Gli Atlanta Hawks sono una delle squadre più futuribili della lega: il loro core è molto giovane e le caratteristiche dei giocatori sembrano essere ben assortite. Tralasciando Trae Young –di cui abbiamo parlato ampiamente in un altro articolo– andremo ad analizzare uno ad uno i giovani più interessanti della squadra, ma non prima di aver visto cosa chiede Lloyd Pierce ai suoi ragazzi nella metà campo offensiva.
Come scritto perfettamente dal tweet linkato, ad Atlanta si gioca principalmente spread pick and roll senza che vi siano le giuste spaziature. Trae Young gioca il pick&roll da handler nel 52.5% dei suoi possessi ed è il giocatore che gioca più possessi in assoluto in questa situazione, 15.4 a partita (Doncic ne gioca 13.1 a partita, per intenderci). Questa è probabilmente la soluzione migliore per Atlanta perché Trae è tra i migliori della lega in questo tipo di situazioni. Si posiziona nel 86esimo percentile con 0.98 punti per possesso, ma potrebbe rendere molto di più se Atlanta riuscisse a migliorare ciò che sta intorno a lui.
Atlanta, infatti, ha uno spacing limitatissimo ed è una delle peggiori squadre della lega nel tiro da 3 punti, 32.6% durante la stagione, seppur in crescita nel mese di gennaio (attorno al 34%).
Il quintetto composto da Young, Huerter, Reddish, Hunter e Collins è il miglior della squadre in quasi ogni categoria statistica. Tira con il 42% da 3 punti, ha un defensive rating di 107.2 e un offensive rating di 111.5. Questi numeri non sono tra i migliori della lega, ma bisogna considerare che gli Hawks in stagione hanno 105.0 di offensive rating e 113.4 di defensive rating.
Kevin Huerter
Parliamo ora del compagno di Young nel backcourt. Per prima cosa bisogna dire che la crescita di Kevin Huerter sta coincidendo con la crescita della squadra e con il rientro di John Collins. Chiariamoci, ci sono ancora una marea di passaggi a vuoto da parte del team, ma il core principale è composto da ragazzi tra i 20 e i 23 anni: non gli si può ancora chiedere la concentrazione e la tenuta mentale che si conquista con l’esperienza.
Kevin dall’anno scorso e dall’inizio di questa stagione ha fatto un netto step in avanti. Durante questo inizio di 2020 Huerter ha migliorato il playmaking arrivando, a febbraio, a smazzare 4 assist a fronte di un solo turnover a partita. Huerter, quindi, non è solo un tiratore: gioca il 29.8% dei suoi possessi da handler nel pick&roll ed è molto bravo a farlo.
Le sue percentuali al tiro nel mese di gennaio sono cresciute -ha tirato con il 44.4% dal campo, con il 44.1% da 3 punti su circa 6 tentativi a partita (la metà dei suoi tentativi arrivano da dietro l’arco)- mentre a febbraio ha alzato ancora il numero di tentativi (8.2 a partita) riuscendo a tenere una percentuale di realizzazione superiore al 41%.
Come se non bastasse, Huerter non ha paura a prendersi tiri “pesanti”:
In sede Draft era stato paragonato a Klay Thompson, un paragone molto importante. Una cosa, però, è da sottolineare: le abilità da playmaker di Huerter sono più spiccate di quelle di Klay, che si è evoluto principalmente come specialista dall’arco. Per quanto riguarda la difesa, invece, il giocatore di Golden State gli è nettamente superiore, ma Huerter non sfigura assolutamente. Kevin è un difensore intelligente, non il migliore della squadra on the ball perché non è un atleta al top della lega e non il migliore off the ball, ma nella media in entrambe le situazioni.
In questa clip viene battuto troppo facilmente sul primo passo, cosa che gli succede spesso; ciononostante, in alcune di queste situazioni è rapido a ricomporsi e a recuperare.
Nella gara del 4 gennaio contro Boston ha tenuto Hayward a 3/11 dal campo nelle situazioni in cui lo ha marcato, mostrando una serie di giocate difensive importanti:
Cam Reddish
A seguito di una serie di prestazioni deludenti, Reddish in sede di Draft è sceso alla 10 dove è stato scelto dagli Hawks (nonostante avessero scelto nello stesso draft un profilo simile al suo, De’Andre Hunter).
