Difficile dire quanto una vittoria sia di squadra quando il tuo miglior giocatore ed All-Star mette a referto 35 punti nella prima partita post infortunio.
Eppure è cosi, perché la vittoria in rimonta di questi Suns non è solo frutto dei canestri messi a segno dall’ex Kentucky, bensì è il frutto di un meccanismo e di una solidità di squadra e sistema che ha portato ad un record di 25-11, con 17 vinte nelle ultime 20, secondi ad Ovest dietro solo ai mormoni dello Utah.
Mikal Bridges è stato fondamentale nei primi due quarti, per tenere in piedi la baracca, con 16 dei suoi 18 punti, Paul ha aggiunto 19 punti e 7 assist, ma la coppia sorpresa della serata è quella formata da Šarić&Payne:+15 e +24 di Plus Minus, con il croato ricambio notevole per Ayton ( 24e 23 minuti) e Payne quasi perfetto al tiro: 4/5 dal campo, 3/3 da oltre l’arco, 2/2 ai liberi per 13 punti e 6 assist in appena 20 minuti di gioco.
I primi due quarti conclusi in parità sul 60-60 sono stati la vetrina di quello che potrebbe e dovrebbe essere Ayton difensivamente: un centro in grado di attaccare il palleggiatore in situazioni di Hard Hedge o Blitz ed una presenza in area o lontano dalla palla con senso della posizione e dell’aiuto.
Il terzo quarto è stato il quarto di Portland per buona parte, guidati da un Lillard da 30 punti ma con 5 palle perse. La squadra allenata da Coach Scotts si è trovata in vantaggio di 11 punti, ma è proprio a questo punto che la panchina guidata da Payne e Šarić è riuscita a recuperare lo strappo a suon di tiri dall’arco e ottime scelte offensive. Da sottolineare la scaltrezza di Coach Monty Williams non solo nel cavalcare e dar fiducia ai così dette gregari, ma nel saper “staggerare”, ovvero alternare abilmente, Cp3 e Booker.
L’uomo della serata: Devin Booker
A 24 anni e 132 giorni Booker è l’ottavo giocatore più giovane a raggiungere 100 partite con almeno 30 punti preceduto da giocatori come LeBron James, Kevin Durant, Shaq e Michael Jordan. Una discreta compagnia si potrebbe dire.
Le parole al miele per il rientrante All-Star non sono certo mancate partendo dal suo Coach fino ad arrivare al sempre più decisivo Payne. Una prestazione quella di Booker da vero e proprio leader carismatico di una squadra che sta spiccando il volo, verso vette previste da pochi, almeno in questa prima stagione in Arizona di Paul.
Portland ha cercato di fermarlo in tutti i modi possibili, anche con le cattive, ma Booker è sempre tornato, a volte uscendo claudicante dal campo ma sempre pronto a suonare la carica nei momenti decisivi come il terzo periodo. “Abbiamo avuto una buona energia entrando nell’ultimo quarto, eravamo veramente animati e volenterosi. Continuavo a ripetere! Questo è il momento di vincere, è ora di chiuderla’. Ed è quello che abbiamo fatto“.
Ma come ha deciso di chiuderla Booker? Innanzitutto era in campo nel momento più critico della partita, quella seconda parte di terzo quarto che ha dato poi lo sprint decisivo per gli ultimi 12′, in cui ha mostrato tutto il suo bagaglio tecnico offensivo: tiro dalla media, giochi da 3 punti, triple…
Nell’ ultimo periodo sul 109-104 Suns si è “semplicemente” dedicato a tagliare la testa al toro, allargando la forbice tra le due squadre e non dando speranza al vano tentativo di rimonta dei Blazers.
Con questo Booker e questa squadra, con questo livello di convinzione e sicurezza nei propri mezzi, nulla è precluso per i Suns. La squadra sembra lunga e affamata di vittorie dopo anni di stenti e lottery. Il futuro è incerto, ma se il buongiorno si vede dal mattino, Phoenix ha tutte le carte in regola per sognare.