Lunedì sera alle 19:30 inizieranno finalmente i playoff NBA. Abbiamo quindi deciso di analizzare gli aspetti chiave ed i matchup interessanti di ogni serie. Oggi si parte analizzando l’est, mentre domani spetterà all’ovest.
MILWAUKEE BUCKS – ORLANDO MAGIC
1) LE SFIDE IN REGULAR SEASON
Le quattro sfide tra Bucks e Magic sono state tutte a senso unico, con Milwaukee che ha compiuto il più classico degli sweep nella serie stagionale. In nessuna delle partite Orlando è realmente sembrata in grado di impensierire la franchigia del Wisconsin, anche perché quest’ultima è forse la squadra meglio costruita a livello di regular season.
In tre delle quattro partite il miglior marcatore è stato Evan Fournier, che sarà probabilmente insieme a Vučević l’uomo delle speranze per la sua squadra, sia a livello di talento che di esperienza. L’unica sfida senza Isaac, che sarà assente ai playoff per la rottura del crociato, si è conclusa 111-95 e gli unici giocatori di Orlando in doppia cifra sono stati Vučević (21), Fournier (14), Fultz (15) e Ross (20), mentre tutti gli altri non sono riusciti a dare un contributo tangibile alla causa.
Come prevedibile, in quella gara i Bucks hanno surclassato gli avversari in quanto a percentuali, soprattutto al tiro da tre: il 10/40 finale è impietoso ed è macchiato soprattutto dagli 0/6 di Gordon e 0/7 di Vučević.
Gli spunti tattici non sono moltissimi, dato che in tutti gli incontri il punteggio è sempre stato abbastanza sbilanciato, ma sicuramente si possono provare a fare alcune valutazioni sulle tendenze mostrate nelle quattro partite. Innanzitutto, la bassa percentuale al tiro da tre dei Magic è stata una costante, dato che in un solo caso sono riusciti a superare il 35% dall’arco. La difesa dei Bucks ha come sempre concesso triple agli avversari considerati meno pericolosi, come testimoniato ad esempio dal 4/21 complessivo di Aaron Gordon, che ha trovato l’area chiusa per le sue penetrazioni e ha dovuto tentare soluzioni a lui meno congeniali.
In secondo luogo, i Bucks hanno concesso moltissimi minuti alla second unit, venendo ricompensati da ottime prestazioni di interpreti di volta in volta diversi. L’importanza di questo fattore non è da sottovalutare: coach Budenholzer ha dimostrato di prestare molta attenzione al minutaggio dei suoi titolari, soprattutto in ottica playoff. L’anno scorso al primo turno contro i Pistons la rotazione è stata infatti molto ampia, tanto che Sterling Brown è partito titolare al posto dell’infortunato Brogdon, in modo da preservare i giocatori chiave in vista di serie più impegnative.
In ultimo, la panchina dei Magic non è semplicemente all’altezza di una sfida a livello playoff: gli unici giocatori realmente pericolosi sono Ross e uno tra D.J. Augustin e Fultz, in base al quintetto base schierato da coach Clifford. Per il resto la situazione è desolante, coi soli Michael Carter-Williams e Iwundu che hanno giocato tanti minuti costantemente, ma presumibilmente il secondo nella serie dovrà sostituire in quintetto Isaac, indebolendo ulteriormente la panchina. A loro si è aggiunto a febbraio James Ennis III, che sta giocando un basket molto intenso a livello di impegno, ma che sembra aver perso il suo tiro da tre, arma fondamentale per potere almeno impensierire la difesa dei Bucks
2) ASPETTI CHIAVE E MATCHUP
I Bucks sono forse l’accoppiamento peggiore per i Magic, sia a livello offensivo che difensivo. A livello offensivo Orlando non è una squadra particolarmente pericolosa dal perimetro, risultando quindi un comodo matchup per una difesa come quella di Milwaukee che tende a scommettere sulle percentuali degli avversari, rendendo invece l’area impenetrabile. Anche alla luce di questo, coach Clifford dovrà decidere su chi puntare come playmaker titolare: l’opzione più probabile potrebbe essere l’inserimento in quintetto di Markelle Fultz, ma non è da escludere la conferma di D.J. Augustin, più pericoloso dall’arco.
Peserà tantissimo anche l’assenza di Jonathan Isaac nell’economia difensiva della squadra della Florida, che nelle tre sfide in cui è stato presente ha fatto un gran lavoro difensivo, soprattutto nel contenere Brook Lopez in alcuni momenti delle partite. Nell’unica partita saltata è invece stato sostituito dal non altrettanto efficace Iwundu, che naturalmente preoccupa meno gli avversari in entrambe le fasi del gioco. In più la sua assenza toglie alla sua squadra fisicità, wingspan, rimbalzi offensivi e punti facili in contropiede, ma non solo: lui e Fultz avevano sviluppato un’ottima intesa, fondamentale per l’attacco di Orlando, che dovrà trovare soluzioni alternative.
Molte delle speranze dei Magic passeranno dalle percentuali di Fournier e Ross, di gran lunga i due tiratori più pericolosi del roster, ma sarà importante anche sperare che James Ennis ritrovi fiducia nel suo buon tiro dall’arco. Oltre che a loro, Orlando si aggrapperà naturalmente con tutte le sue forze a Vucevic, che rappresenterà un grosso problema per la difesa dei Bucks per via della sua doppia dimensione interna e perimetrale, che potrebbe costringere i lunghi avversari a seguirlo e liberare l’area. Il problema sarà quando il centro si riposerà in panchina: Birch non sembra in grado di sostituirlo a dovere, mentre Bamba è out for the season.
