Grande vittoria nella notte per gli Atlanta Hawks sui Boston Celtics per 127-112, con un Danilo Gallinari protagonista assoluto con 38 punti, 10 triple e il parziale che ha deciso la partita. Gli Hawks, a caccia dei playoff, di rincorsa, hanno speso molto in questa free agency, acquistando Rondo, Bogdanovic, Dunn e Danilo stesso. La stagione non è iniziata però nel migliore dei modi: 13-18 il record, valido per l’undicesima piazza a Est, a un passo dal play-in, ma sotto le aspettative. La partita di stanotte è la dimostrazione del potenziale che ha Atlanta quando tutto gira per il verso giusto.
Young sferra il primo colpo
La partita inizia su binari equilibrati, Atlanta non ha problemi a trovare il canestro: la gara inizia con un clamoroso 20/28 dal campo guidati dalla loro stella, snobbata dall’All Star Game e in cerca di riscatto. Privi di Kemba Walker, ma soprattutto da tempo di Marcus Smart, i Celtics non hanno saputo difendere al meglio contro l’ex Sooner, finendo per essere colpiti dai suoi floater e dalle sue triple. A fine primo quarto sono 17 punti per Trae, con un paio di tiri da tre punti da distanza siderale e un ottimo 7/11 dal campo.
La (non) difesa di Boston è stata però complice del grande inizio del numero 11. Se è vero che non è pensabile marcare a tutto campo un giocatore con quella capacità di manipolare una difesa, è anche vero che Young ha battuto anche troppo facilmente i raddoppi della difesa dei Celtics, come abbiamo visto nell’ultima azione della clip.
In ogni caso, Boston ha retto all’urto iniziale, rispondendo colpo su colpo e trovandosi sotto solo di tre punti nonostante un inizio brillante di Atlanta. Brown, Tatum e un paio di rimbalzi offensivi di Tristan Thompson hanno aiutato la causa, ma poi Gallinari si è preso la sua prima tripla, e la partita si è spezzata.
Gallinari manda K.O. i Celtics
L’ex Thunder è stato sinora protagonista di una stagione tutt’altro che brillante: dopo aver saltato parecchie gare per infortunio ha mostrato una condizione fisica rivedibile. Le quattro partite prima dell’esplosione di questa notte l’avevano visto tirare col 22% dal campo. In un certo senso la sua stagione è simile (comunque migliore) a quella di un altro grande tiratore in difficoltà in questo inizio di stagione: Davis Bertans, che pagato 80 milioni in estate ha cominciato malissimo la stagione per i Wizards. Ma proprio come Bertans, che si è acceso contro Denver ribaltando la sfida coi Nuggets, Danilo si accende contro Boston, affossando i Celtics.
Quando un tiratore di questo calibro vede entrare le prime due triple che tira, generalmente entra in una trance agonistica e raramente sbaglia. E così Gallinari segna le prime 7 triple della sua partita, facendo impazzire i telecronisti degli Hawks.
Particolarmente interessante è la seconda tripla messa a segno dall’italiano. Accoppiato in post contro un piccolo, il vantaggio di taglia è evidente e Boston deve raddoppiare. Si crea così in pochi secondi un’opportunità innescata dalle rotazioni in ritardo di Boston, che Gallinari è abile a convertire. Del resto la scorsa stagione abbiamo visto che senza quel raddoppio Danilo avrebbe segnato in testa al suo avversario senza problemi, quindi non deve stupire la scelta della difesa dei Celtics.
Col proseguire della gara, ben imbeccato da Young e Rondo, Gallinari segna sugli scarichi molte triple comode, e ha la fiducia per prendersi tiri da lontanissimo, tra cui uno segnato addirittura dal logo.
Un tiratore di questo calibro è un’arma devastante per un attacco NBA, perché è in grado di scavare solchi in pochissimo tempo. E così, dopo essere stati sopra di soli 3 punti, gli Hawks volano addirittura a 27 punti di vantaggio in poco meno di 12 minuti. La partita di fatto finisce lì, perché i tentativi di rimonta nel terzo quarto sono vanificati senza problemi dai vari Young, Collins, Snell e ovviamente da Gallinari.
Bellissime le sue tre triple nel secondo tempo, con uno stepback ad alto coefficiente di difficoltà e poi la nona tripla a segno, valida per il career high dell’azzurro, e la decima, record di franchigia degli Hawks. Sì, avete letto bene, nemmeno Trae Young e Kyle Korver avevano mai segnato tante bombe in una partita per Atlanta.
Atlanta si rilancia e Boston è sempre più in crisi
Gli Hawks si portano sul record di 14-18, rilanciandosi dopo la brutta sconfitta in volata contro i Cleveland Cavaliers. Sono a una sola partita dal play-in, che presumibilmente si giocheranno fino alla fine. La difesa è stato uno dei problemi di Atlanta in questo avvio di stagione, principalmente per l’elevato numero di nuovi giocatori. Se Capela ha migliorato le cose per il quintetto titolare, in particolare le riserve sono distratte e mancano anche di comunicazione e intesa.
Nella notte però Brown e Tatum sono stati completamente tolti dalla partita, tenuti a un 10/36 dal campo per 30 punti complessivi. Non un bel biglietto da visita per i due All Star nell’arena in cui si terrà la partita delle stelle. Atlanta spera di svoltare, dopo aver vinto solo 4 delle ultime dieci gare. Se Gallinari continuerà a giocare ad alti livelli, garantendo 15 punti dalla panchina con buone percentuali, è presumibile che la svolta possa arrivare.
Boston invece sembra in una crisi sempre più difficile. Mancavano Walker e Smart, anima della difesa, ma la squadra non sembra nemmeno la lontana parente di quella di inizio stagione, con il supporting cast sempre più deludente. La difesa oggi ha commesso molti errori di comunicazione e in attacco si sono presi molti tiri contestati. L’impressione è che sia anche una questione di fiducia, che in questo momento a Boston manca. Partita per essere una contender, ora ha addirittura un record negativo, 15-17.
Il poco lusinghiero record nelle ultime dieci partite è 3-7, con sconfitte quasi inspiegabili come la rimonta subita da NOLA, e ora i Celtics si trovano al nono posto. L’acquisto di Thompson non ha risolto i problemi sotto le plance e Danny Ainge è chiamato a intervenire. Al Horford e George Hill sembrano profili tecnicamente molto adatti ai Celtics, e telefonare a Presti potrebbe non essere una cattiva idea. Del resto, la trade exception da 28 milioni garantisce opzioni a breve, e sacrificare qualche asset per provare a competere potrebbe non essere una cattiva idea. Anche perché l’impressione è che con questo gruppo e queste difficoltà i Celtics non andranno lontano.