Record 2019/20: 35-39
IN: Robert Covington (trade), Derrick Jones Jr. (free agency, 19 milioni in 2 anni), Enes Kanter (trade), C.J. Elleby (draft), Harry Giles (free agency, 1 anno al minimo salariale), Keljin Blevins (two-way)
OUT: Hassan Whiteside, Mario Hezonja, Wenyen Gabriel, Trevor Ariza
Roster 2020/21:
PG: Damian Lillard, Anfernee Simons
SG: CJ McCollum, Gary Trent Jr., C.J. Elleby
SF: Robert Covington, Rodney Hood, Keljin Blevins
PF: Derrick Jones Jr., Zach Collins, Carmelo Anthony, Nassir Little
C: Jusuf Nurkić, Enes Kanter, Harry Giles
La stagione 2019-2020 dei Portland Trail Blazers è stata abbastanza travagliata: all’assenza di Nurkić, che si era infortunato nell’annata precedente, si sono aggiunte quelle di Zach Collins – out dopo appena tre partite di regular season, rientrato ad Orlando e nuovamente infortunatosi nella bolla – e quella di Rodney Hood, che ha visto il campo solo per 23 partite prima di procurarsi la rottura del tendine d’Achille destro. La sensazione a marzo è che Portland potesse mancare i playoffs per la prima volta dal 2013, ma lo stop a causa del COVID ha permesso a Collins e soprattutto a Nurkić di ritornare a buoni livelli: già nella prima partita contro i Memphis Grizzlies il centro bosniaco ha dimostrato tutta la sua importanza all’interno dei Blazers, impattando in entrambe le metà campo.
Trascinati come sempre dal solito Lillard al limite dell’eroico, nominato MVP della bolla, i Blazers sono riusciti a superare i Grizzlies in classifica, ottenendo così l’ottavo posto e la testa di serie nel primo play-in tournament della storia NBA.
I Blazers hanno poi completato l’opera avendo la meglio di Ja Morant e compagni alla fine di una partita tirata e in ultima istanza decisa dai canestri nel finale di C.J. McCollum, che è riuscito a replicare quanto fatto in Gara 7 contro Denver appena un anno prima.
I Blazers si sono guadagnati così la sfida al primo turno contro i Lakers, ma lì sono emersi tutti i limiti del roster a disposizione di coach Stotts, oltre alla stanchezza dovuta allo sforzo profuso per agguantare i playoffs: dopo la vittoria a sorpresa di Gara 1, i futuri campioni NBA si sono allacciati le scarpe e hanno passeggiato su Portland nelle successive 4 partite, ponendo fine alla stagione della squadra dell’Oregon.
Quando si parla dei limiti dei Portland Trail Blazers ci si riferisce soprattutto alla loro difesa, la 27esima della lega per Defensive Rating. Il front office quindi ha cercato di porre rimedio a queste mancanze con la prese di Derrick Jones Jr., che può essere un fattore in tal senso grazie alle sue braccia lunghissime, e soprattutto di Robert Covington: due prime scelte sono forse un prezzo eccessivo, ma l’ex Houston è uno dei migliori difensori in aiuto della lega e sicuramente il suo apporto aiuterà i Trail Blazers a essere migliori nella propria metà campo.
Covington può essere un buon fit anche in attacco: non viene da un’annata positiva al tiro, ma storicamente è un ottimo tiratore e c’è de sperare che l’anno scorso sia stato solo un incidente di percorso da questo punto di vista.
I Blazers hanno deciso di rifirmare Rodney Hood il quale, nel caso in cui riuscisse a mettersi alle spalle l’infortunio, rappresenterebbe un upgrade rispetto ad Hezonja, e hanno riportato a Portland Kanter, che può fare comodo in una regular season molto più compatta rispetto agli ultimi anni grazie alla sua capacità di portare punti veloci dalla panchina. Il draft invece ha portato in dote C.J. Elleby, tiratore dotato anche di buoni istinti difensivi ma ancora abbastanza carente in tante aree del gioco: difficile possa dare un contributo fin da subito.