Un altro elemento che potrebbe permettere alla squadra “di casa” nella bolla di ottenere almeno una vittoria è legato alla già citata ampia rotazione per preservare gli elementi migliori in vista dei turni successivi di playoff, sulla falsariga della serie con i Pistons. Oltre a voler far riposare i titolari, coach Budenholzer ha come obiettivo quello di far giocare minuti davvero pesanti a elementi meno fondamentali del roster, in modo da accelerare il loro processo di crescita: la differenza di talento potrebbe comunque non permettere ai Magic di vincere una delle sfide, ma potrebbe rendere meno impari alcuni spezzoni di gioco.
La marcatura di Giannis Antetokounmpo sarà presumibilmente ancora una volta compito di Aaron Gordon, giocatore che quest’anno ha un po’ deluso le aspettative, non migliorando più di tanto in nessun aspetto del suo gioco. Per il resto, per la difesa dei Magic si prospetta una serie veramente proibitiva: Orlando, al contrario di Milwaukee, preferisce contestare il più possibile i tiri dal perimetro, piuttosto che intasare l’area. Lasciare un po’ di spazio in area però equivale a un harakiri se gli avversari possono schierare una forza della natura come Antetokounmpo, che col suo atletismo riesce a trovare spazi anche nelle difese più strette.
Non va sottovalutato anche il gioco in post di Brook Lopez: soprattutto nella partita coi Rockets si è visto che, rispetto all’anno scorso, il lungo di Milwaukee non si fa scrupoli nello sfidare in post marcatori fisicamente più piccoli di lui, sfruttando la sua stazza per mettere a referto comodi punti.
Nelle partite a Orlando, tra l’altro, Brook ha ritrovato fiducia e precisione nel suo tiro dall’arco, che in stagione era stato assolutamente deludente, fornendo una soluzione offensiva importantissima ai Bucks. Oltretutto quest’anno il centro di riserva è il suo gemello Robin, che fa del gioco in post una delle armi migliori del proprio repertorio, quindi anche in caso di rotazioni larghe i Magic dovranno essere bravi a contenere gli avversari in area.
Un altro grosso grattacapo per la difesa di Orlando sarà contenere Middleton, vista soprattutto l’assenza di Isaac: il secondo violino dei Bucks ha infatti un gioco particolare e fa un grande uso del midrange. Questo potrebbe permettergli di punire sistematicamente i closeout dei difensori e, abbinato al suo tipico tiro spalle a canestro dalla media, potrebbe rendere molto duro il lavoro di coach Clifford nella serie.
La difesa sugli esterni sarà un altro elemento fondamentale, considerando la probabile rotazione ampia di Milwaukee, che darà di certo minuti a Bledsoe per continuare il suo processo di reinserimento post positività al Covid, ma che presumibilmente darà anche tanti minuti alla panchina. In questo caso si rinnoverà il dilemma di Clifford sul play titolare, date le pessime capacità difensive di Augustin, paragonate alla difesa quantomeno accettabile di Fultz.
Un altro elemento che avrà un ruolo importantissimo sarà l’ex di turno Michael Carter-Williams, che in attacco è decisamente battezzabile, ma che è probabilmente il difensore più affidabile sugli esterni a disposizione dei Magic. Chiuderanno la batteria Iwundu e James Ennis, che da onesto role player si è trovato a dover ricoprire un ruolo importante nelle rotazioni dopo l’infortunio di Isaac e che lotta su ogni pallone con una grinta veramente invidiabile, oltre ovviamente all’inamovibile Fournier, che a livello difensivo è un po’ calato nelle partite della bolla.
3) PRONOSTICI FINALI
Francesco Cellerino: 4-0 Bucks senza troppe discussioni.
Davide Tumiati: 4-1 Bucks solo perché tifo Magic.
TORONTO RAPTORS – BROOKLYN NETS
Il primo turno tra Toronto Raptors e Brooklyn Nets non è certamente all’insegna dell’equilibrio. La franchigia canadese parte con i favori del pronostico ed un roster che, a differenza dei newyorkesi, non è stato dimezzato dagli infortuni. Ciò nonostante i bianco-neri proveranno a dire la loro e sfruttare l’ottimo momento generatosi durante i seeding games.
1) LE SFIDE IN REGULAR SEASON
Nelle quattro sfide disputate durante questa Regular Season i dinosauri hanno avuto la meglio in ben tre occasioni uscendo sconfitti solo nell’ultima gara a causa di una prestazione al tiro molto poco brillante.
Dopo essersi affrontate in preseason (anche lì vinsero i canadesi) le squadre si ritrovano una contro l’altra il 14 dicembre sul parquet dell’Air Canada Centre. Dopo un inizio positivo da parte dei Nets vengono fuori i padroni di casa che mettono in mostra tutte le lacune difensive della squadra ai tempi allenata da Kenny Atkinson. Marc Gasol e Paskal Siakam surclassano Jarrett Allen e Taurean Prince. Nel terzo quarto è già chiaro che direzione stia prendendo la partita, gli ospiti provano ad accorciare le distanze per rendere meno dolorosa la sconfitta e alla fine chiudono sotto di otto punti, 110 – 102.
La prestazione successiva è anche peggiore per i bianco-neri. Al Barclays Center arrivano dei Raptors privi di Siakam, Gasol e Powell ma ciò non gli impedisce di banchettare in quel di New York. Lowry e Van Vleet ne mettono 55 in due, Serge Ibaka porta nuovamente a spasso Allen e il tabellino segna 121-102.
