dire meno raggio di manovra alle due principali sorgenti di canestri (quasi 8 punti combinati in situazione di post e 47 totali), perché la minaccia di Rubio se non deve gestire il pallone era pari a zero.
Le cose dal 14 febbraio sono un po’ cambiate. A tutto campo Rubio è sempre stato un mago nel localizzare il compagno anche in pieno traffico, ma la differenza nelle ultime 12 partite è che a finalizzare queste transizioni è lui in prima persona, attaccando direttamente il ferro o tirando nei primi secondi dell’azione.
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Wall non si spreca a passare sopra il blocco di KAT, anche Gortat invita Rubio a prendersi il tiro dai 4 metri e lui con l’aiuto della tabella, lo mette a segno senza esitazione.
L’acustica è nettamente migliorata quando Rubio attacca il prima possibile e con pochi palleggi. Nelle ultime 12 partite è passato dal tirare con il 36.2 al 50% nei primi due secondi e dal 36.6% al 41.6% alzandosi subito al tiro, senza effettuare neanche un palleggio. Nelle conclusioni in catch and shoot da fuori sta tirando con il 47.6%, mentre prima del 14 febbraio vedeva il canestro da quella zona con un appannato 30%.

I quasi 15 punti a partita che sta segnando nelle ultime 12 gare vengono da due fattori: una maggiore sicurezza e l’essere il primo iniziatore di gioco per quasi tutti i minuti in cui sta in campo, senza Lavine che per certi tratti di partita si alternava a portatore di palla secondario. In palleggio-arresto e tiro ha acquisito una tale disinvoltura che in alcuni possessi prende subito l’iniziativa e in generale converte questo tiro con un ottimo 48.4% dal campo.


ALZARE IL VOLUME DALLA DIFESA ALL’ATTACCO
Per emettere un suono pulito da un estremo all’altro del campo, Rubio ha modulato come in un’unica onda sonora, palle recuperate e qualità nella gestione del gioco. Nel mese di marzo ha affrontato le migliori PG della lega, lasciando Wall, Steph, Isaiah Thomas e CP3 al 40% dal campo e forzandoli a perdere 3.8 palloni nelle partite giocate contro i Timberwolves.
E’ vero che gli Wizards venivano da un soffocante giro di trasferte (quattro partite, due back-to-back) e gli Warriors avevano perso da solo una settimana Kevin Durant per l’infortunio al ginocchio sinistro, ma limitare Curry e Wall anche nelle loro giornate storte non è semplice. L’ottima collaborazione difensiva di Andrew Wiggins, che sul perimetro peggiora il tiro degli avversarsi che tiene in marcatura individuale del 7.3% , ha aiutato.

Wiggo rimane perfettamente tra Iggy e Curry, prevenendo uno scarico facile in angolo e aiutando Rubio a recuperare palla e a generare una situazione di 3 contro 2 in campo aperto.
Nel rapporto tra assist e palle perse, tra i giocatori sopra i 7 assist di media, Rubio è al primo posto con 3.54. L’ast/TOV ratio non è tanto un indice sul controllo del gioco (Westbrook ha 1.97, eppure il suo stile selvaggio, eternamente sull’orlo della palla persa è quello che tiene in piedi e paradossalmente sotto controllo i Thunder), è più un dato per capire come il gioco viene distribuito a fronte di situazioni in cui il portatore è messo in difficoltà. In questo Rubio è particolarmente bravo e attento.

