Uscita da una stagione funestata ed influenzata dal Covid, la NCAA prova a ripartire dandosi un’apparenza di normalità. Con Arene di nuovo piene, senza i terrificanti cartonati ed il tifo simulato dagli altoparlanti, e con un nuovo regolamento che permette rimborsi ai suoi studenti-atleti lo sfruttamento economico dei diritti d’immagine per difendersi dalle polemiche contro lo sfruttamento dei giocatori e respingere (sinora con successo) le minacce G-League e Overtime Elite, insomma dell’alternativa di reclutamento che li pagherebbe da subito. Ecco temi e protagonisti della stagione che parte stasera: subito Michigan State-Kansas e Duke-Kentucky come piatto forte…
La migrazione del quinto anno
Si tratta di un nuovo fenomeno, pure questo derivante dal Covid, la possibilità data ai senior di fermarsi per un quinto anno al college. Con una pletora di giocatori di livello medio-buono che decidono così di rinviare il passaggio al professionismo, nel loro caso comunque non si sarebbe trattato di NBA, per giocare l’ultima stagione in college più prestigiosi e con maggiore copertura media. Cosicché università che negli ultimi decenni avevano spiccato per la loro filosofia one&done come Kentucky, Duke e North Carolina all’improvviso vanno dotandosi di giocatori esperti – non a caso dopo una stagione disastrosa – portandosi in organico elementi di complemento interessanti come Kellan Grady e Sahvir Wheeler a Kentucky, Brady Manek e Dawson Garcia a UNC e Theo John a Duke. Per non parlare di autentici colpi come Remy Martin a Kansas e Marcus Carr, Timmy Allen, Tre Mitchell, Dylan Disu e Devin Askew che fanno della nuova Texas di Coach Chris Beard una contendente per il titolo.
L’ultima cavalcata di Coach K
Certamente durante la stagione assisteremo ad un doveroso e commovente tour di Mike Krzyzewski nelle varie Arene d’America che non mancheranno di tributare la giusta ovazione alla sua grandezza di allenatore. E se tecnicamente ha già lasciato parecchie incombenze al suo erede Jon Scheyer, per i Blue Devils una cavalcata verso il record assoluto di Final Four raggiunte – che attualmente Coach K detiene, con 12, in coabitazione con John Wooden – sarebbe il giusto modo per salutare colui che ha creato il programma moderno più vincente del college basketball.
E la squadra ha le carte in regola per farlo, con il clamoroso talento del quasi azzurro (lo sarà mai appieno?) Paolo Banchero, ala di 2.08 che abbina potenza, piedi veloci, mani dolci e pure sagacia tattica che ne fanno un credibile candidato a Giocatore dell’anno e prima scelta assoluta al prossimo Draft NBA. Banchero ha il doppio passaporto, statunitense e italiano, ottenuto grazie al bisnonno, e avrebbe già esordito per l’Italia a livello di Nazionale, senza pandemia. Ma non solo Banchero. Duke ha ora un Wendell Moore più esperto e maturo, le lunghe leve di Mark Williams – migliorato e sulla rampa di lancio – e la solidità di Theo John sotto i tabelloni, tiratori come il freshman Trevor Keels – un torello – e Joey Baker sul perimetro, e un tuttofare di lusso come AJ Griffin. SE, ed è un grosso SE, in regia Jeremy Roach e Jaylen Blakes reggeranno, allora Duke sarà una contender serissima per il titolo.
Le favorite
In una stagione con molte possibili protagoniste ad alto livello, va data la precedenza ai perenni quasi campioni di Gonzaga che perso Suggs si ripresentano con i baffoni mitologici di Drew Timme sotto i tabelloni, Andrew Nembhard in regia, un freshman interessante come Hunter Sallis al suo fianco, ma soprattutto presenta il freak Chet Holmgren, magro come un chiodo ed alto 2.13, ma coordinato e con un tiro dolcissimo che lascia partire da altezze siderali e che ricorda quello di Kevin Durant… con Timme al suo fianco non avrà troppe incombenze sotto i tabelloni, ma potrà svariare per il campo dove lo porta il suo talento
smisurato. Sarà abbastanza per portare finalmente un titolo NCAA a coach Mark Few?
Abbiamo già accennato ad altre due favorite. Parliamo dei nuovi Longhorns di Coach Beard – colui che ha rilanciato il programma a Texas Tech ed è passato ora ai rivali e primi rappresentanti dello stato del Texas – che avrà però bisogno di tempo per far quagliare tutto il talento portato a Austin, e di Kansas University. La frizzante point guard Remy Martin va a completare a Lawrence un quintetto che per il resto ha mantenuto il principale nucleo, così come quello di UCLA, grande sorpresa del Torneo NCAA 2021, che riparte dalla stella Johnny Luzang, da Jaime Jaquez Jr ed un roster persino rinforzato. Chi invece aveva deluso al Torneo sono Purdue e Michigan che però tornano in forze per la riscossa dietro le loro stelle Trevion Williams e Hunter Dickinson: si candidano come rivali dominatrici della Big Ten.
Giocatore dell’anno
Se fra i “primo anno” la lotta per il miglior freshman pare fra Banchero e Holmgren, con le possibile sorprese TyTy Washington Jr di Kentucky ed Emoni
Bates di Memphis, come giocatore dell’anno puntiamo sui baffoni anni Settanta del mago del piede perno, del re del post basso, del maestro del gioco sotto il ferro, Drew Timme.