Una manciata di settimane fa Houston era reduce da un 7-1 di record, che aveva proiettato la franchigia texana fino al sesto posto della Western Conference. Poi l’infortunio di Christian Wood ha complicato i piano di coach Stephen Silas, e sono seguite ben nove sconfitte consecutive. Insuccessi che hanno fatto sprofondare i Rockets nei bassifondi ad Ovest. Solo Minnesota, al momento, è riuscita a fare peggio: 0-9, la striscia di sconfitte più lunga da venti anni a questa parte.
L’infortunio di Christian Wood
L’assenza di Christian Wood nelle rotazioni di Houston sta pesando come un macigno. La squadra è privata del giocatore più forte, talentuoso. Di un giocatore capace di avere un impatto offensivo straordinario in virtù del suo variegato skill-set e che con l’inizio prepotente di stagione (22.0 punti, 10.2 rimbalzi e 1.3 assist di media a partita) ha spinto i Rockets, forse, addirittura più in là delle reali forze di questo gruppo.
“Sento di meritare l’All-Star Game, sono uno dei migliori lunghi della Western Conference”, ha ribadito il concetto contro New Orleans un mese fa, quando è uscito dal campo con 27 punti e 9 rimbalzi, e l’appellativo di man of the match. A volte però il destino gioca brutti scherzi.
La partenza di DeMarcus Cousins
L’infortunio alla caviglia dell’ex Detroit Pistons ha aperto le porte del quintetto a DeMarcus Cousins. L’unico vero pivot rimasto a roster, prima della firma di Justin Patton. ‘Boogie’ si è sempre sbattuto, si è guadagnato la cosiddetta pagnotta, seppur non sempre abbia brillato in campo, complice una condizione atletica non ottimale, e le tante difficoltà della squadra, sempre falcidiata dagli infortuni.
Io sinceramente non ho mai visto ‘questa’ Houston al completo, con Wall, Oladipo, Wood, Cousins, Tucker e Gordon in campo, tutti insieme. Pazzesco. Tuttavia, in un mondo in cui l’umiltà sembra essere fuori moda, quella mostrata da Cousins ci ha sinceramente, e piacevolmente sorpreso, e mai avremmo pensato che la franchigia se ne disfacesse in maniera così leggera.
Eppure, come un fulmine a ciel sereno, abbiamo dovuto incassare un altro colpo: proprio la partenza di Boogie, per molti del gruppo diventato l’idolo, il giocatore più polarizzante insieme a Wall dopo la partenza del Barba. Con Wood fermo, e Cousins mandato via, si è aperta una voragine nello spot di ‘5’. Col solo Patton lungo di ruolo, e Tucker impiegato come falso lungo nei minuti di small-ball. Un esperimento che anche Silas sta provando, in alcune fasi di gioco. Trattasi però del piano B, a differenza di Mike D’Antoni che aveva costruito la squadra proprio per giocare senza lunghi.
Chiaramente, le sconfitte non si contano sulle dita di una mano. Ci restiamo male quando veniamo dominati da Jarrett Allen dei Cleveland Cavaliers, da Jerami Grant dei Detroit Pistons o da Wendell Carter jr dei Chicago Bulls. Ma gli insuccessi, purtroppo per come si sta avviando la stagione, saranno destinati ad aumentare. E dovremmo quindi iniziare a vedere il prosieguo della stagione con occhi diversi
I nuovi obiettivi stagionali
Partiamo dal presupposto che la squadra, al completo, è molto valida. E ripeto, mi piange davvero il cuore non averla potuta ammirare. Per la troppa sfortuna che ci ha avvolto in sé e non ci ha lasciato un secondo da inizio stagione. É arrivato Oladipo, nella trade con la quale Harden è volato a Brooklyn, ma si è infortunato Wall. Poi proprio Dipo è stato costretto ai box. E mentre Wall si è ripreso ed ha smaltito il suo problema fisico, ecco il colpo basso che la malasorte ci ha inferto senza pietà: il guaio alla caviglia piuttosto serio di Wood.
Si parla di stagione tormentata. ‘Siamo troppo sfortunati’, ‘che sfiga’, ‘un’annata disgraziata’ le frasi che si susseguono sui nostri canali social. La chat è diventata bollente. E ormai c’è più di una persona che ritiene sia meglio focalizzarsi sulla prossima stagione, perdendo più partite possibili quest’anno, entrando in quel tanking mode a noi praticamente sconosciuto.
Tifo Rockets da ormai quasi venti anni, e a memoria non ricordo una Houston che abbia tankato per posizionarsi meglio possibile nell’ordine di scelta dell’anno successivo. Snocciolando la classifica della Western Conference, obiettivamente ci accorgiamo che il play-in è distante una manciata di partite, quindi sostanzialmente ancora alla nostra portata.
Ma occorre dare una sterzata alla stagione, e riprendere a vincere. Perché con un altro paio di sconfitte sul groppone e, anche io che sono scettico sul perseguire la via del tanking, dovrò mettermi l’animo in pace. E ripartire con i nostri giovani e le tante scelte che abbiamo accumulato con le partenze di Westbrook ed Harden.
Andrea Indovino per Houston Rockets Italia