Un giocatore da tenere d’occhio: Gary Trent Jr.
Gary Trent Jr. è stato una delle tante sorprese della bolla: la rinuncia di Ariza ha lasciato spazio al prodotto di Duke, e Trent è stato un fattore molto importante per Portland grazie alla sua difesa sull’uomo e la capacità di aprire il campo in attacco. Il #2 dei Blazers nelle otto partite di regular season giocate ad Orlando ha tenuto una media di 17 punti e oltre il 50% da tre punti su più di 8 tentativi. Cifre chiaramente irreplicabili sul lungo periodo, ma sarà interessante vedere se Trent riuscirà a confermare l’impatto avuto nella bolla, sia perché può giocare al fianco di Lillard e McCollum – andando a prendere in marcatura gli esterni avversari più pericolosi – sia perché ha dichiarato di voler testare la free agency l’anno prossimo: un profilo del genere potrebbe far gola a diverse squadre.
Considerando che i Blazers sono riusciti a cavare poco o nulla di buona dal draft (quando non hanno ceduto le scelte), Trent rappresenta una delle poche eccezioni per una franchigia che negli ultimi anni avrebbe avuto bisogno di pescare bene al draft per migliorare il livello della squadra, vista anche l’assenza di spazio salariale occupato dai rinnovi elargiti nel 2016 ai vari Crabbe e Leonard del caso.
Il miglior scenario possibile
Anche quest’anno i Portland Trail Blazers hanno l’obiettivo di competere in una Western Conference che si preannuncia molto agguerrita. Nel miglior scenario possibile il roster resta sano e le prese di Covington e Jones, la conferma di Trent ai livelli di Orlando e il ritorno di Hood danno ai Blazers una versatilità difensiva ed offensiva che l’anno scorso non presente per via delle tante assenze; questi miglioramenti gli permettono di giocare un’ottima regular season e raggiungere un piazzamento tra il quarto e il quinto posto, in modo tale da evitare subito una serie contro una delle due squadre di Los Angeles e raggiungere le semifinali di Conference. Fatto questo, i Blazers dimostrano di tenere testa alle big della Western Conference, cosa che è sempre mancata nelle precedenti edizioni dei playoffs.
Il peggior scenario possibile
Negli ultimi quattro anni Lillard e compagni hanno subito diverse brutte sconfitte (e vari sweep) ai playoffs, venendo eliminati due volte dai Golden State Warriors senza Kevin Durant, dai Pelicans di Davis e Holiday, oltre che dai Lakers nella serie già citata in 5 partite. Sembra evidente che la squadra costruita sull’ asse Lillard-McCollum abbia sofferto enormemente contro squadre dotate di un backcourt offensivo di primo livello (Curry-Thompson) o con un mega-creator come LeBron James.
La mancanza di un difensore d’élite che possa prendere in consegna un giocatore come il nativo di Akron (o altre stelle simili per stile di gioco) non è stata colmata nemmeno quest’anno. Nello scenario peggiore questi problemi si ripresentano nuovamente ai playoffs e i Blazers vengono tritati nuovamente dai Lakers o dai Clippers di turno, magari già al primo turno se si dovesse ripetere una regular season come quella dell’ultimo anno, costellata da infortuni a ripetizione.
Previsione finale
Il roster dei Portland Trail Blazers esce molto migliorato da questa offseason e sembra essere adatto a giocare una regular season di ottimo livello, andando oltre le 40 vittorie e piazzandosi al quinto posto nella Western Conference. La strada che potrà fare questa squadra dipenderà molto dall’accoppiamento: i Blazers possono passare il primo turno, ma probabilmente saranno costretti ad arrendersi ai Lakers o ai Clippers. Per Portland si prospetta l’ennesima buona stagione, ma non sembrano esserci i mezzi necessari per fare quel passo in più che possa portare i Blazers fuori dal limbo in cui si trovano oramai da quattro anni.