In una partita non particolarmente brillante in cui le difese hanno avuto la meglio sugli attacchi, i Los Angeles Lakers hanno sconfitto per 105 a 100 degli Indiana Pacers sempre più in crisi, sprofondati al decimo posto nella Eastern Conference dopo aver vinto solamente 3 partite delle ultime 10.
A contribuire in modo decisivo alla vittoria in rimonta dei Losangelini è stato, tra tutti, Kyle Kuzma, autore di 15 punti nel quarto periodo (vinto dalla squadra di Vogel 34-21) e protagonista del parziale che ha scavato il solco decisivo tra le due squadre. A fine partita il tabellino dell’ala numero #0 dei Lakers reciterà 24 punti (8/18 dal campo, 3/6 da 3 e 5/6 ai liberi), 13 rimbalzi, un assist e un recupero, cifre che evidenziano il suo ottimo momento di forma.
La partita
Il match è caratterizzato da numerosi parziali, con i Lakers costretti a rincorrere fin dal primo quarto, vinto dai Pacers per 28 a 20 grazie a uno strepitoso Malcolm Brogdon da 18 punti con 3/3 da 3. Nel secondo periodo, la squadra di James rimette la testa avanti grazie a un parziale di 11 a 0 nei primi 2 minuti e mezzo, a cui Indiana risponde piazzandone uno da 12 a 2 che le consente di arrivare all’intervallo sul +8 (54-46).
La terza frazione procede sulla falsa riga di quella precedente: i Lakers pareggiano i conti sul 61 a 61 a metà periodo, ma la coppia Sabonis-McDermott riporta i Pacers sul +8 in meno di due minuti, vantaggio la squadra di Bjorkgren manterrà fino a fine quarto. Indiana tocca addirittura il massimo vantaggio della sua serata sul +12 a 10′ dal termine (86-74) dopo la terza tripla stagionale di Bitadze, ma da quel momento sale in cattedra Kyle Kuzma che fino al termine dell’incontro punisce la difesa dei Pacers in tutti i modi possibili.
Dopo i primi tre quarti di partita offensivamente non brillanti (7 punti con 3/10 al tiro), il nativo di Flint si mette in ritmo prima attaccando il ferro dopo un pick and roll, sia da portatore di palla che da rollante, collezionando 3 punti dalla lunetta, e poi seguendo a rimbalzo offensivo (marchio di fabbrica del “nuovo” Kuzma) un errore di James:
Ritrovato un ritmo offensivo che fino al 36′ gli era mancato, Kuzma ha la fiducia per prendere e segnare un tiro dalla media dal palleggio…
…ma soprattutto per mandare a bersaglio le due triple in successione che regalano ai Lakers il massimo vantaggio della serata (+6, 96-90) e ipotecano la vittoria finale.
La metamorfosi di Kuzma
La parabola della carriera di Kuzma è a dir poco singolare: scelto dai Lakers alla numero 27 del draft 2017 disputa una stagione sorprendente, viaggiando a oltre 16 punti di media, finendo nel primo quintetto All-Rookie e rubando il palcoscenico al rookie più discusso della classe, nonché compagno di squadra, Lonzo Ball. Nella stagione successiva migliora ulteriormente il proprio rendimento: chiude a 18.7 punti di media (più di Ingram) con 5.5 rimbalzi e 2.5 assist, ma rimane sorprendentemente (ma non troppo) escluso dalla trattativa che porta a L.A. Anthony Davis.
Con una squadra da titolo impostata in modo da far rendere al meglio le due superstar James e Davis, Kuzma fatica a inserirsi nei meccanismi di coach Vogel: calano minutaggio e rendimento (meno di 13 punti di media in 25 minuti) e le voci di scambio di fanno sempre più insistenti. Alla fine il nativo di Flint rimane ai Lakers, ma il suo ruolo è ancora poco chiaro, anche se prima delle Finals contro gli Heat mette in mostra sprazzi del giocatore che potrebbe essere in futuro, specialmente in difesa.
#LakeShow
— Andrea Poggi (@AndreaPoggi14) August 30, 2020
Kuzma’s defense
1a: kuzma passa il blocco e rimane con Trent. Piedi sempre in movimento, mani attive, cerca il contatto solo alla fine. Ottima difesa.