Segnali incoraggianti per i Nets si vedono solo a partire dalla terza sfida. L’8 febbraio si torna in Canada ma stavolta Kenny Atkinson tenta di adottare qualche soluzione differente in difesa per evitare che succeda quanto accaduto nelle sfide precedenti. Siakam viene costantemente raddoppiato e chiude con 9/22 dal campo (0/5 da tre punti), ne beneficiano però tutti gli altri. Van Vleet, Terence Davis e Matt Thomas mettono k.o. Dinwiddie e compagni nonostante una prestazione monstre di Caris LeVert che ha tenuto in piedi la squadra grazie ai suoi 37 punti con l’87.8% di true shooting.
La quarta volta è quella buona per la Brooklyn Brigade. Al Barclays Center si presentano i Raptors privi di Marc Gasol ma ad aspettarli c’è una squadra quanto mai organizzata difensivamente. Eccezion fatta per Ibaka che continua a dominare il povero Jarrett Allen, gli altri titolari (Siakam, Van Vleet, Lowry e Anunoby) fanno fatica a mettersi in ritmo e chiudono con un orribile 20/54 dal campo e con soli 21 assist di squadra. Gli sforzi difensivi costano energie in attacco ma Joe Harris e Caris LeVert riescono a caricarsi sulle spalle i compagni e centrare la vittoria.
Di tutte e quattro le sfide questa è l’unica in cui una squadra è rimasta sotto i 100 punti (Toronto ne ha realizzati 91). Dagli scontri diretti risulta facile capire la differenza tra i roster. Siakam è immarcabile o quasi per questi Nets e quelle poche volte che viene limitato diventa un problema coprire il resto della squadra. Le lacune difensive dei bianco-neri, aggravate dai molti infortuni, potranno essere ancor più enfatizzate in una serie playoff.
2) ASPETTI CHIAVE E MATCHUP
Per capire quanto sarà netta la differenza tra i Nets ed i Raptors bisognerà capire come la difesa dei bianco-neri riuscirà ad adattarsi ed a sopravvivere agli attacchi avversari. Il tallone d’Achille sia di Atkinson che di Vaughn, infatti, è stata la propria metà campo. Giocatori che presi singolarmente sono dei difensori quanto meno accettabili in questo tipo di contesto hanno reso meno di quanto ci si potesse immaginare.
Da quando la NBA è ripartita il Defensive Rating della squadra è crollato, passando da 108.1 a 114.1. Nonostante sia innegabile che il roster dei newyorkesi ad Orlando sia pieno di terze e quarte linee è un dato che preoccupa e non poco. Soprattutto considerando che nessuno può contenere Pascal Siakam.
O almeno questo è quello che si aspettano tutti dalla serie contro i Nets. L’astro nascente dei Raptors ha concluso la stagione della sua consacrazione con 23 punti di media, pronto ormai a prendersi le chiavi dell’attacco della squadra, nonostante le percentuali dal campo siano lievemente peggiorate proprio perché il numero di tiri tentati è aumentato. Non sarà affatto semplice per Jacque Vaughn trovare il modo per fermare il 26enne camerunese senza Kevin Durant, l’unico nel roster dei Nets in grado di annullare Siakam. L’anno scorso, infatti, durante gara 5 delle NBA Finals tra Raptors e Warriors, Durant, sebbene abbia giocato solo 11 minuti prima di infortunarsi al tendine d’Achille, è riuscito a ridurre al minimo l’apporto di Siakam, che alla fine ha terminato la partita con 12 punti e lo 0% dall’arco su quattro tentativi. Insomma, l’unico ostacolo per Siakam è Siakam stesso, che nella bolla ha avuto alti e bassi ma sembrerebbe essersi ripreso giusto in tempo per i playoff.
In questa clip c’è tutto quello che dovranno aspettarsi i Nets da Siakam e i Raptors. Transition offense, attacchi dritti al ferro, tiri in movimento, tiri dal palleggio e velocità, tanta velocità. Siakam ha messo a referto 30 punti, 10 rimbalzi, 5 assist, 3 palle rubate e 3 stoppate nella partita giocata contro una Brooklyn già orfana di Irving a dicembre.
L’arma a disposizione di Vaughn per impensierire i canadesi è Caris LeVert. Nei seeding games ha dimostrato ancora una volta le sue abilità facendo due ulteriori passi in avanti. Spesso è stato impiegato come point guard con al fianco Garrett Temple a chiudere il backcourt. In queste occasioni si è dimostrato un creatore di gioco notevolmente migliorato. Nella gara contro i Clippers ha chiuso addirittura con 13 assist (career-high).
Anche nel pitturato è diventato un giocatore molto più efficiente e consapevole dei propri mezzi. Nella bolla sta tirando con oltre il 73% dalla restricted area, va a canestro con facilità e non ha problemi a superare avversari anche più grandi di lui. Nella clip si vede proprio il meglio di ciò che ha mostrato LeVert ad Orlando: ottima visione e gran capacità di attaccare il ferro.
Joe Harris VS OG Anunoby
Joe Harris dopo aver vissuto una stagione in chiaroscuro è stato uno dei protagonisti dei seeding games dei Nets. Il roster in crisi dei Nets lo ha obbligato a entrare nella bolla con un ruolo di maggior rilievo e lo ha responsabilizzato. Nei seeding games giocati è riuscito, infatti, ad alzare il volume dei suoi tiri, tenendo percentuali irreali (ovviamente insostenibili alla lunga), tirando 6.6 triple a partita con il 57% e più del 60% dal campo, ricordando a tutti come sia uno dei migliori della lega in uscita dai blocchi. I giochi a due con Allen hanno funzionato bene nella bolla e hanno messo a risalto un pacchetto completo di soluzioni che uno scorer di livello deve avere.
