Stiamo per imboccare la Champions Week, la settimana in cui si giocano i Tornei di conference che danno gli ultimi inviti automatici al Torneo NCAA per la vincitrice del rispettivo torneo e mai come quest’anno molte big giungono a questa ultima settimana con l’affanno nei polmoni, quello dell’ultima chiamata per strappare un biglietto alla Big Dance. Questa volta non andremo a vanvera, come amava dire il grande Gianni Corsolini, ma andiamo a vedere la situazione nelle principali conference.
La splendida Big Ten
Stagione stupenda quella giocata nella Big Ten, che ha visto battagliare due delle papabili favorite al titolo NCAA 2021: Michigan, che ha vinto il titolo della stagione regolare trascinata dal fratello d’arte Franz Wagner (13.3 + 6.4) e del centrone Hunter Dickinson (14.8 + 7.8), anche se il game changer pare il due metri Isaiah Livers (14.5 + 6.2), ed Illinois, che possiede una delle migliori combinazioni point guard/centro in Ayo Dosunmu – candidato a giocatore dell’anno coi suoi 21+6.3+5.3 – e l’enorme gigante della Giamaica Kofi Cockburn (17.7 +9.9 e 67% al tiro). Nell’ultima sfida i Fightin Illini hanno giganteggiato sui Wolverines vincendo 76 a 53, pur giocando senza Dosunmu, tenendo il duo Wagner-Dickison a 2 su 17 dal campo… impressionante.
Appena dietro ecco Iowa del divino Luka Garza (24.3 + 8.4), che saremmo stupiti di non vedere premiato come MVP stagionale; Purdue, trascinata dall’intelligenza di Trevion Williams (15.8 + 9); ottime squadre come l’Ohio State di EJ Liddell (15.9 + 6.7) e Wisconsin (D’Mitrik Trice 14.1 Micah Potter 12.5) mentre in acqua nove sta provando una rimonta disperata la Michigan State di Coach Izzo.
Insomma, sarà un torneo di conference combattutissimo ed imperdibile.
Big 12: il regno di Baylor e Cade
La Big 12 ha vissuto una stagione nel segno di Baylor di coach Drew, imbattuta sino alla sconfitta con Kansas, giunta dopo un lungo stop per i protocolli anti-Covid che hanno arrugginito dei meccanismi che sembravano inossidabili e di Cade Cunningham, sensazionale point forward, autore della prestazione individuale dell’anno quando ne ha messi 40 ai Sooners nel derby dell’Oklahoma, che sarà probabilmente la prima scelta assoluta al prossimo draft.
Dietro ad una West Virginia stranamente più offensiva rispetto alle abitudini di Coach Bob Huggins ecco Kansas che, uscita da un momento di crisi, si è rimessa in carreggiata con le prestazioni del suo centrone David McCormack (13.2 + 6) con la ciliegina dell’imbattibilità negata ai Bears di Baylor.
Parecchi up&downs per le cugine Texas e Texas Tech (Mac McClung 16.8) mentre Oklahoma ha avuta una stagione molto solida rispetto alle premesse prestagionali grazie al point man Austin Reeves (17.5 + 5.7 + 5.1).
SEC: Anarchy in UK
Con Kentucky fuori dai giochi nella Sec si è scatenata un’anarchia, con le due regine del sud, anche se abituate a vincere più nel football che nel basket, Alabama e la lanciatissima Arkansas (Moses Moody 17 + 5.8) ai primi due posti; poi troviamo Florida e LSU, Tennessee e Missouri alternano buone cose ad altre decisamente peggiori ed Ole Miss è la sorpresa, con Kentucky che staziona malinconica a metà classifica con un pessimo record di 8 vinte e 15 perse, la stagione peggiore da decenni per i Wildcats.
La Decadente ACC
Con i dolori di North Carolina e Duke, al comando della Atlantic Coast Conference si sono issati saldamente al comando i due programmi più seri e continui: Florida State e Virginia.
I Seminoles di Coach Leonard Hamilton sono al primo posto con la solita squadra testosteronica e fisica, dotata di grande intensità e con l’intero quintetto a girare attorno ai dieci punti di media; i Cavaliers invece sono la solita squadra di Coach Bennett senza troppo talento – il migliore è l’esperto settepiedi Jay Huff, buone mani e tempismo per la stoppata mentre il transfer da Marquette Sam Houser si conferma un buon “4” tiratore coi suoi 15.5 di media – ma con il tipico controllo del gioco che ormai è un dogma a Virginia.
Dietro alle due reginette troviamo delle sorprese come Virginia Tech, Clemson e la Georgia Tech di Moses Wright (18 + 8.3) e José Alvarado, di cui vi avevamo parlato ad inizio stagione, poi le deludenti North Carolina – che però con la vittoria su Virginia dovrebbe aver sistemato la questioni inviti alla March Madness – e Syracuse. Infine il disastro di Duke, che prova una disperata rimonta nelle menti del comitato organizzatore NCAA ma rovina tutto con due inopinate sconfitte ai supplementari con Louisville e Georgia Tech, una stagione disastrosa che i Blue Devils di Matthew Hurt (18.9 + 8.2) possono salvare con una clamorosa ed improbabile prestazione monstre al Torneo della ACC.
Pac 12: Lotta a quattro sul pacifico
Appassionante ed equilibrata la lotta per vincere la Pac12 fra UCLA, USC, Oregon e Colorado. Tutte e quattro le contendenti hanno del talento: cinque giocatori in doppia cifra per i Bruins, Chris Duarte ed Eugene Omoruyi dei Ducks, Evan Mobley (16.4 + 8.5) dei Trojans e McKinley Wright IV (15 +5.7 + 5.8) dei Buffaloes sono i giocatori chiave delle contenders. Ma pure Arizona (James Akinjo 15.6), Stanford (Oscar Da Silva 18.8 + 6.8) e financo Oregon State (Ethan Thompson 15.9) arrivano al finale di stagione con un trend positivo.
Le altre
Facile e prevedibile il dominio di Gonzaga (24-0) nella debole WCC mentre Villanova e Creighton hanno rispettato i pronostici della Big East.
Fra le future Cindarellas del Torneo NCAA ci aspettiamo di trovare le “solite” Winthrop (17-1 nella Big South) e Belmont (18-2 nella Ohio Valley) ma soprattutto sono attesi i Rambles di Loyola Chicago – già grande sorpresa alla Final Four del 2018 – che proveranno a ripetere l’impresa sospinti dal mitico centro senior dal fisico morbido e dalle mani dolci Cameron Krutwig (15 + 6.5), infine il nostro Alessandro Lever (13.7 + 5.1) proverà assieme al centro norreno Asbjoern Midtgaard (14.6 + 10.6) a vincere la WAC per provare finalmente l’ebrezza del Torneo NCAA coi suoi Grand Canyon Antelopes.