Cam ha il corpo perfetto per un giocatore di pallacanestro: è alto, fluido e ha le braccia lunghe. Inoltre, è arrivato in NBA con una forma di tiro sostanzialmente perfetta (come si vede nella clip sopra), ma nonostante ciò già dalle prime uscite ha deluso. In NBA, durante le sue prime 46 partite ha tirato con il 34.9% dal campo e con il 30.9% da 3 punti su circa 4 tentativi a partita. Una delusione.
Quello che si è visto in campo è un giocatore che sembra sfiduciato, senza coraggio e senza grinta, palesando molti dei dubbi sulla tenuta mentale che già si erano intuiti a Duke. Le sue conclusioni al ferro sono molli: ha paura di prendere triple in catch&shoot e queste sue esitazioni non fanno altro che peggiore lo spacing.
Durante la partita contro Houston D’Antoni ha deciso di lasciarlo completamente libero sul perimetro, come se dietro la linea dei 3 punti ci fosse un centro vecchio stampo e non un potenziale 3&D.
Houston non è stata la prima squadra a marcarlo in questo modo. Anche Trae non si fida del tiro di Reddish e prende decisioni che si rivelano sbagliate piuttosto che passargliela:
Ultimamente ci sono stati dei miglioramenti (a gennaio ha tirato con il 40% dall’arco con 5 tentativi a partita): un Reddish non battezzabile sarebbe il più grosso upgrade per l’attacco di Atlanta.
Nonostante si stia rivelando un malus in attacco, Reddish sta diventando il miglior giocatore difensivo della squadra. Viene spesso assegnato in marcatura sulla stella della squadra avversario e raramente sfigura. Ha marcato DeRozan tenendolo a 2/6 dal campo e 3 palle perse in 30 possessi, mentre quando è stato marcato da Hunter ha segnato 7 dei suoi 9 tentativi in circa 40 possessi. I suoi 206cm con 217cm di wingspan, uniti ad una buona rapidità laterale gli consentono di tenere quattro posizioni, dai playmaker alle ali grandi.
Nella sopracitata partita contro Houston ha tenuto Harden durante il primo quarto, facendogli perdere tre palloni e riuscendo a stoppare il suo step back, come si vede nella clip.
Nella partita contro i Nets, invece, si è trovato spesso a marcare Irving, non sfigurando nemmeno di fronte a lui:
Ovviamente deve crescere ancora, soprattutto da un punto di vista mentale. Come si vede nella clip in cui perde Murray che appoggia il tap-in, spesso il suo uomo riesce a prendere il rimbalzo offensivo perché lui si dimentica di fare il tagliafuori e spesso si perde dietro ai blocchi perché non ha la giusta rapidità per evitarli.
In conclusione, credo che sia il prototipo di un ottimo role player e che la sua pessima stagione al tiro sia principalmente una questione psicologica.
De’Andre Hunter
Per parlare in modo completo di De’Andre Hunter, bisogna partire da un presupposto: scambiare le scelte n°8, n°17, n°35 per la n°4, trasformatasi poi in Hunter, è stata un’iniziativa pessima dal punto di vista della gestione degli asset. E questo pesa abbastanza sulla cognizione che si ha del giocatore.
De’Andre Hunter era considerato da molti come un potenziale difensore d’élite anche per l’NBA, sopravvalutando probabilmente le sue capacità in uno contro uno contro giocatori veloci ed esplosivi. Quanto visto finora in NBA, però, ci dà altre indicazioni.
Hunter, probabilmente, non sarà mai un difensore di livello assoluto, ma ciononostante ha mostrato delle capacità, in entrambe le metà campo, che gli potrebbero garantire una lunga carriera NBA. Innanzitutto, Hunter è un buon difensore di squadra, capacità difficile da notare in una squadra difensivamente pessima come gli Hawks. Infatti, è notevolmente più semplice notarlo nelle gare in cui gli Hawks difendono bene e rimangono in partita più a lungo.
La clip seguente è un buon esempio delle situazioni in cui De’Andre risulta particolarmente utile. Hunter legge perfettamente il lob di Brown, si stacca dal suo giocatore e con un ottimo tempismo disturba la ricezione di Drummond negandogli il canestro. Una giocata difensiva basata più su lettura e tempismo che sulla sua fisicità.