Oltre ad essere uno dei migliori tiratori della lega è sempre stato capace di finire al ferro, sin dai tempi del college in Virginia, sfruttando molto il suo fisico, e vederlo uscire dai blocchi cercando più spesso questa soluzione può fare solo bene al suo gioco. Cercando con più convinzione questa soluzione ha aumentato sia il volume sia la qualità di esse, arrivando a finalizzare il 65% delle sue conclusioni, mostrando anche piccoli flash da passatore in queste situazioni.
Sembra star diventando uno scorer sempre più completo ed efficace, che può veramente impensierire la difesa dei Raptors e aprire spazi per i compagni. Ovviamente il campione è molto piccolo e questi segnali vanno contestualizzati, però si sono visti grandi miglioramenti che possono solo dare speranza per le prossime stagioni. Nella clip si possono vedere proprio gli aspetti appena citati e nei quali sta migliorando sensibilmente, sia come passatore che andando al ferro.
Se c’è un giocatore che in questa pazza stagione è passato inosservato, quel giocatore è OG Anunoby. Altissime le aspettative per l’ex Hoosier, che si è riscattato giocando quasi tutte le partite di regular season dopo aver saltato l’intera post-season nel 2019. Anunoby ha approfittato della pausa e si è presentato ad Orlando con un bagaglio più ricco rispetto a quando aveva lasciato a marzo. Il 23enne britannico è sembrato più sicuro con il pallone fra le mani, avventurandosi addirittura in azioni individuali dal palleggio.
Inoltre, Anunoby ha concluso la ripresa della stagione a Orlando con oltre il 50% da tre punti. Nella serie contro Brooklyn il suo compito sarà quello di contenere Joe Harris, un tipo di giocatore che si trova agli antipodi rispetto ad Anunoby. L’ex Hoosier entrato nella lega con la fama di grande e promettente difensore, dovrà evitare le triple dell’ala dei Nets, magari attingendo dal playbook messo in pratica da Nick Nurse nella serie contro J.J Redick e i Philadelphia 76ers l’anno scorso.
Jarrett Allen VS Marc Gasol e Serge Ibaka
Se i Nets non potranno contare su DeAndre Jordan per far rifiatare Jarrett Allen, Nurse potrà contare sul duo Gasol/Ibaka a pieno regime. Proprio contro i Nets, Marc Gasol ha disputato la sua migliore gara stagionale il 14 dicembre 2019: 17 punti, 15 rimbalzi e 3 triple messe a segno. Allen, che è partito titolare in quella partita, è stato sopraffatto dal gioco perimetrale di Gasol, il quale fino a quel momento aveva totalizzato una lunga serie di performance sottotono.
Lo spagnolo è arrivato a Orlando con una decina di kg in meno e forse sarà la battaglia fisica quella su cui punterà Allen per cercare di limitare Gasol, uno dei registi della squadra insieme a Lowry, ma anche il miglior rim protector della squadra. Discorso a parte per Serge Ibaka, apparso appesantito e abulico nelle ultime 8 partite. L’ex Thunder ha reso molto di più quando è stato nominato da Nurse nel quintetto titolare. Allen ha poche chance di superare il divario fisico con il gigante congolese, ma potrebbe rivelarsi una spina nel fianco di Ibaka qualora questi dovesse faticare a trovare il suo ritmo offensivo.
Come scritto precedentemente nelle 4 partite disputate durante l’anno i due 5 dei Raptors hanno dominato contro Jarrett Allen che si è rifatto solo parzialmente in attacco (specialmente contro lo spagnolo). Dei problemi difensivi del Frosho ne abbiamo abbondantemente parlato, le sue abilità da rim protector vengono praticamente rese nulle dalla sua inefficienza a marcare in post basso, dall’incapacità di cambiare su un qualunque pick&roll e da una difesa sul perimetro insostenibile per un giocatore di quella stazza e con quel movimento dei piedi.
Questo è certamente uno dei confronti su cui si deciderà la serie e i canadesi sono evidentemente favoriti. Nella clip si nota proprio la difficoltà di Allen nel marcare un lungo capace sia a tirare dall’arco che a penetrare, Ibaka lo manda al bar con una finta e va a canestro nonostante il buon lavoro in aiuto di Harris.
Sfide tra second unit
In questa avventura nella bolla i bianconeri hanno avuto buoni segnali dalla second unit che, nonostante le poche aspettative, è riuscita a non sfigurare. Contro i Raptors le rotazioni, probabilmente a 9, saranno modificate rispetto ai seeding games. Chiozza, T.Johnson, Luwawu e uno tra Thomas e Anderson si spartiranno i minuti in cui i titolari siederanno in panchina.
TJ ha già dimostrato di poter risultare efficace sia da portatore di palla che off the ball ed è il più continuo. TLC è una rivelazione, purtroppo è ancora molto dipendente dal suo tiro (difensivamente soffre molto, essendo piuttosto magro e non riuscendo a muovere velocemente i piedi). Può avere un grande impatto come rivelarsi un problema, sembra in grande forma e i tifosi Nets si augurano possa continuare su questi livelli. Chiozza potrebbe soffrire molto a causa della stazza ma se riesce a essere più costante al tiro e far girare la palla come lui sa fare darà una grande mano in attacco. Thomas è quello che ha convinto di meno, ha faticato molto nella bolla e le perplessità ora che il livello si alza sono tante, Vaughn dovrà scegliere tra lui e Anderson. Probabilmente anche Jeremiah Martin andrà a strappare qualche minuto.
