Durante la notte ha impressionato l’ennesima prestazione molto concreta di Rudy Gobert, che si è rivelato un fattore determinante per l’ennesima vittoria – la nona di fila – dei Jazz, che continuano così il loro momento magico e si posizionano al secondo posto nella Western Conference, complice anche la sconfitta dei Clippers.
Il calendario non è stato proibitivo in questo inizio di stagione, ma questa serie di uscite positive potrà rivelarsi molto importante in vista del posizionamento per i playoffs e per la sfida alle due losangeline.
La rimonta contro New York
Per riuscire a superare i Knicks è stato necessario un ottimo secondo tempo agli uomini di Quin Snyder, che sono partiti molto a rilento contro una squadra motivata e in un ottimo stato di forma: nella prima frazione di gioco Utah ha addirittura toccato il meno 15, per poi chiudere sotto di tredici punti i primi due quarti.
Gobert ha fatto registrare una prestazione solidissima, la cui istantanea è una doppia doppia da 18 punti e 19 rimbalzi. Il suo coinvolgimento offensivo è stato fondamentale per finalizzare le buone giocate create dai portatori di palla. Troppo spesso, a inizio partita, i Jazz si sono accontentati di un giro palla sterile e di tiri abbastanza contestati, riuscire a coinvolgere il francese con i suoi tagli a canestro ha aperto ulteriori spazi e ha permesso di valorizzare conclusioni a più alto coefficiente di realizzazione.
Le principali opzioni offensive di Utah richiedono un suo costante lavoro come bloccante, sia vicino al portatore di palla e sia lontano dal principale creatore come in situazioni di pindown. Uno dei maggiori beneficiari dei blocchi portati del francese in questa partita e nelle ultime uscite è stato Mike Conley, l’ex Memphis sta migliorando di molto la chimica con i suoi compagni rispetto allo scorso anno e questo garantisce ai Jazz un’ulteriore arma nel proprio arsenale.
Oltre a questo apporto dal punto di vista della finalizzazione, è importante sempre tener conto del lavoro difensivo che Gobert fornisce con costanza e che permette ai Jazz di avere un’organizzazione molto complessa da scardinare. Questa notte i rimbalzi sono stati appunto 19, di cui 12 difensivi, in aggiunta a 4 stoppate. Lo scontro con Mitchell Robinson è stato molto particolare e ha costretto il francese a mantenere posizioni ancora più profonde sotto canestro quando il lungo dei Knicks si trovava nei pressi dell’area. Tuttavia questo non gli ha impedito di contestare le conclusioni avversarie come solo lui è in grado di fare.
Il rinnovo estivo
Nel corso della sessione di mercato Utah si è assicurata le prestazioni di Gobert vincolandolo con una maxi estensione che ha sconvolto molti tifosi e appassionati della NBA. Essendo stato nominato nel terzo quintetto All-NBA e miglior difensore della lega per due volte negli ultimi tre anni, era infatti eleggibile per la firma del tanto chiacchierato “super-max” , che avrebbe intasato lo spazio salariale della franchigia per il 35% del totale. I Jazz per questo motivo hanno avuto poco margine di manovra sulle cifre del contratto e si sono dovuti accontentare di un piccolo sconto, garantendogli un totale di 205 milioni spalmati su 5 anni.
Ovviamente Gobert non vale certe cifre, per quanto le sue caratteristiche siano molto importanti per lo sviluppo del piano partita della squadra. Tuttavia, non offrirgli quel tipo di contratto avrebbe significato perderlo senza guadagnarci nulla, a zero, a meno di non scambiarlo nel frattempo a condizioni poco vantaggiose, spalle al muro. Un mercato come quello di Utah, di piccole dimensioni, non può permettersi di gettare al vento il tanto tempo speso per il suo sviluppo non ottenendo nulla in cambio e quindi la dirigenza ha optato per questa firma.
Gobert non ha un grande margine di miglioramento e molto probabilmente la speranza della franchigia è che mantenga le sue prestazioni a questi livelli almeno per la maggior parte della durata del suo contratto. Al termine dell’accordo il francese avrà 33 anni e potrebbe trovarsi nel mezzo di un declino fisico che per i lunghi come lui è quasi inevitabile. Tutto questo può spaventare e mettere fretta ai Jazz, che dovranno sicuramente sfruttare al meglio il prossimo futuro per provare a vincere il più possibile anche sfruttando l’apice atletico della carriera di Donovan Mitchell.
È Utah l’anti Los Angeles?
Ai nastri di partenza la maggioranza degli addetti ai lavori ha comprensibilmente posizionato ai primi posti della Western Conference le due sorelle losangeline: Lakers e Clippers. Dopo le due chiare favorite nella corsa alle finali, è difficile prevedere chi possa realmente avere una possibilità di impensierirle anche in ottica playoffs, conquistando il terzo posto a Ovest. Dopo queste prime partite, la principale candidata sembra forse proprio essere Utah, complici la partenza al rallentatore di Denver e la frenata di Phoenix.
Ovviamente 17 partite sono troppe poche per poter avere una chiara rappresentazione di quella che sarà la griglia finale a Ovest, ma a parte qualche leggera sbandata gli uomini di Snyder sembrano aver trovato un equilibrio e una maturità tale da renderli temibili anche agli occhi delle migliori squadre della loro Division. Il gioco messo in mostra in questo inizio di stagione vede un Conley molto più coinvolto e una coralità rafforzata. Questi punti saranno fondamentali per evitare di caricare di troppe responsabilità Mitchell e non risultare troppo monodimensionali quando conterà di più: ai playoffs in sfide dentro/fuori.