Anche nel prossimo possesso Hunter legge il taglio dell’avversario. In questo caso Middleton si stacca dal proprio giocatore e, sfruttando la lunghezza delle sue braccia, riesce ad intercettare la palla:
Fin dal college, Hunter è stato criticato per la sua scarsa propensione alla stoppata e alla rubata. In questa stagione ha totalizzato solo 14 stoppate finora ma, considerando le sue buone letture e le sue lunghezze, è lecito attendersi un miglioramento come difensore dal lato debole in futuro. La clip seguente riporta uno dei pochi esempi in stagione, in cui stoppa Siakam:
Nonostante De’Andre soffra particolarmente i giocatori atletici e quindi spesso perda terreno nei confronti del proprio avversario, è molto bravo ad utilizzare le sue leve (ha una wingspan di 218cm) per disturbare in recupero e contestare il tiro avversario.
In questo caso, pur perdendo terreno nei confronti di Doumbouya, riesce a recuperare e sporcare (più che stoppare) il tiro grazie alla lunghezza delle sue braccia.
In generale, è molto bravo a sfruttare il proprio fisico e le braccia lunghe per contestare tiri e penetrazioni, in particolare contro avversari più piccoli.
Pur essendo arrivato nella lega come potenziale 3&D, Hunter non si è rivelato un tiratore affidabile. Innanzitutto, troppo spesso rifiuta tiri che dovrebbe prendersi senza alcuna esitazione per essere una vera minaccia. Poi, anche i tiri che si sta prendendo (4.8 a partita) li sta segnando con un misero 33.3%. Attitudine e percentuali assolutamente rivedibili per un ipotetico 3&D.
Come ai tempi del college, in questa stagione si è trovato molto più a suo agio nel prendersi tiri dal long mid range, alcune volte anche in isolamento, dimostrando una buona attitudine nel gioco fronte a canestro.
Un ulteriore problema nel suo gioco offensivo sono la quantità di tiri che dovrebbero essere da 3 e che per mezzo passo in realtà risultano essere da 2. Cognizione degli spazi rivedibile.
John Collins
A causa della squalifica di 25 partite per doping che Collins ha dovuto scontare, il campione di partite giocate su cui fare affidamento per valutarne il rendimento è piccolo rispetto a quello dei compagni. Nonostante questo, Collins sta viaggiando a quasi 20.1 punti e 10.3 rimbalzi di media, con il 55.8% dal campo e il 35.4% da 3 punti, per un 63% di True Shooting. Da questi numeri grezzi, sembra quindi essere il giocatore perfetto da accoppiare a Trae Young.
Nelle situazioni di pick&roll, tanto utilizzate dagli Hawks, ha diverse soluzioni: tagliare forte per la schiacciata oppure posizionarsi dietro la linea da 3 punti. Grazie a questa varietà di soluzioni, Collins produce 1.27 punti per possesso, piazzandosi nell’80° percentile, considerando sia i casi in cui si apre per il tiro da tre, che quelli in cui rolla a canestro.
Il problema principale di Collins è il fatto che non eccella in letture e questo non gli permette di essere efficiente come potrebbe. Collins cerca costantemente la stoppata piuttosto che contestare il tiro e questo lo porta a fare tanti falli inutili. Tra l’altro si è trovato più volte nei possessi finali con il risultato in bilico a fare falli per la troppa foga che hanno determinato la sconfitta:
Rispetto all’anno scorso ci sono stati comunque dei miglioramenti che lo hanno portato a registrare 1.7 stoppate a partita, contro le 0.6 stoppate a gara dello scorso anno. John Collins ha aumentato la sua block percentage dal 1.8% dello scorso anno al 4.5% di quest’anno (dati di basketball-reference).
Un aspetto da non sottovalutare è che Collins più avanti potrebbe essere una buona pedina di scambio: in una squadra in cui il tuo max assicurato è Trae Young non è la miglior cosa dare un secondo max contract ad un giocatore come John Collins. Per quanto abbia fatto vedere di avere talento nel basket del 2020, se si decide di spendere un max contract per un lungo è necessario farlo per qualcuno che faccia davvero la differenza in entrambe le metà campo, come Davis o Embiid.
La sensazione, viste le recenti trade che hanno portato Capela e Dedmon in Georgia, è che Collins possa essere valorizzato in questo finale di stagione per poi essere inserito in qualche trade in estate in modo da coprire le posizioni lasciate scoperte e in modo da risolvere il problema principale di Atlanta: lo spacing.
Questi ragazzi hanno tutti ampi margini di miglioramento, sono ancora inesperti e se la dirigenza riuscirà a svilupparli bene aggiungendo qualche pedina per completare i buchi a roster non mi stupirei di vederli ai playoff stabilmente a partire dai prossimi 2 anni.
Articolo a cura di Matteo Berta ed Emiliano Naiaretti