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Quanto vale Jimmy Butler?

Lorenzo Bonacina by Lorenzo Bonacina
6 Settembre, 2019
Reading Time: 6 mins read
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E’ di qualche settimana fa, il rumors che è rimbalzato un po’ ovunque nel web secondo il quale i Chicago Bulls stiano cercando una sistemazione per Jimmy Butler. La notizia ha iniziato a stuzzicare le fantasie di molti tifosi e ha avuto il pregio di accendere gli animi del mercato NBA, che vede il suo termine ultimo nella, da tempo priva di botti, deadline del 23 Febbraio.

LeBron James, Kevin Durant, LaMarcus Aldridge, nelle ultime stagioni le star si sono mosse prevalentemente al termine del contratto con la loro franchigia. La trade più recente che riguardasse un big è stata quella di Kevin Love ai Cavaliers mentre se vogliamo scavare nel passato, dobbiamo arrivare al 2012 per Dwight Howard, nel suo breve e triste trascorso ai Lakers, oppure un anno prima, Carmelo Anthony quando spinse affinché Denver lo spedisse a New York. Ci sarebbe anche James Harden tra i giocatori protagonisti di una trade ma non era ancora considerato a livello di star quando Sam Presti accettò la proposta di Houston.
Questa mancanza di precedenti abbastanza recenti rende difficile stimare un possibile valore per il 27enne texano Jimmy Butler, in una lega che ha cambiato valori di contratti e in cui le scelte hanno sempre maggiore tendenza a dover attendere del tempo per una crescita completa.

Due fattori importanti nel calcolare l’ipotetico valore di un giocatore sono quindi la situazione contrattuale e la sua situazione all’interno dello spogliatoio.
Questi sono due punti che la dirigenza Bulls ha gestito con grande accuratezza cercando di favorire la propria stella: il contratto di Butler è stato prolungato meno di 18 mesi fa con un quinquennale da circa 95 milioni di dollari mentre la situazione all’interno dello spogliatoio è stata migliorata scambiando Rose e Noah, con i quali Butler non sembrava avesse un rapporto idilliaco. Rinnovato prima dell’innalzamento del cap, è un contratto più che accettabile proprio se paragonato alle cifre che un giocatore del suo status potrebbe richiedere oggi (visto che quello firmato da Butler nel luglio 2015 era il max salariale) e questo non può che aumentare il suo valore ed il suo appeal sul mercato.

Dal punto di vista tecnico invece JB sta giocando, per distacco, la stagione migliore della carriera: 25 punti, quasi 7 rimbalzi e 4,8 assist a partita, con il 45% abbondante dal campo. E’ un giocatore capace di giocare entrambi le fasi del gioco e si è fatto notare per essere capace di coniugare le cifre sopracitate alla capacità di difendere almeno tre ruoli nei momenti decisivi della gara.
Quindi la situazione che abbiamo delineato sembrerebbe alquanto contraddittoria dal momento in cui si tratta di un giocatore con un contratto vantaggioso e pluriennale, a cui sono stati allontanati i “nemici” di spogliatoio per farlo emergere come leader e che sta giocando la sua miglior stagione in carriera. Perché mai i Bulls si dovrebbero privare di lui?

E se i Bulls non puntassero su Butler e questo fosse il momento in cui il suo valore è più alto di quanto lo sia mai stato?

In effetti le ultime mosse della dirigenza dei Bulls sono particolarmente criptiche: le cessioni di Rose e Noah presagivano ad un rebuilding imminente mentre l’arrivo di Wade e Rondo nonostante tecnicamente sollevassero parecchi dubbi, poi confermati sul campo, invece facevano pensare che la dirigenza di Chicago avesse pensato di creare una squadra per provare ad arrivare subito alla vetta della Eastern Conference. Probabilmente il front office dei tori non aveva né l’idea di ricominciare con una rifondazione estrema né aveva l’illusione di poter competere con i Cavaliers e con le altre squadre di vertice ad Est. Le azioni dei Bulls potrebbero essere lette come l’apparecchiare la tavola per una cessione, quella di Butler, provando a valorizzare il giocatore affiancandolo a giocatori capaci di mantenere decentemente alto il record di squadra e quindi evitando l’inevitabile deprezzamento nel caso in cui la squadra navigasse nelle agitate acque della bassa classifica.

Jimmy Butler ha raggiunto il “massimo valore” in carriera, e cederlo ora non sarebbe un’azione da etichettare come pazzia, perchè visto il mercato attuale probabilmente, il texano è il miglior giocatore acquistabile (insieme a DeMarcus Cousins, la cui situazione però è leggermente differente) e sicuramente anche il più caro tra quelli sul mercato.

Guardando alle possibili destinazioni della stella dei Bulls, la richiesta varia in base alla disponibilità della squadra interessata ma senza dubbio in ogni trattativa intavolata per Butler ci sarà una parola chiave: futuro.
Avrebbe poco senso per la situazione odierna di Chicago, infatti, cercare la contropartita di Butler in un altro giocatore di livello già maturato. Sicuramente quando Gar Forman stringerà la mano ad un suo collega general manager per concretizzare la cessione di Butler avrà fatto una mossa il cui orizzonte si dispiega più in là dei 27 anni di Butler.