La panchina dei Toronto Raptors è chiamata a un altro sacrificio quest’anno. L’assenza per infortunio di Patrick McCaw non si farà sentire, ma Norman Powell dovrà portare energia e tanti punti. Powell quest’anno è il leader della second unit insieme a Serge Ibaka, a seguito della promozione di Fred VanVleet nel quintetto iniziale. Due giocatori che insieme fanno più di 30 punti a partita e possono permettere ai Raptors di archiviare in anticipo pratiche come quella dei Nets.
Test importante anche per Terence Davis, il rookie che ha sorpreso tutti con prestazioni ad alti livelli nella sua prima annata in NBA. Difficile il rientro per lui (soltanto il 36% dal campo da quando è ricominciata la stagione), ma, nonostante questo calo fisiologico, il rookie ha ormai conquistato la fiducia di Nurse e avrà sicuramente un ruolo nelle prossime partite. Infine, l’arma segreta. Il lungo canadese Chris Boucher ha lavorato duro in G-League e adesso si batterà per entrare nella rotazione di coach Nurse da qui alla fine dei playoff. La serie contro Brooklyn potrebbe essere un palcoscenico utile per dimostrare come Boucher può contribuire alla causa dei Raptors.
3) PRONOSTICI FINALI
4-0 Raptors all’unanimità.
BOSTON CELTICS – PHILADELPHIA 76ERS
1) LE SFIDE IN REGULAR SEASON
23/12/2019, BOS@PHI: 93-107.
Il primo faccia a faccia tra le due squadre avviene nel season opener della stagione 2019-2020, in cui i 76ers si impongono sui Celtics controllando la partita dal terzo quarto in poi. Il vantaggio maturato nella seconda metà di gioco porterà tutti gli starter di Philadelphia a raggiungere almeno quota 15 punti (Simmons 24 pts 9 ast 8 trb, Harris 15 pts 15 trb, Embiid 15 pts 13 trb, Horford 16 pts, Richardson 17 pts), mentre la prova dei Celtics rimarrà opaca, con buona prestazione dei titolari (nonostante Walker e Tatum abbiano tirato 12/40 dal campo) e pessimo responso dalla panchina (5-21 al tiro).
12/12/2019, PHI@BOS: 115-109
Il secondo incontro tra le due franchigie viene totalmente dominato da Embiid, che mette a referto la migliore partita della stagione, rispondendo con i fatti ad alcune critiche che gli erano state mosse il giorno precedente da Barkley e Shaq su TNT. Il centro di Philly mette a referto una prestazione con 38 punti, 13 rimbalzi, 6 assist, 16 punti nel quarto finale e la stoppata su Theis che sigilla la partita:
What a great block by Joel Embiid to help close out the game pic.twitter.com/AL3gf64eNy
— Tom West (@TomWestNBA) December 13, 2019
Dall’altra parte, i Celtics si comportano comunque discretamente in attacco, sulla falsa riga dell’incontro precedente: buona prestazione di Hayward e, più in generale, degli starter della Beantown, seppur con un’altra pessima serata al tiro per Walker (8/21), e un contributo praticamente inesistente della panchina (eccetto Kanter, che sigillerà 20 pts e 9 trb).
09/01/2020, BOS@PHI: 98-109
Al terzo giro, i 76ers si ritrovano privi di Embiid (alle prese con un intervento chirurgico per riparare un legamento di una mano) ma trovano comunque una grandiosa prestazione di Josh Richardson, autore di 29 punti e 7 assist, che si da battaglia con Walker (26 punti) fino a farla spuntare ai padroni di casa, complice anche una prestazione ottima al tiro della panchina dei 76ers (5/11 dall’arco).
I Celtics, invece, convincono poco a parte il duo Walker-Smart, riportando la terza sconfitta di fila (che diventerà sesta in otto partite, confermando il classico calo di tensione della squadra di Stevens che l’anno nuovo si porta dietro).
01/02/2020, PHI@BOS: 95-116
L’ultimo match fra le due squadre vede un cambio di tendenza. I Celtics, privi di Walker per problemi al ginocchio, sfoderano una prestazione clamorosa, sia grazie al duo Brown-Tatum (con soprattutto il primo a fare la voce grossa con 32 punti, 9 rimbalzi e 13/23 al tiro) sia grazie al “finalmente solido” contributo della panchina (Wanamaker 15 punti, Ojeleye 11 punti, e più in generale una prestazione corale che esita in garbage time).
In casa Sixers, invece, Embiid fa registrare probabilmente la sua peggiore partita di questa stagione, con 11 punti, 5 rimbalzi e un -25 di +/-, così come Harris si dimostra poco convincente. L’intensità e la prestazione delle due squadre non è comparabile, con Boston che si mantiene alla guida per tutta la partita.
2) ASPETTI CHIAVE E MATCHUP
Vista l’assenza di Simmons -il miglior difensore dei 76ers questa stagione ed il principale indiziato a marcare le stelle avversarie- le scelte difensive di Brown porteranno un effetto domino sulle marcature che abbiamo visto nelle 4 partite precedenti e probabilmente spingeranno Brett Brown ad una maggiore ricerca dei cambi, sui quali Stevens cercherà ovviamente di forzare la mano, in particolare cercando di accoppiare una delle sue tre ali contro una delle guardie Sixers, Milton in particolare.
