Durante il riscaldamento della gara tra Hawks e Pelicans, Kyle Korver (35), shooter e bandiera della franchigia di Atlanta, ha dovuto interrompere la propria routine prima di scoppiare a piangere di fronte alla notizia del proprio trasferimento ai Cleveland Cavaliers.
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E’ fatto risaputo quello che vede i giocatori NBA, seppur privilegiati per il tipo di carriera che conducono, comunque sempre appesi all’instabilità di una vita mai stazionaria e legata sottilmente al filo delle decisioni della dirigenza. Korver deve aver sentito di esternare in questo modo il sentimento di dover lasciare una piazza che in cinque anni di permanenza lo ha innalzato allo status di All-Star nell’incredibile cavalcata del team guidato da Budenholzer, ma soprattutto gli ha permesso di diventare un simbolo della franchigia, tanto amato dai tifosi. Ora però può dire di aver attraversato la porta di un’opportunità dal valore decisamente più alto. I general manager di mezza lega si staranno mangiando le mani perché, al contrario di David Griffin, probabilmente non sono riusciti a chiudere l’affare, oppure non hanno pensato che lateralmente alla svendita di Millsap fosse possibile acquistare contratto in scadenza da cinque milioni di dollari come quello di Korver al prezzo di Mo Williams ed una “heavy protected” prima scelta del 2019.
Hawks: Per il momento non possiamo conoscere i veri piani di Wes Wilcox, perché nonostante sia presumibile che quella scelta così protetta, guadagnata pur di non perdere il giocatore in free agency, indichi una proiezione di tanking nei prossimi anni, la trade di Millsap potrebbe permettere di acquistare role player importanti oppure un go-to-guy. Forse la scelta estiva di rinunciare a Teague per puntare tutto sul pick n’ roll Schröder-Howard non ha appagato del tutto la dirigenza, che ad oggi vede nella guardia ancora forti carenze di decision making, ma sorge spontaneo chiedersi se questo basti per smontare un sistema di gioco instaurato, con interpreti funzionali, ed un attuale quarto posto nella Eastern Conference. Lo spazio di manovra rimane comunque molto ampio, proprio perché, alla fine di questa stagione, la squadra di Atlanta si troverà con più di dieci giocatori a fine contratto, compresi la player option di Millsap e la team option di Tim Hardaway Jr.

Cavaliers: I Cavaliers sono riusciti nell’impresa di sostituire un giocatore importante come JR Smith, infortunato al pollice e rientrante solo agli albori dei Playoffs, con uno shooter altrettanto temibile ma di caratteristiche leggermente diverse. Nel classico periodo della stagione in cui i giocatori, sovrastimolati dal volume di partite giocate, hanno un down di condizione, è arrivata la richiesta da parte di LeBron James di rimpolpare il parco guardie con qualcuno che aprisse il campo maggiormente, a discapito della maggiore attenzione difensiva regalata dall’ottimo Liggins.
Oltretutto, coinvolgendo Portland nell’affare, è riuscita a risolvere i problemi di regolamento che gli impedivano di non pescare per due volte consecutive al primo giro del Draft, scambiando alla pari, la scelta del 2017 dei Blazers (sempre di Cleveland, era stata ceduta nella trade a tre per Frye l’anno scorso) con quella del 2018 dei Cavaliers.
Korver che, paragonato alle altre guardie tiratrici, è sempre stato un difensore di ottimo livello, arrivato a 35 anni e appesantito da qualche guaio muscolare, ora si attesta attorno ai 108 di defensive rating (non che JR Smith faccia meglio), eppure dall’altro lato del campo sembra essere il giocatore ideale per Cleveland.
La franchigia dell’Ohio, nonostante non venga evidenziato dai media, è seconda, dietro a Houston, per triple tentate e realizzate, oltre che essere la prima produttrice di open three dall’angolo, grazie alle sapienti mani dei suoi lunghi.
L’assist di Millsap è geniale, ma non fatichiamo a pensare ad un Kevin Love che dopo aver rollato, assiste Korver nell’angolo.
Il californiano è uno specialista dello spot-up shooting, segnando con il 49% le triple aperte e con il 51,9% i corner three((triple dall’angolo)), e nelle situazioni in post dal gomito costruite da LeBron si troverà di certo a suo agio nel correre tra i blocchi di Thompson e Love.
Ciò per cui viene sottovalutato è il suo range. Altro modo in cui Korver aprirà il campo è la sua capacità di segnare da ben oltre la linea del tiro da tre, tenendo un avversario decisamente più staccato dal centro.
Infine non ci stupiremmo di vedere una situazione sempre più costante di pinch post con roll all’interno di LeBron. Gioco attuato molto spesso con Millsap e Horford in passato, capaci di segnare dal mid range. Korver è bravo a ricevere il consegnato e sfruttare il blocco per tirare libero dietro il compagno, ma in situazioni clutch è famoso per il fake shooting: sapendo di essere braccato dalla difesa, attira tutta l’attenzione su di sé, per poi assistere il bloccante entrato in area. LeBron James, assistito a centro area, senza avversari, significano due punti facili.