Oggi parleremo di Cole Anthony, freshman in uscita dalla University of North Carolina. Come per molti altri prospetti considerati tra i primi della classe, anche per la sua valutazione sorgono molti punti interrogativi dalla difficile interpretazione. La maggior parte dei dubbi sul recruit #3 per ESPN sono legati prevalentemente alle basse percentuali al tiro e alla sua incapacità di gestire con sicurezza e continuità il ritmo offensivo di una squadra.
L’analisi di questi aspetti deve, però, essere contestualizzata con una premessa: a dicembre Anthony ha subito un’operazione per una parziale frattura del menisco che di fatto ha spezzato a metà la sua stagione, costringendolo a saltare circa dieci partite tra dicembre e gennaio. Questo ha impattato sulle sue prestazioni e sulla continuità nel corso dell’anno. Andiamo ora ad analizzare gli aspetti principali del suo gioco.
Caratteristiche difensive
Dal punto difensivo Anthony sembra essere molto più pronto di alcuni suoi pari ruolo tra i primi posti del Draft 2020. Grazie ad un’ottima fisicità – è 6’3 per 190lbs- e grazie ad una buona forza funzionale nella parte inferiore del corpo, Anthony riesce a tenere molto bene in situazioni di 1v1 e di difesa sulla palla.
In questi casi fa spesso molto uso delle braccia, cercando sempre il contatto in modo non falloso per avvantaggiarsi, mostrando, inoltre, una buona dose di malizia.
Lontano dalla palla alterna ottimi lampi a momenti di poca concentrazione. Tendenzialmente ha un buon senso degli spazi e di tutto ciò che succede attorno a lui e, per questo motivo e per volontà di gameplan, Anthony cerca spesso di chiudere l’area per aiutare i suoi compagni nella gestione delle penetrazioni.
Questo ha evidenziato un’ottima capacità di ottenere sfondamenti, sia in situazioni di difesa schierata, sia in contropiede: come possiamo vedere qui, essendo 1 contro 2 deve pensare veloce per decidere il suo posizionamento e, per questo motivo, sceglie di anticipare l’attaccante e interrompe l’azione offensiva avversaria.
Capita spesso che si perda banali backdoor, oppure che sbagli i tempi di un closeout per via di un aiuto troppo eccessivo. Questa sua tendenza può essere in parte legata alla giovane età e penso che possa essere disciplinata a livello professionistico.
Cole Anthony rimane comunque un ottimo difensore. A supporto di questo va sottolineata la sua abilità a rimbalzo: spesso riesce a strappare la palla ad atleti molto migliori di lui o a tenere la posizione a seguito di uno switch. Per lui in stagione 5.7 rimbalzi a partita.
Un’ulteriore caratteristica che lo rende speciale e versatile in questo lato del campo è la sua capacità di proteggere il ferro. Pur non essendo un lungo, aiuta nella protezione del ferro quando riesce a leggere la rotazione e a intervenire con il giusto tempismo: nella clip si può vedere benissimo la sua esplosività nel contestare un tentativo in contropiede.
Caratteristiche offensive
Offensivamente troviamo spunti polarizzanti per la sua valutazione. Se da una parte è considerato un ottimo scorer, troppo spesso si accontenta di tiri forzati. In questa situazione si nota benissimo: due azioni simili in cui prova lo stesso jumper da due, sbaglia il primo e mette il secondo.
Molti addetti ai lavori imputano a Cole Anthony una scarsa abilità nella lettura e nella gestione dell’attacco, dato che spesso decide di mettersi in situazioni difficili oppure decide di prendere un tiro pur avendo ancora moltissimo tempo per organizzare l’azione.
A sua discolpa è utile sottolineare come la maggior parte del tempo UNC giocasse con due lunghi non tiratori che andavano a intasare l’area e a congestionare l’attacco e con esterni incapaci di garantire pericolosità dall’arco. Questo è uno dei motivi delle sue scarse percentuali al ferro e del numero basso di tentativi nei pressi del canestro.
Se allo scarso spacing si aggiunge la mancanza di un primo passo bruciante, ecco che capiamo il motivo per cui troppo spesso termina la sua azione con un tiro difficile e contestato.
Molti indicatori fanno intuire, però, che Anthony sarà un buon tiratore in NBA: per lui 35% con 7 tentativi a partita da 3, equamente divisi a metà tra catch and shoot e pullup.
Pur essendo considerato una lead guard, molto spesso coach Roy Williams lo ha coinvolto in situazioni off the ball, facendolo uscire da una serie di blocchi per poter concludere in libertà.
La meccanica di tiro è naturale, il tocco è ottimo e sa sfruttare bene i blocchi lontano dalla palla: nella passata stagione si è classificato nell’86esimo percentile in catch and shoot.
Per completare la sua disamina offensiva è importante parlare della sua capacità di mettere in ritmo i compagni: pur non essendo il più sofisticato dei passatori, la sua costante gravity e la buona capacità di leggere gli spazi gli hanno permesso di mettere in mostra determinate letture e di essere un assistman efficiente.
In NBA Cole Anthony potrà essere un pezzo importante per il successo della squadra che lo sceglierà. Le lacune evidenziate sottolineano come, molto probabilmente, non sarà in grado di essere la singola stella di una franchigia, anche se, venisse inserito nel contesto giusto, potrebbe mettere in mostra le sue caratteristiche migliori. Il suo apporto sarà visibile dal primo giorno tra i professionisti: durante la stagione al college ha dimostrato una maturità abbastanza impressionante e, proprio per questo, è considerato uno dei prospetti più pronti al grande salto. In una classe in cui le prime scelte saranno dominate da ball handler, Anthony non sfigura e ha ottime chance di essere chiamato nella prima metà della lottery in cui squadre come Detroit o New York sono alla disperata ricerca di talento.