Nei precedenti scontri tra le due squadre Jayson Tatum ha avuto vita dura contro Simmons (18 punti con un 5/16 al tiro spalmati su 4 partite in 24 minuti di matchup). Per far fronte alla sua mancanza, è molto probabile che il difensore designato sarà Tobias Harris.
Il trascorso della regular season ci fornisce un campione insufficiente (12 possessi in totale, con un solo tiro preso ma 2 falli subiti per Tatum), ma è facile pensare che Tatum potrà tirare un sospiro di sollievo.
L’effetto domino porterà molto probabilmente Gordon Hayward, su cui Harris ha difeso la maggior parte del tempo, ad essere marcato da Horford. Gli scontri precedenti ci dicono che, nei pochi minuti di 1v1 tra i due, Hayward ha spesso cercato di attaccare il mismatch, senza grandi risultati (2/10 al tiro e nessun fallo subito). Una difesa statisticamente molto più efficiente dell’accoppiamento tradizionale con Tobias Harris, ma difficilmente sostenibile per lunghi tratti di partita. Sarà qui importante la comunicazione sui cambi per impedire che Horford si ritrovi sul perimetro contro il portatore di palla sul perimetro.
Parlare di Al Horford ci porta all’ultima tessera del domino. Esclusi i lunghi Celtics, su cui Horford, ha passato la maggior parte dei minuti in difesa, è stato Jaylen Brown il giocatore più marcato dal centro dominicano.
La difesa sulla coppia di esterni biancoverdi potrebbe essere il lato scoperto del defensive game plan dei 76ers. Non sarebbe sorprendente vedere Milton assegnato al prodotto di Berkeley per alleggerirlo dalle pressioni schierandolo su un giocatore che opera prevalentemente off the ball, lasciando il matchup Richardson-Walker l’unico inalterato oltre a quello di Embiid.
La guardia 76ers ha fatto un ottimo lavoro sull’ex Hornet (4/11 al tiro, 2/6 da 3, 0 falli subiti per 10 punti complessivi in 3 partite) e potrebbe essere utile garantire almeno questo elemento di continuità per una serie che promette aggiustamenti e stravolgimenti in corso d’opera.
È ovviamente difficile portare dati perfettamente attinenti per motivare l’eventuale accoppiamenti Milton-Brown, ma possiamo vedere come le sue migliori partite difensive a livello statistico siano state contro due giocatori molto improntati al catch and shoot, Kevin Huerter e Damion Lee, dove è riuscito a tenere i due avversari ad un 2/8 complessivo. Tra le peggiori risultano invece scontri contro point guard: Elfrid Payton ha tirato molto male nei 21 possessi analizzati nel singolo match tra i due (1/5) ma in 5 minuti ha realizzato ben 6 assist. Ottimi risultati anche per T.J. McConnell, che ha affrontato Shake in 2 incontri e nei 14 possessi tra i due ha realizzato 2 tiri su 3, subito un fallo e dato via 4 assist.
Shake Milton, poco a poco, è riuscito a prendersi il suo spazio nei Philadelphia 76ers:https://t.co/q40esKwhNi
— TheShot (@TheShotIT) March 23, 2020
Insomma, la nuova point guard dei 76ers ha gravi problemi a gestire i ball handler avversari, a causa di una velocità laterale davvero preoccupante e alcune mancanze in fondamentali come i passaggi sopra i blocchi, sui quali finisce spesso per schiantarsi in pieno.
Il principale aiutante di Milton sarà quasi sicuramente Matisse Thybulle e questo ci porta a parlare di quali elementi di rottura potranno portare i giocatori a disposizione in panchina.
Su tutti, abbiamo gli specialisti difensivi, Thybulle per l’appunto nei Sixers e Marcus Smart nei Celtics. Entrambi, seppur in maniera diversa, sono capaci di innescare ottimi momenti collettivi con giocate improvvise capaci di generare facili transizioni offensive e di frustrare i diretti avversari.
Sul fronte opposto, Alec Burks ed Enes Kanter sono giocatori abilissimi a segnare nelle rispettive aree di competenza. La guardia di Philadelphia è in una forma straordinaria (15 punti di media ad agosto col 57% al tiro e la stessa percentuale da tre su 4 tentativi a partita ad agosto) ed è un elemento sempre più importante nelle rotazioni Sixers per la sua abilità di prendere, e segnare, tiri difficili in momenti importanti della partita, come nel quarto quarto contro i Blazers, nel quale ha tenuto a galla la squadra con una serie di penetrazioni contro Nurkic.
Il centro turco potrebbe invece essere un’arma tattica importantissima per arginare il principale problema che i Celtics dovranno affrontare, Joel Embiid. Guardando i numeri, Theis non ha fatto un brutto lavoro sul centro camerunense (15 punti in 2 partite, 5/13 al tiro. 1/4 da 3 e 6 liberi), ma una serie contro un Embiid in forma è difficile per chiunque e Theis è chiaramente in debito di cm e kg, specialmente con questi 76ers che, orfani di Simmons, cercano di liberare il post basso per la loro coppia di torri ancora di più.
Sebbene Kanter abbia gravi problemi in difesa, è un giocatore frustrante da marcare per la sua abilità in post e a rimbalzo. Portare Embiid ad avere problemi di falli sarebbe una vera manna dal cielo per i Celtics e Kanter ha il talento e la fisicità per riuscirci.
Complessivamente, la sfida consisterà nella capacità di arginare Embiid o di eliminare i suoi quattro compagni per i Celtics e in quella di riuscire a gestire il gioco corale di Brad Stevens senza concedere troppi mismatch sfavorevoli.