2a: CJ vuole il mismatch, kuzma accetta il cambio -> ISO. Kuzma tiene egregiamente il #3 e lo stoppa. pic.twitter.com/iaeYd9F77S
Fresco di anello NBA, Kuzma in estate rinnova con i Lakers, firmando un’estensione triennale da 40 milioni complessivi e rinunciando alla possibilità di diventare free agent al termine della stagione 2020/2021. Questo è il primo segnale della metamorfosi di “Kuz”, che finalmente sembra aver capito il proprio ruolo all’interno dello scacchiere di coach Vogel.
Dopo 36 partite disputate (11 da titolare) nella stagione corrente, si può dire che Kuzma ha capito come contribuire in maniera significativa in questi Los Angeles Lakers, ovvero ricoprendo il ruolo di energy guy dalla panca in grado di spezzare le partite grazie alla sua aggressività nella propria metà campo e a rimbalzo, rinunciando a determinate responsabilità offensive in attacco.
Kuzma attualmente cattura 6.7 rimbalzi a partita (ben 2.1 sono offensivi, entrambi massimi in carriera), cifre che subiscono una notevole impennata dopo l’infortunio di Davis: nelle ultime 9 gare i rimbalzi a partita sono diventati 9.2 di cui 3.1 offensivi (primo nei Lakers in entrambe le voci), validi per 5 doppie-doppie.
Kyle Kuzma is a rebounding machine this season.
— StatMuse (@statmuse) March 13, 2021
He leads the Lakers in rebounds since February.
He has double-digit rebounds in 5 of his last 6 games. pic.twitter.com/VpTOZ99fu4
Anche la difesa in 1-vs-1 sta beneficiando della ritrovata aggressività di Kuzma, che gli ha consentito di passare dall’essere un difensore sotto la media e facilmente punibile nei mismatch, a una sorta di coltellino svizzero in grado di difendere più ruoli grazie a un fisico piuttosto lungo che compensa una rapidità di piedi non eccezionale.
In attacco, invece, il nativo di Flint ha fatto un passo indietro, rinunciando ad alcune iniziative personali per lasciare spazio a conclusioni prese da vantaggi creati dai compagni: il 72% della sua produzione offensiva deriva da un assist e la maggior parte dei suoi canestri avviene nel pitturato (41%) e da oltre l’arco (48%), segno di una shot selection decisamente migliorata.
Inoltre, Kuzma è il giocatore dei Lakers che segna di più in spot up (67 tiri mandati a bersaglio, di cui 59 sono triple), realizzando questo tipo di conclusione con un ottimo 39% (terzo dietro a Caruso e Caldwell-Pope), e dimostrando così di essere efficace anche senza avere troppo il pallone tra le mani, contrariamente a ciò che si pensava fino a qualche mese fa. Dopo l’infortunio di Davis è probabile che “Kuz” dovrà tornare a prendersi qualche responsabilità in più in attacco (la percentuale di canestri assistiti è calata al 60% nelle ultime 9 partite), ma la presenza di due realizzatori come Schroeder e Harrell dovrebbe aiutarlo non poco sotto questo punto di vista.
Aspettando Anthony Davis
Nella nottata italiana è arrivata la notizia che Anthony Davis verrà rivalutato tra due settimane, facendo così slittare il suo possibile ritorno sul parquet ai primi di aprile.
Lakers star Anthony Davis (calf strain) will be re-evaluated in two weeks.
— Shams Charania (@ShamsCharania) March 13, 2021
Senza il loro secondo violino, i Lakers dovranno fare ancora affidamento su Kyle Kuzma, che dovrà dimostrare di essere in grado di dare continuità alle proprie prestazioni sia per sopperire parzialmente all’assenza del lungo ex-Pelicans in entrambe le metà campo sia per consentire a James di riposare qualche minuto in più in panchina in vista dei playoffs. Se in attacco verrà sicuramente aiutato sia da Shroeder che da Harrell (rispettivamente terzo e quarto miglior marcatore dei Lakers), in difesa e a rimbalzo dovrà necessariamente mantenere i livelli delle ultime dieci partite, essendo l’unico giocatore a roster con le caratteristiche fisiche da poter rendere l’assenza di Davis meno pesante.
Vedremo se il prodotto dell’University of Utah saprà fare un ulteriore salto di qualità mantenendo una costanza di rendimento che troppe volte in carriera gli è mancata.