La fiducia che sta avendo nel tiro e la continuità negli ultimi mesi, stanno cambiando anche il modo di difendere sui giochi a due. È più difficile, o meglio, è meno conveniente per chi difende anticipare il blocco del lungo e lasciare spazio a Rubio per la penetrazione, che non appena può cerca in modo più aggressivo il ferro ed il contatto.
Non è un caso che da quando Rubio ha iniziato a tirare meglio ed è entrato in fiducia, non solo Towns ma anche Wiggins abbia iniziato ad essere più continuo, come si nota dalla striscia di 21 partite con 20+ punti. Esistono pochi set offensivi in cui lui viene coinvolto senza palla (e per lo più sono schemi propedeutici esattamente per il suo isolamento), il fatto che i difensori non possano più lasciare così facilmente la marcatura di Rubio, permette a Wiggins di giocare in 1v1 nel quarto di campo senza subire un raddoppio già a 5 metri dal canestro.
Ennesima dimostrazione di come, senza segnare 30 punti a partita ma avendo almeno un tiro solido, la difesa è costretta a concentrarsi anche su di lui quando gioca senza palla, avendo così spaziature più ampie.
La maggiore aggressività offensiva gli permette di trovare più contatti e più viaggi in lunetta (4.1 liberi tentati a partita) dove sta tirando con l’87%, miglior dato in carriera.
ANCORA QUALCHE INTERFERENZA
“Le cose possono cambiare rapidamente in questa lega. Dal peggio al meglio e anche dal meglio al peggio. Ma non si può restare a guardare, devi fare in modo che cambino, perchè da sole non cambieranno mai”
Le parole di coach Thibs dopo la sconfitta contro i Pelicans 109 a 123 inquadrano bene i Timberwolves di questa ultima settimana. Appena tornati da un tour di trasferte che ha girato il rendimento di squadra proprio dal meglio al peggio. 4 sconfitte consecutive, decise negli ultimi 5 minuti di gioco. Si possono trovare le più inutili attenuanti del caso. I Celtics e gli Spurs sono semplicemente più forti per sperare in una vittoria, gli Heat si sentono super galvanizzati da un marzo quasi perfetto con 3 sole sconfitte, i Pelicans sono stati guidati alla rimonta da un improbabile Jordan Crawford da 11 punti nel 4° quarto. Ma la verità è che i Timberwolves hanno di nuovo mostrato tutti i difetti di una squadra giovane.
Come un tecnico del suono alle prime armi che sbaglia il canale di un mixer audio, a volte Minnesota cade in due tipi di errori: di disciplina e di letture.
Di disciplina, perchè le decisioni prese in campo, per certi frangenti, sono state deboli e sofferte. Come nell’ultimo quarto contro i Pelicans. Crawford e Holiday hanno segnato 43 punti combinati, con il primo a realizzare due canestri pressochè dalla stessa posizione, con gli stessi accoppiamenti arrivati al ralenty che hanno originato il cruciale parziale di 8-2 da cui Minnesota non si è più ripresa.
Di letture, perchè non è raro vederli ripetere per più possessi consecutivi, un gioco che per le difese è diventato più che intelleggibile. A 2.03′ dalla fine del match contro gli Spurs, sul +1 T-Wolves, Ricky e KAT girano un pick and pop alto. KAT riceve da fuori e lancia un mattone che si schianta sulla tabella. Il pallone arriva lungo, Dieng si getta nella mischia a rimbalzo e riesce a ricacciarlo fuori a Rubio per resettare l’attacco.

Le speranze dei Timberwolves di fare i playoff sono al lumicino. Il calendario per le rimanenti partite non sarebbe neanche così tosto, il punto è che sono a 5 gare di distanza dalla vera lotta per l’8° posto (conteso al momento da Nuggets e Blazers).
A 11 partite dal termine della regular season, Minnesota è vicina al miglior record stagionale (eccezione fatta per il 2013-14, quando sfiorarono la qualificazione alla post season) degli ultimi 10 anni. Aspettando il rientro di Lavine, l’identità di questi Timberwolves è passata dall’essere un cumulo di note indistinte ad una traccia gobidile anche se ancora grezza in certi tratti.
Negli highlights della partita dei 19 assist di Rubio (record franchigia per un giocatore T-Wolves) si vedono una varietà di passaggi che faceva anche prima dell’era Wiggo-KAT-Lavine, quando il suo bersaglio preferito era Kevin Love. Ma La differenza principale sta nella consistenza. Nelle ultime 32 gare, KAT sta segnando 28.3 punti e prendendo 12.8 rimbalzi ed è stato semplicemente spettacolare. Al di là delle statistiche al tiro (60.1% dal campo, 42.1% da tre, 82.9% ai liberi), è ridicolo che a volte ci si scordi che ha solo 21 anni.
I Timberwolves devono lavorare su questa consistenza per renderla duratura e collettiva. Il resto – come il dubbio che questa insolita efficienza offensiva e le difficoltà di Dunn nel trovare una sua dimensione in attacco stia solo rinviando la partenza del play spagnolo in estate – viene dopo.
Per oggi è tutto da Radio Rubio, l’unica stazione del Minnesota che manda lob e outlet pass ogni sera.