3) PRONOSTICI FINALI
Andrea Fanicchi: 4-2 Celtics.
Cesare Russo: 4-1 Celtics.
Federico Peschiera: 4-3 Celtics.
INDIANA PACERS – MIAMI HEAT
La Bolla di Orlando riporta ai fasti una rivalità che ha segnato il passato recente della NBA: Pacers e Heat, infatti, fra il 2012 e il 2014 si sono affrontate consecutivamente in tre serie playoff, la prima in semifinale di conference e le altre due alle ECF. Il culmine si toccò nel 2013, quando Paul George, Roy Hibbert, Lance Stephenson e tutti gli altri membri della banda di Frank Vogel costrinsero i futuri campioni NBA di Miami a sudarsi il salto in finale dopo una palpitante gara 7. Tutte le volte, però, ebbero la meglio LeBron James e soci.
1) LE SFIDE IN REGULAR SEASON
In questa stagione, ad accendere gli animi, ci ha pensato Jimmy Butler: durante la gara dello scorso 8 gennaio, a seguito di un diverbio ripetuto con TJ Warren, che aveva portato all’espulsione di quest’ultimo, Butler aveva dato vita a una serie di scaramucce proseguite sui social e, se possibile, rinverdite ulteriormente dalla stoppata rifilata dall’ex Bulls allo stesso Warren durante il terzo match di regular season fra le due squadre, giocato il 10 agosto scorso e conclusosi 114-92 per Miami.
L’ultimo atto, invece, è andato in scena il 14, la notte prima di Ferragosto, con le due formazioni rimaneggiate e utile solo ad assegnare il quarto seed (che, visti i campi neutri, serve giustappunto per le statistiche): dopo 3 sconfitte nei primi 3 incontri della serie in regular season, i Pacers hanno vinto 109-92. Assenti i due litiganti Warren e Butler, il proscenio l’hanno preso uomini in uscita dalla panchina: per Indiana 23 punti con 5 triple di Doug McDermott, per la banda della Florida 21 e 7 rimbalzi di Solomon Hill. Una gara però che contiene indicazioni pressoché nulle sulle potenzialità di una serie che, comunque vada, dovrebbe essere tirata e combattuta.
Gli altri tre match disputati nella stagione regolare, invece, hanno offerto uno spettacolo decisamente più indicativo. A partire dal primo, tesissimo atto, andato in scena il 27 dicembre: la gara, in bilico sino all’ultimo, fu risolta da un jumper mancino di Dragic, dominante nell’ultimo periodo con ben 9 punti. In quel 113-112 impressionarono pure i rookie degli Heat, Nunn (autore di 17 punti) e Herro (soli 10 punti, ma ben 7 di questi realizzati nel quarto decisivo). Furono 16, invece, i punti realizzati da Jeremy Lamb per i Pacers, che non sarà di questa serie causa rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro dello scorso febbraio.
Nel secondo e nel terzo atto delle sfide di regular season le vittorie Heat, invece, sono state caratterizzate da distacchi più ampi: +14 l’8 gennaio (122-108 Miami alla Bankers Life Fieldhouse) e, come già accennato, +22 il 10 agosto nella Bolla (114-92 per la franchigia della Florida).
Proprio il terzo incontro è quello che lascia le sensazioni migliori a Miami: il dominante TJ Warren della bolla è stato messo sotto scacco dalla marcatura di Butler (solo 12 punti con 5/14 dal campo per l’uomo con le treccine più in forma di Orlando). In particolar modo, però, Indiana ha faticato di fronte alla freschezza difensiva degli Heat, capitanati dall’impressionante Adebayo, ed è stata surclassata a rimbalzo offensivo (13 a 6 per Miami, con 24 punti sorti da situazioni di secondo possesso). In area, poi, è stato un massacro pro Heat: 56 a 40 i punti nel pitturato, con le 9 stoppate rifilate alla formazione di Indianapolis a ribadire il dominio sotto i tabelloni dal lato Florida.
Insomma, se Indiana vuole far valere le sue potenzialità nella serie, serve un’intensità differente, sui due lati del campo.
2) ASPETTI CHIAVE E MATCHUP
Iniziamo un’analisi più approfondita delle due squadre iniziando dai roster, che per diversi motivi sono differenti rispetto a quelli visti nel corso della prima parte di regular season. L’assenza più importante è ovviamente quella di Domantas Sabonis, che seguirà i playoff da casa a causa della fascite plantare. Il centro lituano (18.5 punti, 12.4 rimbalzi e 5.0 assist) è stato il perno dell’attacco dei Pacers per tutta la stagione e sarebbe stato un rompicapo difficile da risolvere per i Miami Heat.
Non sarà presente neanche Jeremy Lamb, infortunatosi a metà febbraio, ma ci sarà Victor Oladipo che, assieme a un Malcolm Brogdon finalmente recuperato al 100%, sarà chiamato a dare man forte al caldissimo T.J. Warren quando le attenzioni di Miami si concentreranno inevitabilmente su di lui. Per gli Heat al momento solo Derrick Jones Jr. è fuori per infortunio (capitato proprio venerdì sera contro Indiana) e potrebbe saltare almeno la prima partita.
INJURY UPDATE: After an MRI, CT scan and concussion test, the HEAT announce that Derrick Jones, Jr. has suffered a Neck Strain.
— Miami HEAT (@MiamiHEAT) August 15, 2020
Jones, Jr. will be re-evaluated again over the weekend.
