In una lega ricca di campioni come l’NBA, ogni notte ci sono vari protagonisti. Tra le prestazioni altisonanti di giocatori come Russell Westbrook, Julius Randle, Shai Gilgeous-Alexander, Ja Morant, con una vena di sano patriottismo il nostro protagonista della notte è però Niccolò Mannion.
I Golden State Warriors hanno subito una brutta sconfitta contro i Suns, perdendo di oltre 20 punti, a causa soprattutto delle assenze di Draymond Green e Stephen Curry, ma Niccolò Mannion è partito in quintetto per la prima volta nella sua carriera NBA, mostrando lampi di quel talento che lo aveva portato ad essere uno dei prospetti più quotati della sua classe in entrata al college.
Prove di futuro
Mannion è partito da titolare, andando ad occupare quello spot lasciato libero da Stephen Curry ed ha giocato oltre 30 minuti, chiudendo la gara con 9 punti, 6 assist, 4 rimbalzi, una rubata e 3/10 dal campo. Le cifre decontestualizzante non sono straordinarie, ma se consideriamo che Niccolò aveva totalizzato a malapena 35 minuti finora, che rientrava da pochissimo dalla bolla della G-League e la sua età (compirà 20 anni il 14 marzo), assumono un certo valore. Anche l’avversario era di quelli speciali: giocare i primi minuti “veri” di NBA contro Chris Paul è certamente emozionante ed istruttivo.
Passando alla prestazione nello specifico, Mannion è partito a rilento nel primo quarto, sbagliando una tripla, un floater e perdendo un pallone nei primi 6 minuti. Poi però si è accesso improvvisamente con una delle sue specialità, la creazione per i compagni, facendo registrare 3 assist in poco più di 30 secondi.
Il terzo assist, a Toscano-Anderson, è abbastanza emblematico delle sue capacità. Con una grande rapidità (sia mentale che fisica), approfitta di una mezza incomprensione tra Bridges e Paul e consegna un passaggio non scontato per precisione e tempismo al compagno messicano lanciato a canestro.
Nel prosieguo della gara, il figlio di Pace ha messo in mostra un’altra delle sue capacità: il tiro da 3. Le percentuali e la meccanica di Nico non sono sempre state quelle di un super tiratore, ma già al college aveva mostrato tante volte di poter tirare in movimento in uscita dai blocchi e di sapersi muovere in modo intelligente per crearsi buone occasioni.
Niccolò ha concluso la gara con un ottimo 3/5 da tre e queste due triple in particolare sono esemplificative di quanto detto in precedenza. Nella prima, Mannion tira in uscita da un blocco. Nella seconda, si crea un buon tiro continuando a muoversi dopo il passaggio e andando a ricollocarsi in angolo.
Ovviamente Niccolò non è stato impeccabile ed ha mostrato anche i lati negativi che gli si contestavano in entrata al draft, come la difficoltà ad attaccare l’area e qualche palla persa di troppo (ben 5). Però la sua performance lascia ben sperare, i lati positivi di cui avevamo parlato già parlato l’anno scorso sono evidenti e lo rendono un giocatore con del potenziale e che può rendersi utile in diversi modi e con diversi tipi di compagni.
Il viaggio che ha portato Niccolò in NBA non è stato semplicissimo, passando da prospetto 5 stelle ad un anno da freshman in chiaroscuro ad Arizona alla 48esima scelta. Non è stato semplice nemmeno l’impatto con il mondo dei professionisti, con il bassissimo minutaggio concessogli ma Mannion è finito in una squadra che sa lavorare sui giovani e sui giocatori di contorno, si è guadagnato la sua chance grazie alle prestazioni nella bolla G-League (quasi 20 punti di media e 7 assist) e Kerr lo ha premiato, puntando sulle sue capacità e sulla sua crescita, puntando al futuro.
Le prospettive di Golden State
Andando oltre alla prestazione di Mannion, gli Warriors hanno perso. La squadra di Kerr attualmente ha un record di 19-18 ed è nona nella Western Conference. Viste le assenze di Oubre e Green per infortunio e Curry per riposo in vista dell’All-Star Game non ci si poteva aspettare altro che una sconfitta “calcolata” contro una squadra più forte.
La stagione della squadra della Baia non è stata semplice, complici soprattutto i tanti infortuni e le difficoltà di inserimento dei giocatori che dovevano portare nuova linfa. Così gli Warriors, inizialmente considerati da molti una squadra da Playoff quasi sicuri, si sono trovati a dover lottare duramente per l’ultimo posto disponibile. In ogni caso, ad oggi la classifica è abbastanza ravvicinata e la squadra di Kerr si troverà a battagliare con squadre come Spurs, Mavericks, Grizzlies per cercare di evitare i Play-in che potrebbero risultare molto pericolosi.
Curry sta disputando una stagione di altissimo livello e Draymond nelle ultime gare sembrava in grande spolvero ma, nel lungo periodo in una stagione così strana, potrebbero giocare un ruolo decisivo gli infortuni e le assenze per Covid o per i protocolli di sicurezza. Quindi anche i giocatori di fine rotazione possono avere grande importanza e dei giovani in rampa di lancio come Poole (anch’esso autore di un’ottima prestazione contro i Suns) e il nostro Niccolò potrebbe dare un buon contributo nella cavalcata verso i playoff garantiti.