Quindi la richiesta che i Bulls potrebbero accettare è quella composta da scelte e/o giovani prospetti.
Non sono molte le franchigie che dispongono di scelte, giovani promettenti e che abbiano ambizioni nel breve/medio periodo tali da poter ideare un assalto al giocatore dei Bulls.
La prima è sicuramente Boston, che entrata ormai saldamente nel gruppo delle squadre d’élite ad Est, necessita di una star per provare a fare il salto di qualità decisivo. Boston potrebbe mettere sul piatto scelte (i Celtics hanno i diritti sulle scelte del 2017 e 2018 dei Nets((contropartita ricevuta per la trade Paul Pierce/Kevin Garnett))) e giovani giocatori interessanti come la terza scelta dello scorso draft Jaleyn Brown, Marcus Smart e Terry Rozier.
Inoltre Chicago potrebbe richiedere l’inserimento di un giocatore tra Jae Crowder e Avery Bradley ovvero due 3&D ((giocatori capaci di tirare da 3 con buone percentuali e difendere egregiamente)) che potrebbe dare un apporto immediato alla squadra di coach Hoiberg.

Dal mio punto di vista Chicago lascerebbe partire Butler in direzione Boston per un’offerta che comprenda un giovane talento (Brown su tutti), almeno una prima scelta (senza dubbio la Nets 2017 che chiuderanno molto probabilmente con il peggior record) ed un veterano in scadenza come Amir Johnson utile solamente a pareggiare i salari. A Boston la possibilità di avvicinarsi ulteriormente alla vetta e a Chicago quella di scorgere all’orizzonte l’alba di un nuovo giorno.

 

 

Un’altra franchigia a cui spesso è stato affiancato il nome di Butler sono i Minnesota T’Wolves.
Minnesota dopo l’arrivo in estate di Coach Thibodeau aveva mostrato un forte interesse per JB sopratutto nei giorni precedenti al Draft, quando l’offerta sembrava poter comprendere la scelta numero 5 dalla quale i T’Wolves hanno pescato Kris Dunn. Malgrado i risultati attuali collochino Minnie al dodicesimo posto ad ovest, la squadra è ricca di talento e da qualche anno viene sempre detta in rampa di lancio, senza mai mostrare risultati reali. Jimmy Butler potrebbe significare la scintilla capace di illuminare finalmente Minnesota cercando di portarla ad assaporare nuovamente la sensazione di giocare in Aprile.
Nei mesi passati si era pensato anche ad un inserimento di Andrew Wiggins nella trattativa, ma il front office dei T’Wolves è stato chiaro dichiarando lui e Karl-Anthony Towns assolutamente inamovibili. L’offerta potrebbe invece comprendere un giovane di grande talento come Kris Dunn, almeno un paio di prime e seconde scelte (2017 e 2019) ed un buon giocatore come Shabazz Muhammad. Attenzione anche alla volontà di scambiare Ricky Rubio.

Le scelte potrebbero non essere appetitose come quelle provenienti da Brooklyn ma potrebbero essere in numero maggiore e poi la storia ci insegna, lo stesso Jimmy fu scelto alla numero 30.

 

 

I 76ers nel prossimo draft avranno due prime scelte con ogni probabilità nella Top 10 ((una dei Lakers, arrivata da Phoenix, che l’aveva ottenuta per Nash, in una trade a tre squadre che ha portato Knight ai Suns e Micheal-Carter Williams ai Bucks)), a meno che il miracolo Embiid non porti la squadra di Phila alla post-season, e visto che di promesse nel loro roster ne possono contare allo sfinimento perchè non imbastire una trade per portare un giocatore pronto capace di trascinare le giovani promesse?
E’ tutto molto ipotetico, infatti non sappiamo con esattezza che giocatore possa essere Ben Simmons e sopratutto quanto tempo avrà bisogno per integrarsi nel mondo NBA. Qualcuno aspetta di vederlo portare palla nell’altra metà campo e chiamare i giochi, altri un All-Around lebroniano senza tiro altri invece un’ala grande che necessiterà di tempo per completarsi.

Una certezza c’è e si chiama Joel Embiid, infatti dopo due anni ai box, la terza scelta del 2014 sta sorprendendo tutti ed a gennaio ha praticamente già ipotecato il premio di Rookie of the year.
Il problema di sovraffollamento nel reparto lunghi nella squadra di Brian Colangelo è però evidente sopratutto ora che Dario Saric sta iniziando a prendere confidenza con la realtà americana mentre Noel ed Okafor sono descritti dalla stampa (e non solo) come insoddisfatti dei propri minutaggi.
Per questo una trade che comprendesse Okafor, Robert Covington (che troverebbe molto meno spazio con l’arrivo di Jimmy Butler) più la scelta dei Lakers del prossimo draft potrebbe essere una soluzione che migliorerebbe la situazione di entrambe le franchigie, dando a Phila una prima opzione offensiva in attesa della crescita delle giovani stelle e a Chicago una potenziale star che nel suo anno da rookie ha viaggiato a 17 punti e 7 rimbalzi ed una scelta con la quale affiancargli un’altro giocatore di talento.

Come già detto in precedenza non bisogna aspettarsi che la situazione Butler, diventata sempre più delicata dopo che Wade ha dichiarato che non accetterebbe di restare in squadra qualora cedessero JB, si possa definire in breve tempo. Probabilmente tutto rimarrà in questo immobilismo apparente almeno fino agli ultimi giorni precedenti alla deadline, quando forse vedremo il prodotto di Marquette University con la divisa di una nuova squadra.

Tags: bullscelticsPhiladelphia
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