Per quanto riguarda il modo di giocare, Pacers e Heat hanno due stili di gioco molto differenti tra loro: la squadra di coach Spoelstra predilige un gioco molto corale (primi in AST% con 69.2%, secondi in hockey assist con 3.9 a partita) che spesso porta a un tiro da 3 punti (il 47.9% dei tiri di Miami avviene da dietro l’arco, secondi dietro ai Rockets); a questo si alternano le incursioni dei vari Butler, Adebayo e Dragic che spesso portano a viaggi in lunetta (da cui proviene il 18.8% della produzione offensiva degli Heat, sesti nella bolla).
Dall’altra parte, gli Indiana Pacers sono una squadra che corre molto, soprattutto in difesa, che viaggia a ritmi alti (102.6 di pace contro il 100.6 di Miami) e che può contare su una difesa più efficace e attenta di quella degli Heat (107.8 di DefRtg e 64.6 tiri contestati a partita, quinti per entrambi le voci). In particolare, Brogdon e soci difendono molto efficacemente sui tiri da 3 punti, concedendo solamente il 32.0% di realizzazione (terzi nella “bolla”), aspetto che giocherà un ruolo molto importante considerando la mole di tiri da oltre l’arco che di prende Miami.
Inoltre, i Pacers sono molto bravi a difendere sempre al limite del fallo, il che consente loro di limitare i viaggi in lunetta degli avversari (solo 20.4 a partita per 100 possessi) e a generare palle perse (16.3 a partita per 100 possessi), altro tema fondamentale se si vuole limitare il gioco altruista degli Heat. In attacco, oltre a fare affidamento all’inarrestabile T.J. Warren, la squadra di coach McMillan predilige tiri nel pitturato e dal midrange, che corrispondono rispettivamente al 44.2% e al 10.6% della produzione offensiva di Indiana. Inoltre, la difesa aggressiva consente ai Pacers segnare 19.5 punti per 100 possessi provenienti da palle perse.
Per tutta la stagione, i Miami Heat hanno puntato molto su Duncan Robinson e Tyler Herro, due giovani tanto talentuosi quanto inesperti. Il successo della squadra della Florida passa inevitabilmente per le loro mani, e dovranno essere in grado di adattarsi velocemente a una difesa molto fisica e attenta come quella degli Indiana Pacers. Il solo Robinson ha tenuto in piedi l’attacco di Miami praticamente da solo in più di un’occasione e se dovesse faticare molto contro i Pacers la fase offensiva degli Heat ne risentirebbe enormemente.
Diverso è il discorso per Herro: con Dragic promosso in quintetto e complice il momentaccio di Kendrick Nunn, l’ex-Kentucky sarà di fatto il principale portatore di palla della second unit e dovrà essere in grado di gestire i ritmi della partita e di far entrare in ritmo i propri compagni.
Rimanendo sempre nelle second unit, l’unica cosa interessante emersa dalla partita di venerdì sera, in cui hanno avuto ampio spazio le seconde e terze linee, è stata la produzione della panchina. Nonostante quella di Miami abbia probabilmente più talento individuale, quella dei Pacers ha dato l’impressione di essere più organizzata e affidabile, con un playmaker puro in grado di mettere in ritmo i propri compagni come T.J. McConnell, due eccellenti tiratori in Holiday e McDermott e con sotto canestro Sampson e Bitadze che hanno tutto l’occorrente per sovrastare la panchina degli Heat a rimbalzo, vista la scarsa stazza della second unit.
Inoltre Miami potrebbe dover fare a meno di Derrick Jones Jr. per le prime partite e gran parte dei suoi minuti andranno a Kendrick Nunn che finora è stato disastroso nella “bolla” (7.8 punti in 20.9 minuti con il 32.4% dal campo e il 25.0% da 3). Per gli Heat l’osservato speciale sarà senza dubbio T.J. Warren che nella “bolla” di Orlando sta viaggiando a 31 punti di media (57.8-52.4-88.9) con 6.3 rimbalzi e 2.0 assist.
Per ovvi motivi non potrà essere il solo Jimmy Butler a cercare di limitare Warren e probabilmente si assisterà a una staffetta da parte dei giocatori di Spoelstra nella marcatura sull’ex Suns, sempre prestando particolare attenzione, però, anche a Malcolm Brogdon e Victor Oladipo, pronti a colpire nel caso in cui la marcatura su Warren funzioni.
Se da una parte il duello Butler-Warren promette scintille, dall’altra quello tra Adebayo e Turner potrebbe risultare altrettanto avvincente, con quest’ultimo che dovrà essere in grado di limitare il più possibile l’ex-Kentucky senza ricorrere a falli stupidi, essendo l’unico centro a roster che può difendere su Adebayo. Dall’altra parte, Bam potrà sfruttare il suo atletismo e la sua rapidità per attaccare Turner da fuori area, ma potrebbe aver problemi sotto canestro a causa della notevole stazza del centro dei Pacers e di un tiro dal midrange che ancora non c’è (15.4% su 2 tentativi a partita nella “bolla”).
Infine, Turner potrebbe avere un ruolo ancora più importante in difesa nel caso in cui i Pacers riuscissero a limitare il tiro da 3 punti di Miami; se ciò dovesse succedere, Butler e soci dovrebbero necessariamente affidarsi alle conclusioni vicino al ferro, nei pressi del quale, però, troverebbero Myles Turner pronto a rispedire tutti i tiri al mittente, essendo uno dei migliori rim protector della lega.
3) PRONOSTICI FINALI
Michele Laffranchi: 4-3 Heat.
Davide Possagno: 4-2 Heat.
Luca Bagni: 4-2 Heat.